Twenty-fourth / Josie

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Dopo l'incidente di Liam e la dichiarazione a cuore aperto delle sue paure e preoccupazioni, aveva deciso di iniziare la fisioterapia la settimana dopo. Avevano fatto alcuni controlli e alcuni esami dove lo avevo sempre accompagnato, poi i medici avevano dato il via libera per poter iniziare. Liam aveva ripreso a camminare con una sola stampella dopo due settimane, per reggere il peso del suo corpo e del gesso - che aveva tolto qualche giorno dopo l'inizio della fisioterapia. Continuava a curare le ferite meno gravi e a prendere le sue medicine cosa che, comunque, avrebbe dovuto fare per un po'. Nonostante ciò, era stato seguito da Alex, -anche a casa alle volte-, l'infermiera carina per la quale avevamo litigato poiché sembrava troppo presa dal mio ragazzo. In più, i ragazzi della caserma lo venivano a trovare quasi tutti i giorni riempiendo il salotto di birre, cartoni della pizza e puzza di sigari.

Oltre questo e sotto la sua influenza, io avevo ripreso la mia vita in mano: avevo iniziato a frequentare le lezioni e a prepararmi agli imminenti esami; avevo dedicato giornate intere a Lola e Niall per riprendere il nostro tempo perso e, ad ogni minimo minuto vuoto, mi ritrovavo a pranzare o a cenare con mio papà che con il passare del tempo si era abituato alla mia relazione con un suo sottotenente. Dal momento che Liam non poteva ancora portare la macchina, avevo preso la patente ed ero diventata il suo autista personale. Per ultima cosa, ma non meno importante, il signor Payne non mi guardava più con occhi strani poiché aveva accettato anche lui la situazione nonostante aveva messo in chiaro alcune cose con il figlio: 1, niente rapporti non protetti poiché non era pronto a diventare nuovamente nonno; 2, mai mancare di rispetto e 3, fare attenzioni alle voci in giro. Nel distretto avevano iniziato a parlare della relazione Payne-Hughes e della "grande" differenza d'età, ma a noi e a mio papà ben poco importava perché avevamo fatto l'abitudine.

In quel momento, mentre seguivo la lezione, mi ritrovai a pensare al cambiamento della mia vita nel giro di alcuni mesi. Avevo conosciuto quello che, da qualche scopata, era diventato l'amore della mia vita e tra alti e bassi avevamo superato tutto.

Sorrisi quando il mio telefono vibrò nell'esatto momento che la campana segnò la fine della lezione. Presi subito la chiamata, mentre raccoglievo le mie cose da sopra il banco e mi affrettavo ad uscire dall'aula.

«Salve, tenente» risposi sorridendo. «Cosa posso fare per lei?»

«Salve a lei, signorina Hughes. Mi annoiavo e volevo sapere se le andasse di cenare fuori» rispose Liam ridacchiando, facendo riscaldare il mio cuore.

«Certo che mi va» dissi ridendo. «La passo a prendere alle otto?»

«Uhm, no. Passo io a prenderla alle otto, che ne dice?» disse sicuramente con un sorriso sulle labbra. Potevo immaginarlo.

«Lee, cosa stai dicendo?» dissi fermandomi nel mezzo del corridoio, non facendo nemmeno caso alle persone che mi passavano accanto a tutta velocità.

«Beh, il fisioterapista mi ha dato il via libera per poter portare nuovamente la macchina dato che i miei nervi e i miei muscoli stanno tornando alla loro normalità» disse ridendo. «E forse, tra qualche settimana, potrò tornare a fare qualche turno in caserma»

«Oh mio Dio, ma è una notizia fantastica tesoro!» dissi ridendo, mentre riprendevo a camminare. «Cazzo, me lo sentivo di dover venire con te stamattina» dissi poi con una punta di tristezza. «Mi sono persa i passi più importanti»

Liam subito rise. «Avevi lezione, non preoccuparti. E in più, se ci sono stati questi passi importanti lo devo solamente a te Jo, lo sai» disse piano. Quando rimasi in silenzio per quelle parole che avevano colpito il mio cuore, Liam rise. «Passo a prenderti alle otto, va bene? Metti qualcosa di sexy»

Firefighters » Liam PayneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora