Thirty-third / Josie

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Valentine's day, first part

Teneri baci furono posati sul mio collo, mentre stiracchiavo le braccia sorridendo. Tenni gli occhi chiusi quando un petto caldo e duro si poggiò contro la mia schiena nuda e un braccio cinse i miei fianchi. Alzai la testa di poco per far passare l'altro braccio del ragazzo in modo che potesse baciarmi la mandibola. Mi strinsi il più possibile con un sorriso ancora assonnato.

«Buongiorno amore» mormorai piano, mentre Liam si alzava su un gomito.

«Buongiorno bimba» sorrise abbassandosi e baciandomi sulle labbra, mentre lo guardavo. «Sai che giorno è?» chiese.

Feci finta di pensarci, ridacchiando quando Liam sollevò le sopracciglia. Era il san Valentino più Valentino di tutti con lui accanto, ogni giorno lo era per me. Speravo solo che il regalo gli sarebbe piaciuto perché mi sarei sentita male se fosse stato il contrario.

«So che giorno è, auguri» mormorai afferrando le sue dita nella mia mano, che strinse.

«Auguri a te» disse sorridendo. «Ti va di fare colazione in veranda?»

Annuì mettendomi seduta e, portando la coperta spessa sul mio corpo, guardai attorno alla ricerca di una maglietta da indossare. Liam si alzò, così notai fosse già vestito, e si avvicinò alla sedia per prendere i miei leggins lunghi e la sua felpa. Li indossai velocemente ringraziandolo, mentre sorrideva ovviamente, e legai i capelli in una crocchia abbastanza disordinata e orrenda.

Notai Liam farmi premura mentre mi lavavo il viso, così mi sbrigai e uscimmo fuori sul terrazzo, entrando velocemente per via del freddo. Rischiai di scivolare, facendo ridere entrambi, ma la mia risata scemò pian piano lasciando posto allo stupore mentre mi guardavo attorno.

Il piccolo tavolo in legno della veranda era stato spostato davanti al camino, acceso per tenere al caldo la camera, e sopra ad esso un grande vassoio con diversi piatti, tutti i miei preferiti; pancakes e waffles con sciroppo d'acero, una ciotolina con dello yogurt e sopra i cereali, infine il mio succo d'arancia che mai mancava; come centrotavola un piccolo lume bianco con dei cuoricini in cartone attaccati sopra ed infine, ma non meno importante, un mazzo di ventuno rose rosse era poggiato sulla sedia a dandolo e in mezzo una bustina bianca, piccolina.

Mi voltai verso Liam, che si guardò intorno imbarazzato, prima di guardarmi e sorridere.

«Non è molto lo so, ma non ho potuto fare altro» mormorò quando mi avvicinai e poggiai le mani sui suoi fianchi coperti dalla felpa. «L'hotel l'avevamo prenotato per il compleanno, ma poi abbiamo dovuto spost-»

«È perfetto» dissi guardandolo. «Lo è veramente, grazie davvero».

Mi misi in punta di piedi mentre il ragazzo abbassava il viso per incontrare le mie labbra. Qualche respiro si incastrò tra di noi mentre mi baciava dolcemente, puntando più volte i denti nel mio labbro inferiore. Un piccolo schiocco mi fece sorridere mentre Liam poggiava la fronte contro la mia. Ti amo, mormorò, facendo battere così forte il mio cuore che quasi ebbi paura. Ebbi il coraggio di ricambiare il mio amore solamente con un bacio profondo sulle sue labbra. Poi ci sedemmo. Odorai le rose, facendo sorridere il ragazzo, prima di afferrare il biglietto.

Ti amo. Nulla ha senso se non riesco a vivere i miei giorni con te.
Ti amerò, sempre.

Erano semplici parole che avevano fatto braccia nel mio cuore, facendolo tremare e facendo tremare le mie labbra. Liam era una persona che mi faceva stare bene, che mi rendeva felice, era una persona così piena d'amore. Ne avrebbe avuto per tutti.

Firefighters » Liam PayneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora