Un maledetto numero che conta

Capitolo 6

"Fanny oggi pomeriggio vai tu a prendere Matthew e Alice in aeroporto"
Mi strillò mia madre dal piano di sotto.
"E non ti dimenticare. Arrivano alle tre. Per mezzogiorno esci di casa"
Come vi ho già detto mia madre non è mai stata una tipa puntuale, ma sempre in anticipo. Ormai io ci avevo fatto l'abitudine e quindi annuivo a tutto ciò che mi diceva ma poi facevo di testa mia.
Dopo aver passato la mattinata a prendermi cura del mio corpo e quindi, dopo aver fatto un'abbondante colazione, una ceretta, una doccia ed essermi messa lo smalto, alle tre stavo aspettando che mio fratello arrivasse con il solito ritardo degli aerei.
Quando lo vidi correre verso di me, il mio cuore riniziò a battere decentemente e uno strano sorriso si impossessò di me.
Mio fratello è sempre stata tutta la mia vita. È sempre stato più di un fratello, più di un amico, più di un confidente e più di una spalla su cui piangere. Quando finalmente le sue braccia strinsero il mio corpo minuto mi sentii finalmente bene, al posto giusto.
"Fanny quanto mi sei mancata" mi disse abbracciandomi ancora più forte.
Salutai anche Alice, mia cognata che mi era mancata anche lei.
"Fanny quanto pesi?"
"Trentasei chili. È tutto sotto controllo, non ti preoccupare fratellone"
"Ti trovo bene, nonostante sei troppo magra"
"Lo so" le medicine avevano fatto subito effetto facendomi tornare un colorito normale.

Quando arrivammo a casa, cucinai un piatto di pasta a testa mentre loro si sistemavano nella camera di mio fratello.
Mentre finivamo di mangiare l'ultimo boccone, suonò il campanello di casa. Andai ad aprire e mi trovai davanti Vin. Il suo sguardo mi posò sul mio corpo e quasi mi stava bruciando. Aprii tutta la porta per farlo entrare e sussurrai "Matthew e Alice sono in cucina"
Quando sentii la mia voce sembrò che si fosse risvegliato e andò con passo svelto in cucina mentre io salii velocemente in camera per non farmi vedere a piangere.

Dopo essermi guardata allo specchio innumerevoli volte ed essermi ripetuta che potevo farcela, scesi le scale e andai a sedermi sulle ginocchia di mio fratello