14. I hate you

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Calum Hood

"Ti giuro che se non ti fermi all'istante, ti prendo e ti sculaccio davanti a tutte le persone presenti alla mostra, Cody compreso" Alzo gli occhi al cielo a quelle parole, fermandomi solo per girarmi a guardarlo. So che ne sarebbe capace, ma non è questo a preoccuparmi.

"Te lo ripeto per l'ennesima volta, non sei Christian Grey" Dico infastidito, facendolo infuriare ancora di più. A dire la verità, è proprio quello il mio intento. Le parole sono la mia unica arma, lo sono sempre state, fin da quando ero piccolo. Nei giorni in cui Michael non c'era dovevo difendermi da solo dai bulli e, essendo troppo piccolo e magro, potevo ferirli solo e soltanto usando le parole. Lo vedo avvicinarsi con aria minacciosa, fino a ritrovarsi ad un palmo dal mio naso, ma non mi fa paura.

"Tu ora vieni a casa con me" Esordisce, afferrandomi il polso destro mentre io sbuffo una risata.

"Vaffanculo, Ashton" Sussurro con gli occhi fissi nei suoi, che mi guardano arrabbiati. La sua presa si fa più stretta e mi trascina verso l'auto, nonostante io avessi i piedi impuntati sul marciapiede per rendergli la cosa più difficile. Arrivati alla sua macchina, mi getta dentro con poca delicatezza, chiudendo la portiera. Non riesco neanche a provare ad aprirla nuovamente che Ashton si siede al posto del passeggero e blocca le portiere, impedendomi di uscire. Stupida sicura per bambini.

"Oh andiamo, davvero? Non sono mica un moccioso" Sbuffo, incrociando le braccia al petto ed abbandonandomi sul sedile.

"Lo sei, in realtà"

"Abbiamo solo quattro anni di differenza, sono irrilevanti!" Esclamo, alzando le braccia al cielo, per quanto mi è possibile. Lo sento ridere appena e mi zittisco immediatamente. Sono ancora arrabbiato con lui, ma devo ammettere che mi piace farlo ridere. Pochi minuti e arriviamo al palazzo in cui abita, quello che ormai conosco bene. Il riccio rimuove la sicura, permettendomi di scendere dalla macchina insieme a lui. In un modo tutt'altro che delicato, mi prende nuovamente il polso e mi porta all'interno dell'abitazione, salendo le scale con una velocità che neanche Flash riesce a raggiungere. Aperta la porta dell'appartamento, mi getta al suo interno e la chiude con violenza, togliendosi la giacca.

"Cosa vuoi fare? Sculacciarmi? Frustarmi? Mettermi appeso a testa in giù come un salame?" Chiedo esasperato, guardandolo come se non sapessi più come comportarmi.

"Potrei" Dice semplicemente, non accennando ad avvicinarsi, con un sorrisino furbo sulle labbra. A quel punto scoppio, non riuscendo più a trattenere la rabbia.

"E allora fallo! Cristo Ashton ti comporti come se fossi di tua proprietà quando in realtà non lo sono neanche lontanamente! Ho accettato di scopare con te, non di diventare la tua marionetta. Non posso neanche più parlare con un ragazzo? Sul serio? Chi cazzo ti credi di essere?" Sbotto, guardandolo dritto negli occhi.

"Sei soltanto un idiota egocentrico, maniaco del controllo ed anche bipolare" Concludo il mio breve discorso, sentendomi improvvisamente andare a fuoco, forse a causa del fatto che ho urlato come non ho mai fatto in tutta la mia vita. Probabilmente mi hanno sentito anche in Alaska. Lentamente, il ragazzo si avvicina a me, impassibile. Una sua mano finisce sul mio petto, spingendomi contro il muro del salotto.

"Un idiota che però ti fotte così bene da farti perdere la voce" Ribatte, afferrandomi il mento e baciandomi prepotentemente. Non posso ribattere, non avendo elementi necessari per farlo, quindi mi limito a ricambiare quel bacio famelico, lasciando che mi tolga la giacca prima di prendermi in braccio, facendomi allacciare le braccia intorno al suo collo. Il bacio diventa sempre più intenso, fatto di saliva, morsi e lingue che si scontrano continuamente. Devo ammetterlo, è un bastardo, ma sa come farmi perdere la testa. Senza capire come, ci ritroviamo nella camera da letto e, in quel momento, mi stacco da lui, scendendo dalle sue braccia. Senza dire nulla, lo getto sul letto, sistemandomi subito a cavalcioni su di lui, con il sedere premuto sul cavallo dei suoi pantaloni.

"Sei uno stronzo" Sussurro sulla sua bocca, baciandolo senza neanche dargli il tempo di ribattere. Lo sento sorridere sulle mie labbra mentre le sue mani scendono sul mio sedere coperto, che stringe possessivamente. Un tocco che, anche se non lo ammetterei ad anima viva, mi piace dannatamente tanto. Presto mi sfila la maglietta, senza darmi il tempo di realizzare che, ancora una volta, ha vinto lui. Vince sempre lui. Ma non preoccuparti Irwin, qui si gioca in due. Le mie mani sicure gli sfilano il dolcevita, lasciandolo cadere a terra insieme al mio. Le mie labbra scendono, iniziando a dare attenzioni al suo collo che, dai suoi piccoli sospiri, capisco che sono ben apprezzate.

"Voglio che mi cavalchi" La sua voce provocatoria giunge alle mie orecchie come una dolce melodia e mi porta a sorridere malizioso, mentre sbottono i suoi pantaloni.

"Lo faccio perché io voglio farlo, sia chiaro" In verità, amo quando mi dà ordini durante il sesso, ma non glielo dirò mai. Non voglio mica che si monti la testa. L'idea di cavalcarlo è presente nel mio cervello da quando ci siamo conosciuti, ma sono dettagli. Ben presto, tutti i nostri vestiti vengono gettati sul pavimento, lasciandoci nudi, appiccicati tra di noi. Senza pensarci due volte, afferro la sua erezione, pompandola per qualche secondo prima di allinearla alla mia entrata e penetrarmi da solo con una lentezza estenuante. Un gemito roco fuoriesce dalle labbra di entrambi e, in preda al piacere, inizio a muovermi su di lui. Ashton si alza con il busto, circondando i miei fianchi con le braccia per aiutarmi con i movimenti, mentre le mie unghie si conficcano nelle sue spalle. Gemo in modo sconnesso il suo nome, assecondando le sue spinte e gettando la testa all'indietro, non riuscendo a trattenermi. Può anche avere un carattere di merda, ma per quanto riguarda il sesso sa il fatto suo e non posso nasconderlo. Una spinta basta a farmi urlare dal piacere, dato che ha finalmente trovato la mia prostata. A causa della mia reazione, capisce di aver trovato il mio punto sensibile e continua a spingere lì sempre più forte, fin quando le spinte non diventano sconnesse, segno che sta per venire.

"Su piccolo, vieni per me" Mormora con il respiro pesante, guardandomi con gli occhi lucidi e leggermente più scuri a causa del piacere. Altre due spinte e vengo tra i nostri petti, senza che neanche mi toccasse. Esausto, abbandono la testa sulla sua spalla, lasciando che anche lui venga dentro di me. Stanco e affannato, alzo di poco la testa, poggiando la fronte sulla sua.

"Ti odio così tanto" Sussurro, guadagnandomi solo una risatina da parte sua.

"Ti odio anch'io, Cal"

Buon Natale a tutte!
Spero che questo giorno vi porti tanta felicità, fatemi sapere come lo festeggerete e dove se vi va!
Vi voglio bene♥

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