Capitolo 23

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"Mmmh," mugugnò lei.

"Andiamo a vedere l'alba?" le chiesi dolcemente.

"Mmh, sono stanca," biascicò lentamente.

"Dai, mi hai già tirato buca ieri mattina, e anche l'altro ieri," le ricordai.

"Mmh, va bene," acconsentì, ma si voltò dall'altro lato tirando a sé la coperta.

Mi alzai dal letto e la raggiunsi dall'altro lato; la presi per le gambe e la trascinai fuori dal letto fino a farla stendere a terra.

"Allora vieni?" scherzai, mentre lei si alzava stropicciandosi gli occhi.

"Okay, okay vengo," si arrese, prendendo dall'armadio un paio di pantalonici.

La hall dell'albergo era silenziosa e deserta, le strade erano poco frequentate, solo un paio di macchine e qualche tizio che faceva jogging. Camminammo per un po' sulla spiaggia, senza parlare; Elsa era piuttosto stanca, ma dedussi che non era arrabbiata con me quando mi prese per mano mentre passeggiavamo a piedi nudi su un molo. Ci fermammo in fondo e ci sedemmo sul bordo, con i piedi esposti agli spruzzi delle onde che si infrangevano contro le rocce. Lentamente il cielo si fece arancione, ed una sfera rossa fece capolino dall'orizzonte. Alcuni gabbiani volavano nel cielo, mentre il sole continuava imperturbato la sua ascesa. Quando fu completamente sopra l'orizzonte, Elsa si alzò, ed io la seguii.

"Ho in mente qualcosa di diverso per oggi," le dissi, mentre passeggiavamo lentamente sulla spiaggia, in mezzo agli ombrelloni, che i bagnini stavano ad uno ad uno aprendo.

"Tipo?" chiese lei curiosa.

"Ho trovato un maneggio, poco lontano da qui, che fa passeggiate sulla spiaggia!" annunciai con un sorriso.

Il suo volto si aprì in un largo sorriso.

"Ho sempre desiderato cavalcare sulla spiaggia!" affermò, e vederla così entusiasta mi fece esplodere il cuore.

Elsa's POV

Quella mattina non riuscii a restare calma; Stefano aveva prenotato una passeggiata per il pomeriggio, ma io non vedevo davvero l'ora, e continuavo a stressarlo. Sentivo una morsa nello stomaco; finalmente uno dei miei desideri si stava per realizzare. Avevo sempre sognato di fare una cavalcata sulla spiaggia, ma con la mia famiglia non andavamo spesso al mare, e quando lo facevamo non c'erano maneggi abbastanza vicini. Ed ora stavo per realizzare uno dei miei desideri, e per di più in compagnia del mio ragazzo, un ragazzo che amo con tutta me stessa, e che avrebbe fatto di tutto per me. E pensando alla mia vita e al mio passato, mai avrei creduto di trovare un ragazzo così, disposto ad amarmi per ciò che sono.

Finalmente, dopo pranzo, andammo in camera a prepararci. Indossai un paio di pantaloni lunghi ma leggeri ed una maglietta. Stefano invece indossò dei pantaloncini al ginocchio.

Il maneggio non era tanto lontano, ma per tutto il tragitto dovetti trattenermi sul sedile dell'auto per non saltare di gioia. Quando arrivammo, notai che la struttura non era molto grande: c'erano una decina di box con la finestra che dava sul cortile, e un piccolo campo per montare. Mi avvicinai in fretta ai box, in particolare uno dalla cui finestra spuntava il muso di un cavallo. Stefano mi seguì; mi misi ad accarezzare il cavallo, e mi sembrò di essermi alleggerita di un peso. Non mi ero accorta di quanto mi mancassero i cavalli, anche se eravamo via da soli quattro giorni. Una donna ci venne incontro; indossava pantaloni da equitazione e stivali alti.

"Posso aiutarvi?" chiese gentilmente.

"Sì, - rispose Stefano - ho prenotato una passeggiata."

"Oh, sei Stefano immagino. E tu sei?"

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