<<Yoongi... Baciami.>>
<<No.>>
Il biondo si pietrificò in un istante, spalancano velocemente gli occhi che fino a quel momento erano rimasti socchiusi.
<<C-come?>>
La voce gli uscì non più di un sussurro, debole e tremolante, mentre mille dubbi si facevano strada nella sua mente in un secondo. E se aveva fatto qualcosa di sbagliato? E se aveva frainteso tutto?
<<No Jimin. Se lo vuoi, se te la senti, sarai tu a farlo. L'affronteremo insieme ma è la tua fobia, deve essere il tuo coraggio, sarà la tua vittoria. Io non muoverò un muscolo.>>
Le parole del maggiore ebbero in Jimin un effetto contrastante. Da una parte lo rincuoroavano e gli davano forza, ma dall'altra lo lasciavano senza possibilità: avrebbe dovuto fare lui l'ultimo passo.
La vicinanza dell'altro, il calore della mano che ancora stava stringendo la sua e soprattutto il soffio del suo respiro che colpiva le labbra di Jimin ad ogni parola, fecero rabbrividire il minore. Il suo intero corpo fremeva, richiamato da quello di Yoongi, e per la prima volta sentiva sulla sua pelle il bruciante desiderio di un contatto fisico, pelle contro pelle, labbra contro labbra.
Con gli occhi aperti questa volta, il biondo strinse con la mano libera il colletto della maglia del maggiore in un pugno tremolante, prima di far sparire anche quei pochi centimetri rimasti tra di loro e congiungere le labbra a quelle dell'altro. Un contatto leggero e sperimentale all'inizio, delicato come il battito di ali di una farfalla, le labbra di Jimin sfiorarono appena le gemelle e già quel piccolo contatto fu abbastanza per accendere una scintilla dentro di lui e spegnere tutto il resto del mondo fuori.
Presa un po' più di confidenza, premette le loro labbra l'una contro l'altra con maggiore convinzione, separandole leggermente ed iniziando a muoverle in sintonia con quelle di Yoongi. Quest'ultimo, che era rimasto immobile fino a quel momento, portò la mano libera dietro il fianco del ragazzo, azzerando qualsiasi tipo di distanza rimasta tra di loro premendo i loro corpi insieme e lentamente prendendo il controllo del bacio. Intrufolò sperimentalmente la lingua fra i denti di Jimin con lentezza e, non ricevendo alcuna reazione negativa dal ragazzo, si prese un po' più di libertà andando a giocherellare con la sua lingua e passando appena i denti sulle sue labbra, assaporandolo. Sapeva di vero il suo Jimin, di paura e di coraggio insieme, e di amore.
Yoongi si allontanò di poco appena sentì qualcosa di umido sfiorargli la guancia, non volendo che il minore si forzasse troppo solo per lui, e sentì la preoccupazione e la colpevolezza salire prepotenti dentro di lui appena vide l'espressione del ragazzo. Le labbra leggermente divaricate, sulle quali passava le sue piccole ditine ancora incredulo, gli occhi lucidi che sbattevano di tanto in tanto, ed una singola lacrima che dall'occhio destro era scesa sulla sua guancia paffuta per poi andare a posarsi su quella dell'azzurro. Quest'ultimo passò una mano sul proprio viso, capendo solo in quell'istante che ciò che di umido aveva sentito sulla guancia era una lacrima, una lacrima di Jimin.
Lasciò repentinamente la mano del biondo che stava stringendo e fece un passo indietro, credendo di aver esagerato, di avergli fatto provare paura di nuovo.
<<Ji-jimin... Io... I-io mi-...>>
<<Wow...>>
Il sussurro di meraviglia, seguito da un enorme sorriso capace d'illuminare i cuori di chiunque avesse la fortuna di vederlo, calmarono l'ansia del maggiore.
<<Jiminie tu stai... Piangendo?>>
Il ragazzo annuì con una piccola risatina imbarazzata e prese a scacciare quella lacrima con una mano, per poi tornare a guardare Yoongi.
<<Io... Non pensavo potesse essere così bello toccare qualcuno. Baciare qualcuno... -Scosse un paio di volte la testa, con le mani strette al cuore.- No, che dico qualcuno... Te. Baciare te Yoongi-hyung. Era da tanto che desideravo farlo.>>
A quelle parole il sorriso tornò a splendere anche sul viso del maggiore, che annuì concordando con lui. Jimin non era l'unico ad essere rimasto sorpreso da quel bacio.
<<Ora però possiamo scendere dal pavimento di vetro per favore?>>
Fece ridere entrambi mentre si dirigevano di nuovo verso l'ascensore per tornare a terra. Il biondo porse di nuovo la mano a Yoongi, il quale però notò che stava leggermente tremando anche se il ragazzo si stava impegnando davvero tanto per non darlo a vedere. Il maggiore scosse la testa con un sorriso comprensivo.
<<Hai già fatto più che abbastanza per oggi.>>
<<Ma... Ma io voglio tenerti per mano.>>
Il piccolo broncio apparso sulle labbra del minore, fino a farlo sembrare un bambino, sciolse il cuore di Yoongi, che tirò la manica della propria felpa oltre la mano e la porse al ragazzo, così che potesse afferrare quella invece della sua pelle direttamente, come ormai erano diventati soliti fare.
<<Un passo alla volta, ok? Piccoli, come quelli di prima quando mi hai trascinato su quella vetrata.>>
Al biondo tornò il sorriso non appena si fu aggrappato alla manica del maggiore, ed entrambi presero l'ascensore.
<<Ah, non ti ho ancora ringraziato per aver pagato la quota della gita di Tae!>>
Disse dal nulla Jimin, ricevendo uno sguardo di sorpresa dall'altro.
<<Ma tu come... Come hai fatto a saperlo?>>
<<Beh, non ci voleva certo Sherlock Holmes... Io e Tae non siamo stati, Jungkook nemmeno... Chi resta che conosciamo e con abbastanza soldi da poterselo permettere senza battere ciglio??>>
<<Non puoi comunque esserne sicuro...>>
<<Ohw, eddai. Non cercare di nascondere il fatto che sotto sotto sei una buona persona.>>
<<Non è vero! L'ho fatto solo perché siamo finiti in quel casino per colpa mia. Tutto qui.>>
Si affrettò a negare Yoongi, mentre finalmente rimetteva i piedi a terra una volta scesi dall'ascensore.
<<Si che è vero. Lo hai fatto per rimediare ad un tuo errore, per Jungkook perché volevi che avesse qualcuno in grado di stargli accanto, e lo hai fatto anche per me, perché volevi che risolvessi le cose con Tae... E va bene così, non devi fingere con me. Sta tranquillo non lo dirò a nessuno, così potrai continuare a fare il ragazzone brutto e cattivo.>>
Yoongi rise insieme a Jimin e lasciò cadere l'argomento, non provando a negare una seconda volta, mentre i due si avviavano a fare un giro per la città prima di rientrare in hotel.<<Se hai finito di parlare, siamo arrivati. Entra qui.>>
Una volta all'interno del negozio Seokjin si guardò intorno, le sue previsioni non erano sbagliate: si trattava di una gioielleria ed anche piuttosto costosa. La sua mente cominciò a vagare ad ogni tipo di pensiero quando l'uomo dietro al bancone consegnò una scatoletta a Namjoon, e si lasciò trascinare fuori dall'edificio sotto shock. Non disse una parola per tutto il tempo che sarvì loro per raggiungere una panchina sulla riva del fiume non molto distante da lì, al contrario della loro precedente camminata in cui Jin non riusciva a tenere la bocca chiusa.
