24. stringi la mia mano se hai paura

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La fatidica mattina della gita, dopo aver caricato le valige nel bagagliaio dell'autobus, i ragazzi salirono a bordo. Jimin e Taehyung seduti su due sedili diversi, non molto lontani tra loro, dopo la seconda lite avuta nei pochi giorni precedenti. Se Jungkook aveva pagato per il grigio significava che questo era a conoscenza della sua situazione economica. Ed essendo la conclusione stata tratta con tanta sicurezza proprio dal suo migliore amico, questo portò Taehyung a pensare che fosse stato proprio lui a parlare della cosa a Jungkook, contro la volontà del grigio. Jimin aveva ovviamente negato e questo li aveva portati alla stessa situazione di quando qualche giorno prima le posizioni erano invertite, con la sola differenza però che Taehyung aveva fatto ciò di cui era stato accusato, mentre il biondo era innocente.
Tra il fiume di studenti che percorreva lo stretto corridoio del mezzo, il grigio riconobbe Jungkook, ma questo lo sorpassò senza nemmeno degnarlo di uno sguardo ed andandò a sedere in fondo, cuffie nelle orecchie, cappuccio sulla testa e tutta l'intenzione di dormire. Qualche secondo dopo salì anche Yoongi che si fermò di fronte al biondo, indeciso se sedersi accanto a lui oppure no.
<<Il posto è libero, ma non mi va di parlare.>>
Avvertì Jimin, quasi percependo la silenziosa domanda del maggiore, ma preoccupandosi di bloccare qualsiasi spunto di conversazione. I due avevano una questione in sospeso, lo ricordava bene, ma tra tutti i momenti quello era per lui il peggiore: non gli era mai capitato di litigare a tal modo con il suo migliore amico. Yoongi annuì sconfitto alzando le mani in segno di resa, e si mise a sedere accanto a lui con un piccolo sospiro, per poi rifugiarsi nel suo telefono per far passare il viaggio.
L'ultimo a salire, o almeno così pensava, fu Namjoon, l'unico del gruppo che aveva aderito volontariamente al progetto, ma si dovette ricredere non appena gli occhi gli vennero coperti da due mani, appartenenti alla persona dietro di lui che gridò.
<<Sorpresa!>>
Il ragazzo, riconoscendo immediatamente la voce, sorrise voltando appena il capo.
<<Jin! Che... Che cosa ci fai qui??>>
<<Il preside è un vecchio amico di mio padre... E poi ho pagato, quindi mi ha lasciato imbucare volentieri.>>
<<Ma... E l'università?>>
<<Non abbiamo esami nei prossimi giorni, ed essendo il migliore del mio corso posso anche permettermi di saltare qualche lezione. Altro?? Dato che non ci vediamo quasi mai ho pensato di passare un po' di tempo con la mia dolce metà, non pensavo mi servissero delle ragioni...>>
<<No... È solo che mi preoccupo per te.>>
Sorrise Namjoon, e si buttò sui primi due sedili vuoti che vide, trascinando il maggiore fino a farlo sedere sul suo grembo ed iniziando a coccolarselo.
Yoongi alzò gli occhi al cielo a quella scena, con espressione di disgusto, mentre accanto a lui Jimin sorrideva guardandoli ed immaginando come ci si potesse sentire ad essere coccolati da qualcuno.

Il viaggio di andata procedette senza intoppi, nonostante la noia dei ragazzi che, da bravi testardi quali erano, si rifiutavano di interagire tra di loro. Giunti in aeroporto Yoongi aveva tentato di portare anche la valigia di Jimin, ma, ricevendo da quest'ultimo un'occhiata fulminante, vi aveva rinunciato. Taehyung invece si era fatto avanti con Jungkook comprando due caffè con latte e cioccolato da Starbucks come colazione ed aveva ricevuto dal minore un sorriso accompagnato da un "Grazie ma non devi farlo per forza." che aveva lasciato il grigio a riflettere sul significato di tali parole.
Una volta sull'aereo le posizioni s'invertirono. Jungkook osservava da lontano con un sorriso sulle labbra un Taehyung tutto eccitato per il suo primo viaggio in aereo, con il viso appiccicato al finestrino. Jimin notò invece Yoongi conficcare le unghie nel bracciolo del sedile, visibilmente a disagio.
<<Tutto... Tutto ok?>>
Era la prima volta dalla partenza che parlava, ed il solo suono della sua voce sembrò bastare per rilassare l'azzurro.
<<Non sono proprio un amante dei voli.>>
La risposta fu breve e volece, il maggiore temeva che la voce, già vacillante, lo potesse tradire da un momento all'altro, ma non erano necessarie altre parole. A Jimin ci vollero un paio di esitanti tentativi prima che riuscisse ad intrufolare una mano tremolante tra quella del maggiore ed il sedile, intrecciando le dita con le sue.
<<Ecco. Stringi la mia mano se hai paura.>>
Gli sorrise, facendo scomparire gli occhi nelle due meravigliose mezzelune che Yoongi amava tanto.
<<Ne sei... Sicuro?>>
Il biondo annuì debolmente in risposta, facendo dei respiri lenti e profondi per forzarsi a restare calmo; avrebbero potuto condividere la paura in quel modo, ed affrontarla insieme.
Nonostante Yoongi gli fosse oltremodo riconoscente e la sua intera calma dipendesse da quel contatto, dopo il decollo lasciò comunque andare la mano del minore, vedendo l'immenso sforzo che ciò comportava in lui e non volendo forzarlo più di quanto egli stesso non si fosse già imposto.

AFEFOBIA - [m.yg/p.jm, k.th/j.jk]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora