Thirty-first / Liam

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Quella mattina mi ero svegliato prima del suono della sveglia e avevo trovato anche Jo sveglia. Mi aveva detto che non riusciva a dormire per la troppa contentezza, che doveva fare molte cose e che era meglio alzarsi subito.

La sera prima ci eravamo addormentati appena dopo aver indossato nuovamente i vestiti, era meglio prevenire che curare comunque pur sapendo che il capo non sarebbe tornato prima dell'ora di pranzo. Avremmo aspettato il suo arrivo per partire, ma in quel momento era davvero troppo presto.

Jo uscì dal bagno destando i miei pensieri mentre camminava tranquillamente con un sotto di tuta e una felpa fin troppo grande, che riconobbi come quella della caserma.

«Scendi a fare colazione?» chiese la ragazza.

«Adesso? Ma è presto» mormorai guardandola, prima di passare un braccio dietro la testa per poterla guardare meglio. «Non vuoi rimanere un altro po' qui?» chiesi picchiando con la mano il posto vuoto accanto al mio.

Jo si avvicinò sorridendo, si inginocchiò sul materasso e abbassò il viso alla mia altezza. «Mi piacerebbe amore, ma ho molte cose da fare» mormorò prima di baciarmi e poi allontanarsi.

Sospirai spostando lo sguardo sulla mia destra, consapevole che fosse inutile insistere. La cosa bella della camera di Jo era la parete -dove vi era poggiato il letto- con la grande finestra: potevi guardare l'alba o il tramonto senza uscire fuori. Era perfetto.

Con il pensiero della sistemazione della mia camera come quella di Jo, mi addormentai nuovamente.


*

Stirai i miei muscoli del corpo mentre piano aprivo gli occhi. Le tende erano chiuse, segno che Jo fosse salita a controllarmi, infatti la camera brulicava nella luce tenue. Passai una mano sul viso, prima di scostare le coperte e poggiare i piedi a terra. Andai in bagno, svuotai la vescica e lavai mani e viso per potermi svegliare davvero.

Strisciando i piedi notai che la camera fosse sistemata, tranne per il letto con le lenzuola ancora calde e le mie scarpe gettate a terra; afferrai le converse e scesi al piano di sotto silenziosamente mentre osservavo come quella ragazza avesse davvero sistemato tutta la casa. Non c'era un filo di polvere, nemmeno una maglietta in mezzo.

Sorrisi leggermente entrando in cucina, che trovai puntualmente vuota, ma la caraffa del caffè piena così presi una tazza e la riempi. Sistemai la calzetta che era scivolata mentre camminavo piano per non cadere e mi avvicinavo alla finestra.
Una leggera pioggia scendeva sul prato, mentre le nuvole riempivano il cielo grigio.

Spostai lo sguardo quando un rumore attirò la mia attenzione, così mossi le mie gambe camminando verso quel leggero rumore. Cosa era? Semplicemente Jo che litigava nella camera degli ospiti con la valigia che, ovviamente, non voleva chiudersi. Poggiai la mia spalla contro lo stipite della porta mentre guardavo la ragazza con un sorriso sulle labbra, sorriso che coprì bevendo un sorso di caffè quando alzò il suo sguardo su di me.

«Buongiorno» disse sospirando, prima di sedersi a terra con aria sconfitta.

«Buongiorno» sorrisi guardandola e annuendo. «Posso darti una mano in qualsiasi cosa tu stia cercando di fare?» chiesi tenendo bene la tazza.

«No» disse subito mentre riprovava a chiudere la valigia. «Ce... la... devo... fare...» disse faticando realmente, mentre io sorridevo.

«Sei davvero sicura?» chiesi nuovamente.

Jo si spostò nuovamente con un sospiro pesante, mentre alzava lo sguardo sconfitto su di me. Sorrisi avvicinandomi, contento che avesse accettato il mio aiuto.

«Che devo fare?»

«Potresti gentilmente sederti sulla valigia?» chiese.

La guardai scettico, alzando un sopracciglio. Scrollai le spalle, posando la tazza sulla scrivania prima di tornare indietro e sedermi realmente sulla valigia. Jo fece qualche verso sconcio per lo sforzo tanto che, fossi stato in un'altra stanza, avrei pensato sicuramente male.

Firefighters » Liam PayneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora