Calum Hood
Stringo leggermente le palpebre, girandomi dall'altra parte nella speranza di ripararmi dai primi raggi del Sole che spuntano dalla finestra. Purtroppo però, faccio parte dell'1% della popolazione mondiale che, una volta sveglia, non riesce più ad addormentarsi. Sbuffo infastidito, aprendo definitivamente gli occhi e sedendomi sul materasso. Il dolore alla testa mi sta uccidendo, è come se me la stessero trapanando. Che odio. Nel momento in cui però mi accorgo di non essere a casa mia, ma in quella di Ashton, il mal di testa passa in secondo piano. Che diamine ci faccio qui? Abbasso lo sguardo, notando di aver addosso una delle sue magliette. Lui non c'è, fortunatamente. Deglutisco a vuoto, sapendo benissimo che avremmo litigato.
Se sono qui vuol dire che mi ci ha portato lui.
Se mi ci ha portato lui, allora ha scoperto che gli ho mentito.
Merda."Ma perché la mia vita fa schifo" Piagnucolo sottovoce, alzandomi con cautela, in modo da non avere giramenti di testa. Cerco con lo sguardo i miei vestiti e, non appena li trovo, inizio a vestirmi. Tuttavia, devo rinunciare ad indossare la mia adorata maglietta, dato che è leggermente sporca di vomito e puzza di sudore. Mentre allaccio le scarpe, la porta della stanza si apre, rivelando la figura del riccio con un vassoio tra le mani. Mi ha davvero portato la colazione a letto?
"Buongiorno" Mi saluta freddamente, poggiando il vassoio sul comodino. Una spremuta d'arancia, una ciambella, un bicchiere d'acqua e aspirina. Mi mordo leggermente il labbro, osservandolo. È a petto nudo, indossa soltanto un paio di pantaloni. È così bello, diamine.
"Buongiorno" Mormoro, lasciando perdere la colazione. Non ho voglia di mangiare. Il mio stomaco di mattina è asociale, se gli mando del cibo non se lo caga di striscio. È inutile. Sono consapevole però che se non mangio non posso prendere la mia medicina, ma poco mi importa.
"Sei arrabbiato, non è così?" Lui si gira a guardarmi, sbuffando una risata sarcastica.
"Cosa te lo fa pensare? Il fatto che tu mi abbia mentito o che stavi per scoparti un altro?" Chiede in modo ironico, infastidendomi ancora di più. Odio quando fa cosi. Eppure, lo faccio anch'io. Lo so, sono incoerente.
"Non me lo sarei mai scopato" Ed è vero. Probabilmente se non ci fosse stato lui, non ci avrei pensato due volte a farmi sbattere da Cody, ma ormai non riesco più ad andare con nessuno che non sia lui. Nemmeno con Michael.
"Ah quindi quando sono arrivato non stavi strusciando il tuo culo sopra il suo cazzo? Per non parlare di quel succhiotto" Indica il mio collo, facendomi sgranare gli occhi. Quel lurido idiota mi ha fatto un succhiotto?
"Ero ubriaco, da sobrio non ci sarei mai stato"
"Beh, eri ubriaco invece"
Rabbia.
È tutto ciò che riesco a vedere nei suoi occhi.
Nient'altro che rabbia.
Ma non è una rabbia qualunque.
C'è qualcosa sotto, ma non riesco a capire cosa."Non abbiamo fatto niente Ashton! Ero ubriaco, non capivo un cazzo! In più, se ti ho mentito è perché non volevo che ti arrabbiassi. Volevo solo uscire per una sera con il mio migliore amico, ma per evitare di fare il terzo incomodo ho chiesto a Cody di venire" Spiego, con voce più alta del normale. Non è l'unico ad essere incazzato, credo che lui l'abbia capito.
"Potevi chiederlo a me!" Sbotta, spingendomi con la schiena contro il muro. Provo immediatamente a sfuggirgli, ma le sue mani vanno a bloccarmi i polsi, impedendomi qualsiasi movimento.
"Tu sei mio" Ringhia, facendo perdere al mio cuore qualche battito. Ammetto che sentirselo dire da lui fa un particolare effetto, ma se pensa davvero che io sia di sua proprietà, allora si sbaglia.
"Povero illuso" Ridacchio sarcasticamente, scuotendo la testa. Mi avvicino di poco al suo viso, guardandolo dritto negli occhi.
"Io non sono tuo" Sussurro ad un centimetro dalle sue labbra, senza però toccarlo. La sua espressione rimane impassibile, l'unica cosa che fa è sciogliere la presa sui miei polsi, lasciandomi andare.
"Sai cosa sei Calum?" Un sorrisino amaro spunta sulle sue labbra, facendomi alzare un sopracciglio.
"Sei solo una puttana"
Crack.
È il rumore che vorrei facesse il suo naso sotto i miei pugni, ma purtroppo è il mio cuore. Già, il mio cuore. In tutta la mia vita me ne sono sempre fregato di ciò che diceva la gente su di me, sapendo che l'importante era piacere a me stesso, non agli altri. Ma detto da lui, fa male. Non so perché, non ne ho la più pallida idea. Ma fa male. Un male cane. Nonostante il dolore però, dai miei occhi non scende una singola lacrima. Non se le merita, non si merita un cazzo. Raccolgo quel briciolo di forza che mi è rimasto e, senza timore, gli tiro uno schiaffo in piena guancia. La mia mano brucia a causa dell'impatto, ma non mi importa. È quello che si merita."Tu sai cosa sei invece?" Lo guardo con disprezzo, prima di continuare.
"Sei solo un bambinone viziato, un egoista che vuole tutto e tutti solo per sè, uno di quelli che vanno su tutte le furie non appena qualcuno tocca il loro nuovo giocattolino. Ma sai una cosa Ash? Io non lo sono mai stato. Scopavo con te perché mi piace il sesso, non perché volevo rimpiazzare la tua bambola gonfiabile. Nel frattempo sono andato avanti con la mia vita, non è cambiato un emerito cazzo. Invece di farlo con Michael, lo facevo con te. Cosa cambia? Niente. Non cambia niente. Cambia solo il fatto che Michael non mi avrebbe mai trattato come stai facendo tu" La mia voce si incrina leggermente, ma la schiarisco subito in modo da non dargliela vinta.
"A detta tua, io non ti piaccio, ma allo stesso tempo sei geloso di me. Non ti ho chiesto di venire perché vuoi stare in mia compagnia solo lontano da occhi indiscreti. Non riesco davvero a capirti e ormai non voglio neanche più farlo. Dopo ciò che hai detto stamattina, per me sei uno sconosciuto" La durezza nella mia voce mi sorprende, ma ormai sono troppo ferito per tornare indietro. Pensavo che, dopo tutto il tempo passato insieme, avessimo stabilito almeno un rapporto di amicizia, ma a quanto pare mi sbagliavo. Gli amici non ti danno della puttana e soprattutto non ti trattano come se fossi di loro proprietà.
"E per la cronaca, ho visto cazzi più grandi del tuo" Questa volta, ho puntato al suo ego e sono sicuro di aver fatto centro. A passo veloce, esco dalla stanza, cercando di non inciampare sui miei stessi piedi, a causa delle scarpe slacciate, mentre mi dirigo verso la porta. Prima di uscire però, mi volto, notando sorprendentemente che mi sta osservando, dall'uscio della sua camera.
"Vaffanculo, Ashton Irwin"
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Midnight
Fanfiction[CASHTON] Fanno l'amore di notte e si ignorano di giorno Accenni; Malum, Muke