<<Joon... -Trovò la forza di parlare una volta seduto sulla panchina, mentre l'altro era intento ad aprire la piccola scatola.- Cosa... Che cosa stai facendo?>>
La prima cosa che gli era balenata in mente, a lui come a chiunque altro si fosse trovato in quella situazione, era una proposta di matrimonio. Ma non aveva senso, erano ancora giovani, ne avevano parlato ed erano rimasti d'accordo sull'aspettare almeno che Namjoon finisse la scuola, anche se Jin avrebbe voluto posticipare il tutto a seguito della sua laurea in medicina.
<<Shh, lasciami fare e non trarre conclusioni avventate come tuo solito.>>
Aperta la scatola, ne mostrò il contenuto al ragazzo: due anelli semplici d'argento con una sottile fila di diamanti nel mezzo, brillante voce sapeva sarebbe piaciuto al suo ragazzo. All'interno ognuno di essi presentava una scritta incisa: Namjoon's e Seokjin's.
Il minore afferrò il primo e, presa delicatamente la mano sinistra del ragazzo, fece scorrere l'anello attorno al dito anulare. Seokjin, tra le lacrime, ripetè la stessa azione con la mano del ragazzo, per poi intrecciare entrambe le loro mani.
<<Non sono impazzito e questa non è una proposta di matrimonio, altrimenti sarei in ginocchio e ci sarebbe qualcosa di speciale tipo i fuochi d'artificio o una cascata di petali di rose. So che ti piacciono le cose in grande. -Ridacchiò nervosame Namjoon.- Sono solo un simbolo così, qualunque cosa accada, ti ricorderai che è a me che devi pensare. Non a tutta questa situazione di merda, non ai nostri genitori o agli altri, ma a me. Nello stesso modo in cui io penso a te, sempre. Sono qui con te adesso, lo ero ieri e lo sarò domani, perché lo voglio non perché devo. Di questo non devi dubitare mai e poi mai.>>
A quel punto Seokjin era già scoppiato in lacrime ed aveva lasciato le mani del suo ragazzo optando per abbracciarlo e stringerlo forte, come quasi per paura che sarebbe potuto scappare via, anche se era certo che non sarebbe mai successo.
<<Ti amo. Ti amo stupido, stupido Kim Namjoon. Mi hai fatto prendere due infarti in un giorno, al prossimo ci resto secco.>>
<<Eh no! Non prima di avermi sposato. E nemmeno dopo, o vuoi rendermi un triste vedovo inconsolabile?>>
Il maggiore rise tra le lacrime che ancora gli rotolavano sulle guance, per poi andare a lasciare una cascata di baci sulle labbra del ragazzo accanto a lui. Questo infine si alzò e tornò ad intrecciare le dita della mano con quelle di Seokjin.
<<Ora su, forza. Abbiamo il resto del pomeriggio per fare tutto quello che vuoi, mentre per cena ho una sorpresina per te...>>
<<C-cena?? Ma che stai dicendo? I tuoi professori hanno detto che dobbiamo essere in albergo massimo alle 18.30, e non intendo permetterti di finire nei guai.>>
<<Ahh, vuoi smetterla di fare il perfettino almeno per una volta e vivere? Rientreremo per quando ci conteranno e poi usciremo di nascosto, è tutto sotto controllo. Non accetto nessuna lamentela, altrimenti stanotte dormi da solo.>>
<<Yah, è un ricatto questo??>>
<<Esattamente.>>
Namjoon sorrise innocente con le sue tipiche fossette ad ornargli le guance, per poi continuare a camminare alla mercé dell'ira del suo ragazzo.
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AFEFOBIA - [m.yg/p.jm, k.th/j.jk]
FanfictionJimin soffre di afefobia, ha paura di essere toccato. Yoongi vorrebbe proprio toccarlo, così come fa spesso con Jungkook. Questo, un ragazzo perso nell'oscurità che può essere a volte l'amore. La stella che brucia per salvarlo porta il nome di Taeh...