Capitolo 3

755 53 1
                                    

Mi sentivo sprofondare. Che dovevo dire? Io non mi intimidivo facilmente, o almeno non lo davo a vedere, ma non sapevo affatto che fare, così presi fintamente la situazione con estrema leggerezza. Anche se stavo parlando con Rocky.

-Ell- risi per non far sembrare la cosa troppo seria -Mi ha detto che aveva paura del mio giudizio e di un possibile attacco d'ira da parte mia, che idiota- risi di nuovo.

-Già...- fece Rocky sospettoso annuendo lentamente -"Idiota"...

Io finsi di non capirlo: -Cosa?

-Hm... nulla...- proseguì lui malizioso.

Cinque minuti dopo eravamo davanti alla casa di Ellington. Ross gli mandò un messaggio dicendogli di uscire, e lui si fece vivo lentamente, come se volesse riprodurre la scena di un film. Aveva gli occhiali da sole e li tolse lentamente, poi scrollò il capo e il ciuffo castano gli rigò la fronte. Lo trovavo assolutamente ridicolo, mi ricordava quell'episodio della R5 tv quando siamo andati a giocare a tennis. Oddio, quel video...

In ogni caso, quando smise di fare il pagliaccio -pagliaccio in senso affettuoso, sia chiaro- osservai meglio com'era vestito e... wow... era davvero affascinante. Indossava una camicia verde menta e un paio di pantaloni neri abbinati alla giacca del medesimo colore. Ai piedi portava un paio di converse alte nere.

-Allora Rydel?- si avvicinò al finestrino accanto a me -Come sto?- disse lui ironico, io risi.

-Rat, lo ammetto, sei uno schianto!

Dato che lo dissi ridendo, nessuno immaginò neppure che lo pensavo davvero -tanto meglio- apparte Rocky -okay, sarà sempre mio fratello ma diamine! Che seccatura quando fa il ficcanaso!- che mi guardò sempre con quella faccia da sberle.

-Schianto, dici?

Poi lo minacciai sotto voce: -Rocky, lo sai che io ti voglio un mondo di bene, ma cavolo, smettila di comportarti da idiota!

Lui fece finta di nulla e Ratliff aprii la portiera accanto a me e si sedette. Dovemmo stringerci un po' e il mio cuore iniziò a battere freneticamente, ma non capivo mai perchè mi succedesse così, quando ero vicina a lui. Eravamo amici da così tanto tempo!

-Papà Mark, la prossima volta vieni con il bus, qui si sta stretti!- scherzò Ell.

Ridemmo tutti, e lui proseguì a fare diverse battute sinchè non arrivammo a destinazione.

Ed ecco i fan. Fumma assaliti da ragazze urlanti, io ero sempre entusiasta alla vista di una fan, avevo imparato ad abbracciare 50 persone tutte insieme! Ma mi sorpresi quando arrivò verso di me un ragazzo con un biglietto in mano.

-Questo è per te- mi disse timidamente. Riuscii a percepire la sua eccitazione, anche se non lo diede a vedere. Io sorrisi stupita e molto grata.

-Grazie!- dissi mentre mi porgeva il biglietto -Come ti chiami?

-Philip.

Philip era poco più basso di me e magro, con i capelli un po' mossi della stessa lunghezza di quelli di Rocky. Indossava una felpa pesante con il cappuccio verde muschio e un paio di jeans blu scuri. Ai piedi portava della Blazer nere rigorosamente slacciate. Appena mi diede il biglietto, cacciò le mani in tasca e, dopo avermi osservata con aria leggermente sognante negli occhi fece per andarsene, ma io lo bloccai posandogli una mano sulla spalla.

-Ehi, dove vai?- gli dissi sorridendo.

Lui si guardò in giro: -Dici a me?

Io risi: -Certo, Philip! Non mi sono neppure presentata e già vai via!

