"Vai a preparare Holly," ordinai duro ad Elsa, nella prima lezione successiva alla gara sociale.
Lei mi guardò con apparente disprezzo e io mi chiesi cosa fosse tutta quella confidenza nel restare a guardarmi invece di andare a prendere la cavallina.
"Vorrei cambiare cavallo, uno un po' più impegnativo."
Sembrò aver appena sputato una pillola acida che teneva nella bocca, come se schifasse persino parlarmi. La richiesta era evidentemente legata alla reazione di Jessica alla premiazione della gara; forse pensava che cavalcare un cavallo più difficile avrebbe facilitato la sua integrazione. Per un momento pensai di rifiutare, giusto per fare il cattivo e farla irritare, ma poi pensai che avrei potuto divertirmi un po' vedendola gestire il carattere di Roger.
"Di' a Rita di mostrarti dov'è Roger, monterai lui," replicai senza entusiasmo.
Roger era il più esuberante tra i cavalli disponibili per le lezioni. Lo facevo montare a pochi appunto perché bisognava avere abbastanza esperienza e saper gestire situazioni scomode e difficili. Non ignoravo il fatto che Elsa montasse da molti anni e quindi forse sarebbe riuscita a gestirlo, ma comunque lei non sapeva che cosa intendessi con "più impegnativo". Difatti, se Roger non era dell'umore giusto, poteva rivelarsi una bella sfida per il suo cavaliere; solitamente sgroppava o rifiutava di camminare. Non vedevo l'ora di vedere Elsa concentrarsi per trattenere il baio.
Le ordinai di galoppare, preparandomi mentalmente al divertimento a cui stavo per assistere. Roger diede una sgroppata e vidi un'espressione di panico attraversare il volto di Elsa, seguita da rabbia.
"Perché non mi hai detto che sgroppa?"
"Volevi un cavallo più impegnativo?! Che divertimento c'era se te lo dicevo?" risposi sadico; mi stavo divertendo un mondo a renderle la vita difficile. Piuma avrebbe pagato per quello che mi aveva fatto. No, Elsa... quella che avevo davanti non era Piuma Rossa, ma Elsa. Mi ritrovai confuso dai miei stessi pensieri, mentre la ragazza galoppava all'altra mano e sopportava una seconda sgroppata del cavallo. Scacciai con ira quei pensieri irritanti dalla mia testa, ma non riuscii ad accantonare quella sensazione di rabbia. Non mi presi nemmeno la briga di trattenerla con Elsa. Mi sentivo strano, e nemmeno l'idea della lezione con Matteo mi risollevò; era una delle sue prime lezioni, ma già dall'inizio avevo appurato che con lui riuscivo a comportarmi quasi normalmente, forse per la sua vivacità, o forse perché era uno dei pochi maschi più grandi che facevano lezione.
Dovetti ammettere a me stesso di essermi sbagliato a valutare Matteo dalla prima impressione che mi aveva fatto, perché con l'avanzare delle lezioni notavo quanto si impegnasse senza mai lamentarsi e di come sembrasse avere un talento naturale. In sella era rilassato (a volte anche un po' troppo, da sembrare goffo) e pareva particolarmente interessato al Trail. Ciò mi fece pensare che finalmente era arrivato qualcuno che non era interessato solo al Reining, e, se avesse progredito, avrebbe potuto tranquillamente rappresentare il Ranch in competizioni di medio livello di Trail. Dovetti riconoscere che le lezioni con lui erano le più piacevoli, se non consideravo le lezioni con Cloe.
Avevo cominciato le lezioni di ippoterapia con la mia sorellina Cloe da circa 6 mesi. Dopo che mio padre ce l'aveva presentata, mi ero informato sulla sua malattia e sull'ippoterapia, volendo assolutamente fare qualcosa di utile per lei, e desiderando ardentemente passare anche a lei la passione per i cavalli. Mio padre all'inizio era sembrato scettico, mentre Nadia si era rivelata subito entusiasta. Alla fine anche Paolo si era convinto, e il gran giorno avevo portato Cloe con me al maneggio. Avvicinandola ai cavalli, avevo notato subito che non ne aveva paura, ma curiosità. Avevo iniziato facendola stare intorno ai cavalli, pulendoli insieme a lei e facendoglieli toccare, perché prendesse piena fiducia in loro prima di farla salire in sella. Poi, il giorno della sua prima cavalcata, i suoi genitori erano venuti ad assistere; Nadia era armata di macchina fotografica per immortalare il momento. Avevo scelto Taxi perché era assolutamente il cavallo più tranquillo del maneggio, ed avevo acquistato una sella speciale per Cloe. Le feci indossare il caschetto e vederla in tenuta da equitazione mi aveva stretto il cuore. Non appena si sedette sulla sella era esplosa in una piccola risata di gioia, che aveva sciolto ogni mio dubbio; stavo facendo la cosa giusta.
Feci scendere la bambina dalla macchina e lei corse dritta dentro alla stalla. Le andai dietro e insieme pulimmo Taxi. Cloe aveva il potere magico di farmi dimenticare di essere arrabbiato con tutto il mondo, facendomi vivere qualche ora di genuina felicità, diversa da quella che provavo con Giorgia. Lei era un'isola felice nel mio mare di negatività. La bambina avanzava di piccoli e lenti progressi in sella, ma ciò non importava, purché lei si divertisse e questa attività le facesse bene. Da poco avevo cominciato ad insegnarle a trottare e battere sella, e la trovavo assolutamente adorabile. La guardai rimbalzare un poco sulla sella mentre cercava di battere sella; guardarla cavalcare faceva scomparire tutto il mondo intorno a me, c'era solo lei. Non pensavo nemmeno all'imminente lezione con Elsa, tanto ero rilassato, ma vedere la ragazza nella stalla che strigliava Roger mi riportò alla mia irosa realtà. Per di più la ragazza durante la lezione era particolarmente distratta, e ciò non fece altro che contribuire al mio nervosismo.
"Oggi ti introduco un po' il Reining. Intanto mettiti al trotto, ma ascoltami! Dovresti già sapere alcune cose, e te lo auguro; comunque oggi inizieremo con i cerchi e gli spin. Ora parti al galoppo, completa un giro a velocità normale, poi accelera e fai due giri al galoppo veloce. Fermati al centro."
Avevo finalmente deciso di parlarle di Reining, rendendomi conto di stare posticipando la cosa per un tempo troppo prolungato. D'altronde volevo tenerla sulle spine, temporeggiare era la sorta di cattiveria che stavo ora esercitando su di lei, ma se mi fossi prolungato troppo avrei destato dei sospetti. Nonostante tutta l'attesa, la ragazza non pareva esattamente entusiasta come mi ero aspettato di vederla, ma eseguiva comunque gli ordini, talvolta in modo più che discreto. Non le davo mai la soddisfazione di sentirsi dire di essere stata brava, non rientrava nel mio piano di odio verso di lei.
"Buongiorno Stefano, sono il padre di Eva," disse una voce familiare al telefono.
"Salve Carlo!" risposi educatamente.
"Senti, Eva è guarita quasi completamente e freme per tornare a montare, e ora che non ha più il cavallo vorrebbe ricominciare con i cavalli della scuola," continuò l'uomo.
Pensai all'incidente di Eva; io ero presente, anche se la ragazza, abbastanza esperta, si stava allenando per conto suo. Non vidi cosa successe esattamente, ricordo solo di averla vista a terra, una delle gambe in una posizione innaturale e dolorosa solo a vederla, del sangue sulla terra dell'arena e le sue urla disperse nell'aria. Non mi era mai capitato di assistere ad un incidente così grave, ma avevo subito reagito chiamando i soccorsi. I suoi genitori non avevano dato la colpa a me (visto che di colpa non ne avevo), ma avevano insistito perché il cavallo, di proprietà di Eva, venisse portato subito via. Davanti a tale determinazione, non ero riuscito a battermi per dimostrare che quel cavallo in fondo non era pericoloso. Mi era stato detto dal padre che la ragazza aveva subìto un brutto trauma alla gamba, e che finché non fosse guarita desideravano tenerla lontana dai cavalli. Mi stupii difatti della richiesta che il padre mi aveva appena fatto: significava che Eva non aveva preso troppa paura per i cavalli dall'incidente, e fui fiero di lei.
Eva attraversò il cortile sorretta da una stampella e, nonostante il mio carattere, non potei che sorriderle; poteva sembrare una ragazza fragile e minuta, ma a parer mio doveva avere una forza straordinaria per presentarsi di nuovo lì, determinata a tornare in sella ad un cavallo dopo ciò che era successo. Ebbe solo bisogno di aiuto per montare a causa della gamba non del tutto guarita, per il resto in sella era sciolta e precisa, come era sempre stata. Mi disse personalmente di voler ricominciare con calma, rifiutandosi ancora di galoppare, e non potei biasimarla. Pensai che potesse diventare una specie di prova vivente che i cavalli possono portarci in situazioni pericolose, ma anche che ci si può sempre rialzare dopo una caduta, una lezione importante non solo nell'equitazione, ma nella vita.
#spazioautrice
Ciao 😊 scusatemi tantissimo se ieri non ho postato ma lo ammetto, mi è completamente uscito di mente per tutte le cose che avevo da fare. Comunque ecco il capitolo!!😊
Vi è piaciuto il capitolo? Cosa ne pensate della storia di Eva?
A presto✋
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SOGNO WESTERN - A Love Story
Ficção GeralSecondo libro di SOGNO WESTERN La storia d'amore tra Elsa e Stefano è complicata, ed è nata dopo svariati litigi. Ma cosa pensava Stefano durante tutto ciò? E cosa è successo ai due? Ci sarà amore, litigi, sorprese, e soprattutto cavalli!