24. Your heart beats so fast

1.7K 119 46
                                    

Devo assolutamente parlare con Cody. Dopo ciò che è successo ieri sera con Ashton, non posso continuare a mentirgli. Non si merita di essere preso in giro, è un ragazzo favoloso e troverà sicuramente qualcuno migliore di me lì fuori. Devo solo lasciarlo libero, in modo da permettergli di farlo. Per questo, gli ho dato appuntamento per un caffè, dicendogli esplicitamente che devo parlargli. Da lì andrò direttamente a casa di Ashton, di giorno questa volta. Sono particolarmente felice e per la prima volta la vita non mi fa così schifo. Stamattina mi sono svegliato tra le sue braccia, ma ho provato una sensazione del tutto differente rispetto a quando scopavamo e basta. Mi stringeva talmente forte, come se non volesse lasciarmi per nulla al mondo. Mi sono sentito protetto, amato. Non ho mai provato nulla del genere e devo ammettere che mi spaventa. Fino a due mesi fa l'idea di innamorarmi mi faceva rabbrividire ed ora credo proprio che Ashton mi stia facendo cambiare idea.

"Hey" I miei pensieri vengoni interrotti dalla voce di Cody, che subito dopo prova a baciarmi. Lo blocco immediatamente, osservando dispiaciuto la sua espressione confusa.

"Sediamoci" Dico semplicemente, avviandomi all'interno del bar. Faccio vagare il mio sguardo per i vari tavoli, cercandone uno libero. Sospiro di sollievo quando ne trovo uno e mi siedo velocemente, in modo da evitare che qualcuno lo occupi al posto mio. Il ragazzo si siede di fronte a me e non riesco nemmeno ad aprire bocca che la cameriera si avvicina a noi, chiedendoci cosa vogliamo ordinare.

"Per me un caffè, grazie" Dice il moro, sorridendo in modo cordiale. Io non prendo nulla, avendo lo stomaco completamente chiuso.

"Allora? Di cosa volevi parlarmi?" Diretto, come sempre. Credo l'abbia già capito, ma evidentemente vuole sentirselo dire.

"Ashton è venuto da me poco tempo dopo che tu te ne sei andato" Comincio, sentendomi tremendamente in colpa.

"Mi ha detto che gli piaccio e io-"

"Anche lui ti piace. È cosi?" Anticipa, ma prima che potessi rispondere la cameriera arriva con il suo caffè, lasciando lo scontrino e la tazzina sul tavolo. La ringrazia sorridendo, agitando una bustina di zucchero prima di versarla all'interno della bevanda.

"Si" Mormoro, non avendo altro da dire. Lui, diversamente da come mi aspettassi, alza tranquillamente le spalle, bevendo il suo caffè.

"L'avevo capito già, sta tranquillo"

"Come?"

"Sai, se non provi niente per una persona non baci il tuo ragazzo, in modo abbastanza prepotente se posso aggiungere, davanti a lui, subito dopo che avete litigato" Beh, effettivamente non ha tutti i torti.

"Mi dispiace tanto Cody" Lo guardo dispiaciuto, non riuscendo davvero a non sentirmi una persona di merda. L'ho soltanto illuso e non è da me. Che diavolo mi passava per la testa quando ho accettato di essere il suo ragazzo?

"Non preoccuparti, Cal. Mi passerà, ora va da lui" Mi incita, facendomi sorridere apertamente. Mi alzo, abbracciandolo di slancio e sussurrando una decina di grazie al suo orecchio. Dopo averlo salutato, corro fuori dal bar e fermo un taxi, fin troppo impaziente di vedere Ashton. Gli mando un messaggio per avvertirlo, con un sorriso da ebete sul viso.

Ashton Irwin

Calum Hood.
È possibile che una singola persona riesca a portare tanta luce e felicità nella tua vita? Mi sento come un ragazzino alle prese con la prima cotta. Lo sarei se non fosse per il fatto che ho ventidue anni e che la mia non è solo una cotta. È così bello, testardo e quando fa il sarcastico vorrei strangolarlo ma diamine se mi fa impazzire.

"Ashton" Lo sento ansimare sotto di me, mentre gli bacio il petto e la pancia, fino a scendere verso il cavallo dei pantaloni, che accarezzo delicatamente.

"Si, piccolo?" Ridacchio, lasciandogli un bacio sulle labbra prima di riprendere la dolce tortura. Persino il modo in cui geme è perfetto. Appena è entrato in casa non ho resistito, soprattutto dopo che mi ha detto di aver chiuso definitivamente con Cody. Non ci ho messo molto a spogliarlo della sua maglietta e a portarlo in camera da letto.

"Il tuo cuore.. Batte fortissimo" Le mie mani sbottonano i suoi pantaloni e li abbassano, lasciandoli cadere ai piedi del letto. Tolgo velocemente anche i miei, attaccandomi subito dopo alle sue labbra, nuovamente.

"Fa sempre così quando sono con te" Sussurro, accennando un sorrisino prima di calargli anche i boxer. Posso giurare di averlo visto arrossire, ma non credo fosse per il mio gesto, bensì per le mie parole. Non è la prima volta che facciamo questo genere di cose, eppure ora sembra diverso. Lo guardo con occhi diversi, il mio cuore batte diversamente, le mie mani si muovono in modo diverso.
È questo l'effetto che fa l'amore?
Sentire il suo cuore battere forte, quasi in sincronia con il mio, mi fa uno strano effetto, come se migliaia di farfalle stessero svolazzando nel mio stomaco. Sono più che sicuro che questo non sia solo sesso, è qualcosa in più e posso dire che anche per lui è lo stesso, riesco a percepirlo.

"È strano" Mormora, cercando di regolarizzare il respiro mentre mi stendo accanto a lui. Afferro immediatamente la sua mano, intrecciando le nostre dita.

"Cosa?" Chiedo, non riuscendo a capire di cosa stia parlando. I suoi occhi si spostano su di me, guardandomi quasi come se avesse paura di dire qualcosa di sbagliato.

"È come se dentro di me ci fosse un casino enorme e tu rimetti tutto apposto, è la prima volta in tutta la mia vita che mi sento cosi" Ammette, stringendo più forte la mia mano mentre si avvicina di più a me, poggiando la testa sul mio petto.

"È lo stesso anche per me" Gli bacio la fronte, accarezzando dolcemente i suoi capelli scuri. Lo vedo chiudere gli occhi e sospirare rilassato, cosa che mi fa sorridere. È adorabile.

"Io e Michael ci esibiremo al pub qui vicino con qualche canzone questo venerdì, ti andrebbe di venire?" Sgrano gli occhi alla sua proposta, portandomi seduto sul letto. Lui fa lo stesso, guardandomi confuso.

"Cosa c'è?" Sorride nervosamente, torturando la coperta con le dita. Mi mordo il labbro, scuotendo la testa.

"Non credo di poter venire, Cal" Dico, realmente dispiaciuto. Non voglio spiegargli il motivo, non ora che sta andando tutto bene. Lui abbassa la testa, senza però fare altre domande. So che ci è rimasto male, ma gli passerà. O almeno lo spero. Lo prendo di nuovo tra le mie braccia, stendendomi sotto le coperte. Non posso proprio, è troppo presto, anche se vorrei tanto stare un po' con lui in posti diversi da casa mia o casa sua. Ma ci sarà tempo per tutto quello, prima ho bisogno che il mio piccolo segreto rimanga tale fin quando non avrò il coraggio di rivelarlo.

Midnight Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora