L'inizio

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"Marti è ora!" Sento urlare da mia madre che è nell'altra stanza, è arrivato il momento di svegliarmi.
Mi prendo cinque minuti per realizzare che sono già le sette e mi alzo.
Normalmente ci avrei messo ore per privarmi di quel calduccio che si crea sotto il mio piumone bianco a pois, ma oggi no, è un giorno speciale.
Inizierò a lavorare come cameriera in un bar vicino casa, lo so che non sembra entusiasmante, ma per me è un'esperienza che ti aiuta a crescere.
Okay, diciamo la verità, voglio guadagare un po' di soldi per un "progetto" che ho in mente da parecchio tempo.
Vado dritta all'armadio e prendo decisa i vestiti che avevo già scelto la sera prima, salto la colazione come sempre, io odio mangiare la mattina presto, poi passo in bagno per rinfrescarmi. Finito.
Afferro la cartella e scendo da mio padre che mi sta aspettando già con la macchina in moto.
Arrivo a scuola in cinque minuti, è vicina a casa.
Mentre mi avvio verso l'entrata vedo un enorme giubbotto rosso, è Giada, una mia amica che grazie a me ha decisamente migliorato il suo taglio di capelli, anche se a quanto vedo ancora non ha capito che il rosso non le dona.
"Giada!" Le urlo sperando che mi senta, e così succede, si volta e mi saluta con la mano.
La raggiungo e la abbraccio, non perchè volessi, ma perchè il suo enorme giubbottone è morbidoso.
Verchiamo la porta d'ingresso e tra i vari fogli appessi sulla bacheca leggo:"Corso di coreano ogni venerdì alle quindici" ma che idea stupida, a quale persona di questo paese verrebbe mai in mente di studiare una lingua che parlano solo in un paese?
"Marti, Giada!" Sento urlare, alzo lo sguardo e vedo Nora, un'altra mia amica, che ci saluta sventolando un foglio nell'aria "avete visto del nuovo corso di coreano?" Dice mostrandoci il volantino che aveva in mano, dovevo aspettarmelo da lei.
Tutte e tre insieme ci dirigiamo verso la classe, 3E.
Io e Giada prendiamo i nostri soliti posti, fila centrale secondo banco, e Nora si siede davanti a noi.
Manca qualcuno.
"Ma Valeria dov'è?" Domando, mancano cinque minuti al suono della campanella, e lei non manca mai a scuola, oh aspetta ho capito, dico vedendola arrivare per poi fare smacerie con Filippo, il suo ragazzo di 4A, sulla porta.

Fino a farmi maleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora