Dopo qualche giorno chiusa a casa, dove l'unica a farmi visita era stata Lola, avevo deciso di riprendere la mia solita vita senza Liam Payne - che mi aveva comunque tartassato di messaggi - e quella mattina mi ero preparata per bene per andare all'università. In quei giorni, avevo avuto pure la fortuna di conoscere Niall un po' di più ed era passato qualche volta a lasciarmi degli appunti poiché avevamo scoperto di avere una o due lezioni in comune. In quel momento, camminavamo per il giardino dell'università con lui per via delle due ore libere che avevamo a disposizione. Avevamo preso dei caffè e dei muffin prima di sederci sul prato, sotto l'ombra di un grande albero.
«Ehi, ma mi ascolti?» chiese il biondo dandomi un colpo sul braccio. «Ti parlo da quasi venti minuti e tu sembri essere in un altro universo» disse infastidito, alzando gli occhiali neri da sole sulla testa e mettendo in mostra i diamanti.
«Sì scusa, non è un bel periodo» mormorai poggiandomi contro il grande tronco.
«Problemi in paradiso?» chiese mentre il mio sguardo finì su di lui.
«Come lo hai capito?» domandai incrociando le gambe e prendendo un sorso di caffè.
Niall rise facendo arricciare il naso. «Beh sai, è difficile non notare un vigile del fuoco che arriva su un camion enorme rosso e che corre per l'università con un mazzo di fiori» mormorò facendomi arrossire nel ricordare quello che Liam aveva fatto per me. «Allora, ne vuoi parlare?»
«Non saprei da dove iniziare» scrollai le spalle. «Non prendermi per pazza o per una poco di buono, ma tutto iniziò per la festa di compleanno della mia migliore amica»
Iniziai a raccontare a Niall di come avevo conosciuto Liam e di come il tutto aveva avuto inizio, senza risparmiare dettagli. Alla fine, era un ragazzo ed era mio amico e, forse, avrebbe potuto aiutarmi a capire meglio la mentalità di Liam. Avevo iniziato dalla festa, dal dopofesta a casa di Liam, del mattino dopo e di tutto quello che era successo a seguire; gli raccontai poi dei tre giorni che avevamo passato insieme, omettendo del piccolo incidente con il frullato per lasciare ancora un po' di virilità a Liam. Gli raccontai anche del lavoro che faceva il ragazzo, della foto che avevo trovato e della sorta di parentela che aveva con mio papà, suo capo da sempre. Quando ebbi finito, Niall era leggermente divertito ma pensieroso.
«Allora, che ne pensi?»
«Io non vorrei sembrare volgare o magari scortese» disse guardandomi, mentre lo incitavo a continuare. «Ma ti fai trattare come un oggetto, Josie, non dovresti» concluse a bassa voce.
Abbassai lo sguardo sospirando, poggiando caffè e muffin sul prato. «Lo so, come io faccio con lui comunque, ma la cosa che mi ha fatto impazzire non è stato questo» mormorai piano.
«Josie, sei una bellissima ragazza e potresti avere tutti i ragazzi di questo mondo, perché lui?» domandò poggiando una mano sul mio braccio. Alzai lo sguardo per guardarlo. «Insomma, hai detto che è più grande di te di qualche anno...perché non dovrebbe cercare altro? Dovrebbe avere una donna matura, non che tu non lo sia, ma dovrebbe avere una donna che possa dargli quello della quale lui ha bisogno» mormorò piano.
«Io lo so, dannazione. Quello che dici tu è giusto, ne sono consapevole, ma... Cristo, dovresti vederlo» mormorai immaginando per un secondo il ragazzo davanti a me. «Ha questi due occhi, queste labbra e, lasciami finire, ha questi pettorali che sembrano marmo!» esclamai ridendo.
Niall rise scuotendo la testa, «Sono un ragazzo, non mi interessa d'accordo? Sto solo cercando di fare l'amico bravo» disse quasi schifato. «Cosa vorresti fare, adesso?»
«Non lo sento da qualche giorno» mormorai sbuffando. «Insomma sono quasi due mesi che passiamo del tempo insieme e, anche se mi duole dirlo, magari mi sono affezionata» mormorai scrollando le spalle. «Insomma oltre ad essere un gran pezzo di ragazzo, è molto simpatico e gentile» dissi esasperata.
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Firefighters » Liam Payne
Fanfiction«Tu tratti me come se fossi stupido» dissi di getto, senza realmente collegare le cose. Jo si voltò istantaneamente verso di me corrucciando le sopracciglia. «Cosa vuoi dire?» chiese piano. «La foto» dissi guardandola mentre, adesso, era come se si...