Capitolo 18

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Ho fatto davvero molta fatica ad addormentarmi la scorsa notte, dopo tutto quello che era successo me lo sarei dovuto aspettare. Troppa roba in una sola giornata, Daniel che prima mi ignora, poi mi bacia...già quel bacio, come dimenticarlo. In quei pochi secondi avevo provato emozioni forti, ma completamente contrastanti, da una parte lo desideravo, ne avevo bisogno, ma dall'altra mi sembrava sbagliato,come se avessi paura di deludere nuovamente le mie aspettative.

In ogni caso, col senno di poi, sono felice di non essermi tirata indietro, nemmeno con Filippo avevo mai provato nulla del genere.

Mi sveglio più tardi del solito, infatti  Elettra non c'è, credo sia scesa a fare colazione. Al solo pensiero la mia pancia inizia a brontolare, in effetti è da un po' che non metto qualcosa di sostanzioso sotto i denti.
Indosso una maglietta e dei jeans, i primi che trovo nell'armadio e mi dirigo in corridoio. Appena esco dalla stanza, noto che qualcuno è in ritardo come me. Alzo lo sguardo e vedo proprio lui...Daniel Piccirillo.

Il mio stomaco ha cessato di esistere, non avevo pensato a come comportarmi e tantomeno a cosa dire, sono nel panico più totale, ma cerco comunque di sembrare seria esternamente.
La mia coscienza mi porta a pensare che la cosa migliore da fare sia restare in silenzio e aspettare che sia Daniel ad attaccare discorso, d'altronde è stato lui a baciarmi.

Mi guarda, ma non accenna al minimo saluto. Allora io inizio a camminare, forse se fossi stata più vicina avremmo discusso su ciò che era successo il giorno prima, ma niente... Lo supero, tenendo il mio sguardo, visibilmente deluso, fisso sul pavimento.

Ecco lo sapevo, è stato tutto uno stupido giochino da parte sua, come ho fatto a illudermi che quel bacio avesse contato qualcosa anche per lui? Forse sono davvero una bambina, ancora convinta che esista un principe azzurro in grado di salvarla da tutto e da tutti, ma non è fottutamente così, mettitelo in testa Alison.Cresci.

Percorro un altro paio di metri di quel lungo corridoio, quando sento una pressione sui fianchi, delle mani mi stanno stringendo, le sue mani.

<<Daniel>> dico con voce fievole mentre giro la testa per guardarlo negli occhi.

<<Eddai principessa, stavo scherzando, non volevo farti star male>>afferma lui <<mi perdoni?>> dice stampandomi un bacio sulla guancia. Faccio una breve pausa...

<<No inculati>> dico togliendo le sue braccia dal mio corpo. Attendo qualche secondo prima di riprendere a parlare, ora mi sente << Devi smetterla di fare scherzi  Piccirillo! Io ti stermino! >>gli urlo addosso e d'istinto prendo un cuscino, che era appoggiato ad una sedia  e glielo scaravento contro più e più volte.

All'inizio ero seria, ma vedere il faccino preoccupato e allo stesso tempo divertito di Daniel ha contagiato anche me, di conseguenza sono scoppiata a ridere.

<<Non credevo fossi così violenta>> dice lui appena smetto di colpirlo.

<<E se non stai zitto te ne tiro ancora>> lo minaccio <<comunque, un modo per farti perdonare c'è>>  attendo un attimo, nella speranza che gli torni in mente ciò che mi aveva promesso << devi fare tutto quello che voglio per 24 ore, non dirmi che te lo sei dimenticato?>>

A giudicare dalla sua faccia direi proprio di si, è un misto tra panico e "sono ancora in tempo per scappare". Ora mi diverto io.

<<oh Gesù...>>afferma arreso <<cosa devo fare per lei?>> dice facendo una sottospecie di inchino.

<<beh intanto per cominciare, ho molta fame, ma non ho per niente voglia di farmi due piani di scale, quindi voglio che tu mi porti la colazione in camera>>

<<cosa?! Stai scherzando? L'ascensore è guasto, come faccio?>>sbotta lui

<<non è un problema mio Piccirillo>>

Arreso inizia ad andare verso le scale e io verso camera mia.

<<Cosmic!!>> chiamo Daniel con il suo soprannome. Lui si volta e attende che io dica qualcosa << Voglio del succo d'arancia>>

<<va bene...>>dice voltandosi nuovamente

<<e dei pancake!>> urlo

<<Va bene!>>

<< E non dimenticare il caffe!>> grido mentre apro la porta di camera
mia <<con due bustine di zucchero!>>

<<VA BENE!>> dice perdendo quel poco di pazienza che gli restava. Chi la fa la aspetti.

Entro nella mia stanza e mi butto sul letto scoppiando a ridere per la fantastica scena appena vissuta. Alla fine di questa giornata mi odierà, ne sono certa, ma ne sarà valsa la pena.

Attendo una decina di minuti , quando vedo Daniel entrare dalla porta, che avevo precedentemente lasciato aperta, con un vassoio enorme in mano. Mi sistemo meglio nel letto e lui appoggia il tutto di fronte a me, dopo di che si siede. Inizio a mangiare  la mia abbondante colazione. Ho sempre amato i pancake, perchè mi ricordano molto la mia infanzia.

Quella delizia è accompagnata da un bel strato di panna montata di cui vado matta, infatti non ci metto molto a terminarla.

Daniel ha appena finito di mangiare la sua parte quando alza lo sguardo verso di me, un piccolo sorriso si forma sulle sue labbra.

<<aspetta>> non dice altro. Avvicina la sua mano destra alla mia bocca <<hai un po' di panna qui>> lentamente mi accarezza il labbro inferiore per togliere quei pochi residui rimasti della mia colazione.

Che figura, sembro impedita anche a mangiare, sono un disastro. Sento un improvviso calore formarsi sulle mie guance, perfetto sono anche arrossita, che imbarazzo. Cerco di coprirmi il volto con le mani, ma
Daniel non me lo permette e le stringe nelle sue.

<<non coprirti, sei adorabile>> dice a bassa voce. Tutto ciò che riesco a fare è sorridere a quella talmente bella, ma allo stesso tempo  strana, affermazione. Mettiamo in ordine la camera, per poi incamminarci verso gli studios...

// ANGOLO AUTRICI//
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