Capitolo 19

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L'indomani, durante la mattinata, vidi Elsa arrivare insieme ai suoi amici. Le andai incontro e la abbracciai, e lei mi sorrise. Era molto più tranquilla del giorno precedente e sembrava abbastanza sicura di sé. Eva, Rita e Matteo osservarono a turno il cavallo attraverso il foro nel legno; stamattina era piuttosto agitato, scalpitava e scalciava sulle pareti del tondino, ma dopo che gli ebbi dato il fieno era rimasto tranquillo a mangiare.

I ragazzi mi raggiunsero, capitanati da Elsa, in Club House, dove stavo controllando la posta elettronica. Alzai lo sguardo dal portatile.

"Vorrei provare a entrare," mi disse Elsa seria.

Annuii pensieroso.

"Ha finito il fieno?" chiesi.

Elsa si limitò ad annuire. Io mi alzai, aprii il frigo e presi un paio di carote che feci a pezzi e porsi alla ragazza. Lei capì, le prese e le mise in tasca, e tutti e cinque uscimmo diretti al tondino. Ci munimmo di sgabelli per guardare oltre le alte pareti di legno del tondino, mentre Elsa prendeva un grande respiro ed entrava.

Elsa's POV

Il cuore mi batteva forte, mentre la porta si richiudeva alle mie spalle. Il cavallo si trovava dall'altra parte del tondino, ma anche da così lontano potevo vedere quanto fosse bello. Presi alcuni respiri profondi; l'ultima cosa che volevo era che si accorgesse che avevo paura. Mi voltai a guardare i miei amici e Stefano, che mi sorrisero per incoraggiarmi. Tornai a guardare il cavallo, che a sua volta mi guardava. Rimasi ferma qualche minuto, anche se mi parve un'eternità, e il cavallo sbuffò un paio di volte, nervosamente. Accennai un passo in avanti, e le orecchie di Baloo scattarono indietro. Ritrassi il piede e rimasi ferma; non stava andando come avevo sperato. Molto lentamente mossi la mano verso la tasca e tirai fuori un pezzo di carota. Allungai il braccio, senza però azzardare di nuovo un passo, e il cavallo sembrò scrutarmi. Aveva ancora le orecchie indietro, e ora pestava a terra con un posteriore.

"Attenta Elsa," mi ammonì Matteo, a denti stretti.

In quel momento il baio impennò e prese a corrermi incontro; andai in panico, e uscii di corsa dal tondino, chiudendomi la porta alle spalle. Udii un forte tonfo e il rumore di legno che si incrina; Baloo stava scalciando sulle pareti. Stefano mi venne incontro e mi abbracciò, mentre Eva, Rita e Teo mi guardavano preoccupati. Mi liberai dalle braccia di Stefano, sistemandomi la maglietta.

"Voglio riprovare." affermai.

"Non so se è il c–" cominciò Stefano, ma lo fermai.

"Voglio riprovare! Non combinerò un bel niente se non riesco nemmeno ad avvicinarmi."

Entrai di nuovo una volta calmata, e mi fermai appena dentro. Baloo era di nuovo in fondo al tondino, e aveva già le orecchie un po' indietro. Usai un approccio diverso; presi la carota e la gettai verso di lui, in modo che dovesse fare almeno un passo per raggiungerla. Invece di incamminarsi con calma verso il cibo, il cavallo nitrì e si scagliò di nuovo verso di me. E così anche la terza volta, la quarta, la quinta e la sesta. Dopo quasi due ore di tentativi, mentre io cercavo di entrare di nuovo, i miei amici mi fermarono; era abbastanza per oggi. Nel tondino, a terra, erano sparsi sette o otto pezzi di carota, ed io mi accorsi di essere molto sudata; il sole picchiava.

Ci recammo in Club House per bere qualcosa e ci sedemmo sul tavolo nel prato.

"Non capisco come Beatrice sia riuscita ad avvicinarsi così facilmente!" sbuffai, ingurgitando la mia limonata in un sorso.

"Beatrice?" chiese Teo, confuso.

"È una ragazzina che fa lezione; Stefano mi ha detto che il giorno che è arrivato il cavallo è entrata da sola nel tondino ed è riuscita a togliergli la longhina..." spiegò Rita.

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