-Ma io so benissimo chi sei. Sei Rydel Mary Lynch, la ragazza più bella dell'universo.

Arrossii e gli sorrisi.

-Sei un ragazzo molto dolce, Philip. Quanti anni hai?

-15. Sono troppo piccolo per te, lo so...

Io risi: -Tesoro, l'età non conta. Lo dice anche la nostra canzone, "Whishing I was 23".

Lui mi sorrise ed io contraccambiai.

-Ora devo proprio andare.

-Philip, aspetta, non vuoi nulla? Un autografo, una foto, qualsiasi cosa?

Lui scosse il capo sorridendo: -Vederti sorridere è tutto ciò che chiedo.

Wow. Ho sempre odiato questa parte della mia vita, quando i fan mi dicono certe cose indimenticabili mentre io neanche li conoscevo prima di quel momento. Loro sapevano così tanto su di noi, e noi nulla su di loro. Mi sentivo in colpa.

-Sei un ragazzo in gamba, Philip. Non cambiare mai.

Venni travolta da alcune fan ma riuscii a scorgere Ratliff che osservava Philip andarsene. Pensai per qualche momento alla gelosia, ma cosa avrei dovuto fare io, mentre lo vedevo circondato da centinaia di ragazze?? Non che io fossi gelosa, mettiamo i puntini sulle i...

Dopo autografi, abbracci e foto varie salimmo le scale del palazzo dove si sarebbe tenuta l'intervista.

-Nei camerini! Svelti! Avete 10 minuti di ritardo!- disse irritata una donna vestita bene, probabilmente era la segretaria della giornalista che ci avrebbe intervistati.

La mamma fu lesta a pettinare i ragazzi, io mi truccai da sola e uscii dal camerino quasi correndo, ma mi bloccai istintivamente quando, fuori dalla porta, sbucò Ell dal nulla.

-Booo!

Mi disse. Io gridai e feci un balzo indietro. Lui rise ed io lo seguii.

-Ell, non fare mai più una cosa del genere!

-Perdonami- disse lui ridendo -Che salto che hai fatto, potresti concorrere alle Olimpiadi nella gara del salto in alto-

Io risi. Tra le nostre risate generali uscì Ross dal suo camerino.

-Ehy- ci disse -Che succede?

-Niente- risposi io ridendo.

-Perchè ridi?- chiese lui divertito.

-Tua sorella è una fifona! Fifona! Fifiona!- Ell cominciò a canticchiare.

Ross rise a crepapelle: -Questa non mi è nuova.

-E basta!- dissi sorridendo.

Ratliff cominciò a stuzzicarmi e a farmi il solletico.

-A quanto pare soffre anche il solletico!

-Basta! Basta!- implorai ridendo.

-Arrivo anch'io!- disse Ross cominciando a stuzzicarmi il collo.

-Pietà! Pietà di una ragazza innocente!- gridai ridendo a più non posso.

-Ragazzi!

La segretaria ci ammonì e ci sistemammo frettolosamente in riga come dei soldati.

-Dove sono i vostri fratelli?

-Stanno arrivando, signora- rispose Ross.

-Signorina, prego.

La tipa se ne andò e noi scoppiamo a ridere come non mai.

Arrivarono anche gli altri.

-Certo che ne avete messo di tempo!- disse Rat.

-Scusate- Riker si giustificò -Ma qualcuno è troppo pretenzioso in fatto di hair styling- fece lui guardando Rocky.

-Che c'è? Oggi ce l'hai con me?- si difese.

-Andate!- disse papà.

Quando arrivammo nella sala dell'intervista sulla sedia con suscritto "Rydell" c'era un biglietto. Lo guardai da lontano ed era il biglietto di Philip, probabilmente l'avevo fatto cadere in corridoio nella foga.

-E quello cos'è?- disse Ellington.

una ROSA in un campo VERDE||Rydel Lynch & Ellington Ratliff {R5}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora