Thirty-second / Josie

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Tanti bambini correvano avanti e indietro per il parco ricoperto di neve. Riconobbi il Central Park, sorridendo quando i piccolini iniziarono a tirarsi palle enormi di neve prendendosi a vicenda. La loro mamma li richiamava, facendomi ridere di più.

Mi voltai, notando una bambina ferma, adesso in una stanza semi buia. Accanto, la stessa bambina. Due gemelline. Mi avvicinai, allungando la mano per toccarle, ma le bambine sparirono immediatamente...

Aprì gli occhi piano quando un campanello suonò, probabilmente per la terza volta. Mi guardai attorno, confusa, ma poi sorrisi quando ricordai dove mi trovassi. Guardai fuori dalla grande finestra il bellissimo paesaggio, ricoperto tutto di bianco come piccoli diamanti. La camera era comunque la cosa più bella: Liam non aveva risparmiato nemmeno un dollaro, deciso a rendermi felice, anche se lo sarei stata anche in un B&B da venti dollari a notte. Era una suite, realmente: entrando vi era un piccolo soggiorno con un divano e una grande televisione, sulla destra il camino e sulla sinistra la grande vetrata -dove fuori illuminava solo il bianco- che occupava tutta la lunghezza e la larghezza della parete; poi vi era un piccolo corridoio, che portava a tre porte: un bagno con la doccia, una specie di armadio dove avevamo deciso di posare le cose sporche di fango o bagnate per via della neve e infine la nostra camera da letto. Enorme, davvero. Il letto al centro della camera, le pareti beige e poi una porta secondaria che era un'altra cabina armadio e un altro bagno, con tanto di vasca. Infine, un terrazzo che pensai fosse piccolo ma che accoglieva una vasca idromassaggio, coperta a sua volta da una specie di veranda interamente in legno. Era il paradiso.

Mi distrassi all'ennesimo colpo dato alla porta, non avevo voglia di alzarmi così feci finta di continuare a dormire. Quel letto e quella stanza erano troppo caldi e accoglienti per poterli lasciare, per questo ringraziai il cielo quando Liam uscì dal bagno con addosso solo un asciugamano a coprire la parte inferiore e si avvicinò alla porta. Tornò qualche secondo dopo, con in mano un vassoio che poggiò sopra la grande panca di legno ai piedi del letto.

«Sei sveglia» disse guardandomi, mentre io annuivo e sorridevo. «Ma non hai aperto lo stesso»

«Non mi andava di lasciare questo letto magnifico» mormorai vedendolo avvicinarsi e sedersi accanto a me, tirando le coperte. «Perché sei già sveglio?» chiesi.

«L'ho notato» disse ridendo, lasciando un pizzicotto sulla coscia da sopra le coperte, che attutì il reale dolore. «Io sono andato a correre mentre tu dormivi come un ghiro» mormorò poi baciandomi.

Ridacchiai sulle sue labbra tirandolo sul letto con me mentre ci aggrovigliavamo alle coperte e al suo asciugamano. «Tu sei pazzo, andare a correre con questo freddo» mormorai ridendo. Risi più forte quando Liam annunciò di essere rimasto leggermente nudo. Morsi il suo labbro, afferrandolo per il collo e guardandolo.

«Non mi dispiace, sai?» mormorai piano, sulle sue labbra facendolo mormorare. «Che tu rimanga nudo.»

«Nemmeno a me, ma tu sei troppo vestita» ghignò, afferrando la mia maglietta -che era la sua- e lanciandola lontano una volta che la tolse.

Le sue mani furono subito sui miei seni, cosa che mi fece ridacchiare e ansimare, mentre si tirava un po' verso il cuscino per poggiare la testa. Non si coricò subito, poggiò invece le sue labbra sulle mie spalle spostando i capelli mentre l'altra sua mano dedicava attenzioni al mio seno. Gemetti vergognosamente, mordendo le mie labbra, quando morse la mia clavicola e tirò il mio capezzolo, mentre io portavo le mani tra i suoi capelli e tirai con forza.

«Cazzo, piano» ansimò portando le mani sui miei fianchi mentre io sorridevo e gli baciavo il mento.

Le mie mutande furono sfilate velocemente e poi abbandonate in una parte del letto mentre io sbrigavo ad allontanare definitivamente l'asciugamano. Afferrò un preservativo dal portafogli che lasciava sempre sul comodino. Afferrai la sua erezione facendogli schiudere le labbra, mentre si lasciava cadere contro il letto morbido ed io muovevo il mio polso lentamente. Quando mi staccai, Liam aprì la carta lucida con i denti prima di compiere le azioni che ormai erano diventate abitudinarie. Strinsi le dita facendo chiudere anche i suoi occhi, mentre mi sollevavo per potermi abbassare lentamente sulla spessa lunghezza.

Firefighters » Liam PayneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora