Nobody knows the way is gonna be

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Ciao a tutti, ragazzi! :)
Ecco a voi un nuovo capitolo.
Scrivo questa nota innanzitutto per ringraziarvi per tutto il feedback positivo che sto ricevendo, siete sempre carinissimi <3
Scrivo anche per avvisarvi che i prossimi due capitoli sono decisamente i miei preferiti: sto amando scriverli e rappresenteranno un punto cruciale per la storia.
Quindi, godetevi questo capitolo ancora "tranquillo" e tenetevi pronti.
Come al solito, fatemi sapere cosa ne pensate e se vi va votate il capitolo <3
Un bacio enorme.

Ps: la canzone è "Stand by me", degli Oasis.


"Bene, signore e signori, direi che ci siamo: è quel momento della serata!"
La voce allegra di Caleb coprì, con quell'esclamazione, il brusio generale, fattosi ora più quieto e sommesso, mentre l'odore delle candeline, spente ormai da un po', riempiva la stanza, cullando tutti con il suo familiare calore.
"Cosa?" chiese Millie incuriosita, sporgendosi verso di lui con un sorriso.
"Beh, cara signorina Brown, si dà il caso che il nostro Finn sia una vera rockstar! E, come tradizione vuole, è arrivata l'ora di prendere la sua bimba a sei corde." Ridacchiò il ragazzo, ammiccando verso il ragazzo riccioluto seduto accanto a lei.
"Oh, no no, io non credo proprio!" disse, appunto, Finn, con un'espressione a metà tra il disperato e il divertito.
"Ah sì?" continuò l'attrice, con il viso luminoso più che mai, guardando prima lui e poi Caleb.
"Certo! Finn è un asso con la chitarra e ha anche una voce niente male. Abbiamo fatto qualche serata, in passato." Aggiunse Ayla, rispondendo con un occhiolino.
"Piantatela!"
Finn si coprì il volto con entrambe le mani, esasperato, ma con il solito mezzo sorriso sempre stampato sulle labbra: in fondo, per quanto tentasse di sbatterla nell'angolo dei "sogni impossibili", la musica era tutta la sua vita.
-E, Dio, se gli mancava la sua chitarra!-
"Wow, ora sì che sono curiosa. Ti tocca dimostrarmelo adesso, Wolfhard." - lo stuzzicò Millie, poggiandogli delicatamente una mano sul ginocchio, che mandò Finn a fuoco ancora una volta: aveva decisamente perso il conto, dopo quella sera.
"No, davvero, ragazzi, io non-"
Ma Caleb non gli diede il tempo di finire la sua frase: tirò fuori da dietro la poltrona una custodia dalla forma inconfondibile, piena di adesivi di ogni tipo e con su iscritte, sul nero della pelle, le lettere "F.W".
"A lei, maestro."
"Giuro che ve la farò pagare, non scherzo!" lo fulminò Finn, dandogli una pacca sul braccio e prendendo la sua chitarra, con una delicatezza tutta speciale che non sfuggì all'occhio vigile di Millie.
"Sì, finalmente un po' di musica!" esclamò Sadie, portandosi un'altra cucchiaiata di panna alla bocca e battendo la mano sul tavolo, eccitata.
Finn, intanto, tirò fuori la chitarra dalla custodia, andandosi a sistemare su una delle poltrone, seguito prontamente da Ayla, che già pensava a qualche arrangiamento.
Millie sedette al posto che Finn aveva occupato fino a quel momento, venendo travolta di nuovo dal suo profumo e sentendo un brivido scorrere in lei.
Lo osservò, con la stessa minuzia con cui un chirurgo avrebbe osservato il suo paziente, rapita completamente da lui: era assorto in chissà quali pensieri, mentre spolverava delicatamente le corde della sua chitarra, con degli occhi tali che Millie si sentì intimorita alla sola idea di fissarli direttamente, tanto splendevano.
Era diverso, diverso rispetto ad ogni situazione in cui lo aveva visto: la sua anima stava vibrando, lì, al centro di quella sala, con quella chitarra tra le mani, con un'intensità tale da trasportare con sé nella sua onda tutto ciò che lo circondava.
Lei, per prima, non ne era stata solo rapita: c'era dentro, tutta, anima e corpo.
Le corde del suo cuore, in quell'esatto attimo, erano sfiorate dalle stesse dita.
"Io ... beh, temo di essere un po' arrugginito in realtà."
Millie ci mise un po' a processare quelle parole, persa com'era nei meandri del suo cuore, ma appena si riscosse guardò Finn negli occhi, trovandolo a guardarla di rimando, con le guance arrossate e un sorriso di scuse a incorniciare il tutto.
"Oh ... Ma ti pare, sono certa che sarà grandioso. Si vede che ... Si vede che sei nel tuo elemento." Rispose, indicando la chitarra con un cenno del capo e sorridendo, incoraggiante e in trepidazione.
"Oh, non starlo a sentire, Millie. Il signorino fa il modesto come al solito. Cioè, okay, è un impiastro in tante cose, tipo con le frasi d'abbordaggio: un disastro totale. Pensa che una volta-"
"Gate, se non chiudi quella boccaccia, io-"
"Hey, hey, calmo amico, era così per dire. Lo sai che ho ragione."
Finn scosse la testa, roteando così tanto gli occhi da far ridacchiare tutti gli altri, che si erano ora stretti su un lato del tavolo, in attesa.
"Beh, direi che per stasera andremo con un classico, così da accontentare tutti. Buon compleanno, Sadie!" disse poi, sorridendo verso la sua migliore amica e, dopo un rapido cenno d'intesa con Ayla, le prime note di un motivetto conosciuto riempirono la stanza, rendendo l'atmosfera vibrante come le corde sfiorate.
-Made a meal and threw it up on Sunday,
I've got a lot of things to learn ...-

Il cuore di Millie perse diversi battiti sentendo le parole di quella canzone risuonare nella sala di quella villetta a schiera che mai come allora le era sembrata lontana dal resto del mondo.
"Sì, adoro questa canzone!"
Quelle parole dette da Sadie arrivarono ovattate alle sue orecchie, totalmente concentrate a sentire quella canzone per davvero, quasi tatuandola sul suo cuore.
-Said I would and I'll be leaving one day
before my heart starts to burn...-
Ripensò a una miriade di cose: a quella mattina soleggiata che l'aveva trascinata a Notting Hill e che poi l'aveva lasciata andare con un vinile nuovo di zecca fra le mani e una persona nuova e inaspettata come non mai nella sua vita; alle centinaia di volte in cui aveva ascoltato quella stessa canzone, in macchina a tutto volume tra le strade di New York durante la fashion week o stretta sotto le coperte della sua camera d'hotel appena ventiquattro ore prima, con il vinile nuovo di zecca nel giradischi.
E pensò a quanto bene si sarebbe vista a riascoltare quella canzone ancora mille e mille volte, fra strade meno grandi e illuminate di quelle della grande mela, ma con quella persona nuova al suo fianco a cantarla insieme a lei.
-So what's the matter with you?
Sing me something new ...
Don't you know the cold and wind and rain don't know:
they only seem to come and go away ...-

Finn cantava, cantava ad occhi chiusi e facendo sua ogni sillaba, accarezzandola con voce calda e con un che dentro di indomito così diverso dalla sua ordinaria pacatezza, ma perfettamente in linea con la sua anima.
-Stand by me, nobody knows the way is gonna be -
Fu solo a quel punto che Finn aprì gli occhi, fissandoli direttamente in quelli color ambra di Millie e togliendole letteralmente il fiato.
Cantò le frasi del ritornello senza smettere di guardarla neanche per un secondo, quasi che volesse dirle, con quelle parole, qualcosa di più, come in un messaggio in codice.
-Nobody knows, yeah, nobody knows the way is gonna be.-
Ed era la realtà: nessuno poteva sapere come le cose sarebbero andate, nessuno poteva neanche sapere come e cosa ci fosse tra loro due, compresi loro stessi.
Ma c'era quel qualcosa e si poteva riassumere tutto in quelle tre parole: "stai con me", perché l'unica cosa che davvero sapevano era che stare vicini li faceva stare bene.
Avevano fatto "click" e ora ogni strada era aperta.
Ma quella dello "stare con me" era decisamente quella che più li attirava.


La canzone terminò,vibrante più di quando era iniziata, ma la magia che aveva sparso nella stanza continuava ad essere lì, più viva che mai.
Finn restò in silenzio, posando lo sguardo sulla sua chitarra e sorridendo, conle mani un po' tremanti.
"Wow!"
"Grandi ragazzi!"
Sollevò lo sguardo solo quando sentì i suoi amici esultare di fronte a lui e il suo sorriso si fece anche più grande.
Sadie andò incontro a lui e ad Ayla, abbracciandoli quasi commossa.
"E' stato il miglior regalo di compleanno, ragazzi!"
Jack e Malcolm si avvicinarono a loro volta, dando una pacca sulla spalla di entrambi e sorridendo: non c'era bisogno di parole tra loro quattro in qul momento, perché tutti avevano risentito, chi suonando e chi solo ascoltando, quell'energia speciale che si creava tra loro con la musica.
"Le mie doti col basso e la batteria di Mal avrebbero sicuramente migliorato iltutto, ma ... Forte, amico!" disse Jack, per stemperare quella piacevoletensione.
Finn rise, tornando intanto a guardare Millie, l'unica che non si era mossa,restando seduta nello stesso punto.
"Già, forte!" disse, attirando con le sue parole l'attenzione della giovane attrice, che sollevò il viso verso di lui.
Ed eccoli lì, di nuovo loro due da soli in quella stanza piena di gente e divoci.
E mentre tutti stavano ora sollevando Sadie in gruppo, per farla saltare durante i soliti "urrà!", Finn e Millie si erano persi ancora nel loro mondo,surreale quanto loro.
Si sorrisero, senza però muoversi dai loro posti; poi Millie unì le mani e gli fece un applauso, silenzioso e discreto, ma che in realtà urlava tutto un universo di emozioni.
-Sei bravo, Wolfhard, davvero bravo-
-Sei stupenda, Millie Brown-




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