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Yelena

"A Mosca?" chiedo sorpresa. "Certo, dove pensavi che fossimo? Non abiti qui?". Intuendo che stava cercando di scoprire qualcosa in più su di me, mi correggo subito e gli dico: "Certo che lo sapevo, solo che abito in periferia e non vengo spesso qui, quindi rispetto a dove abito io sembra tutta un'altra città" dico con un sorriso, mentre lui sembra non crederci, ma non chiede nient'altro.

Menomale, non avrei saputo cosa dire. "Allora, come ti sembra il centro? Visto che entrambi siamo liberi perché non andiamo a fare una passeggiata? Ti faccio conoscere il posto e nel frattempo, se vuoi, facciamo anche shopping; che te ne pare?"mi chiede," Sarebbe una cosa fantastica" gli rispondo con un sorriso a trentadue denti.

“Ok, allora ti accompagno in bagno, così ti fai una doccia, ti do dei vestiti, ti medico la ferita e usciamo. Va bene?" aspetta per due minuti buoni e poi mi volta le spalle, mentre se ne va gli dico: "Certo...aspetta, non ti ho ancora ringraziato per tutto quello che hai fatto...se non mi avessi presa con te, molto probabilmente, non so se sarei ancora viva... Quindi ti ringrazierò fino alla fine dei miei giorni per avermi salvata. Sono in debito con te", lui mi guarda stupito e con le lacrime agli occhi, corre verso di me e mi abbraccia forte.

Questa volta ricambio subito l'abbraccio, sapendo che ho appena trovato un amico.
"Oddio, che belle parole. Sono molto felice di averti salvata, non devi sentirti in debito. L'ho fatto di cuore, sai, per quanto ci conosciamo poco, tu mi piaci e spero che il nostro rapporto non si distrugga, anzi, spero che continui solo a migliorare. Adesso vai o non faremo in tempo ad andare in un posto", lo lascio con un sorriso e mi dirigo in bagno.

Questo ha le pareti color panna e tutti i sanitari e accessori bianchi. Ha una doccia enorme, potrebbero starci anche quattro persone, e anche una vasca con i piedini dorati. Mi dirigo verso la prima e apro l'acqua calda.

Finito di regolarla, mi spoglio ed entro, finalmente una doccia.
Mentre mi lavo, sento la tensione e lo stress scivolare via. Dopo una buona mezz'ora esco dal box
rilassata e profumata, trovando dei vestiti sul lavandino.

Arrossisco al pensiero che Raphael mi abbia visto nuda, anche se penso che non sia del tutto etero...mi risveglio dai miei pensieri e mi vesto, fortunatamente l'abito rosso è della mia taglia.

Mi ha lasciato anche l'intimo, è nero con un reggiseno a balconcino e il perizoma. Guardando questo intimo mi viene in mente il mio rapitore, ma lo scaccio subito via e comincio a vestirmi.

Asciugo i capelli, ma non mi trucco sia perché non ci sono trucchi sia perché non mi piace. Esco dal bagno e mi dirigo verso la stanza di Raphael, entro e non mi accorgo che è in mutande.

Rossa in volto esco come una furia, mentre all'interno della camera sento una risata di puro divertimento. Dopo cinque minuti esce Raphael con un ghigno stampato in faccia, lo guardo e gli dico: "Scusa, sono entrata perché pensavo non ci fossi".

"Non ti preoccupare, adesso andiamo che voglio mostrarti un sacco di cose", detto questo mi fa cenno di seguirlo. Usciamo dall'appartamento e scopro che dista cinque minuti dalla Piazza Rossa di Mosca. Arrivati lì, visitiamo le varie cattedrali e poi ci dirigiamo in una pasticceria. Ordiniamo due caffè e tutti i tipi di dolci presenti nel negozio.

Dopo essere usciti dalla pasticceria andiamo in un centro commerciale a fare shopping. Sento degli sguardi dietro di me, mi sembra che qualcuno mi stia fissando e seguendo. Mi convinco che è una mia paranoia dovuta a quello che ho passato poco tempo prima, quindi mi giro e continuiamo lo shopping.

Dopo circa tre ore di compere sfrenate, il mio corpo decide che è ora di andare in bagno, così ci fermiamo al bagno del centro commerciale. Appena entro sento che qualcuno mi blocca da dietro, mi dimeno e cerco di urlare ma subito dopo sento un dolore terribile alla testa e svengo.

L'ultima cosa che penso è 'scappa Raphael, vattene da qui'.

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Igor

È stato molto facile rintracciarla, quindi appena atterro a Mosca mi dirigo verso un appartamento situato in centro città. Arrivo, salgo velocemente le scale e sfondo la porta. Passo al setaccio tutta la casa ma di lei niente.

'Dove sei finita?' penso. "Nikola, qui non c'è nessuno. Ci sono degli spostamenti?" "Sì signore. In questo momento si trova in un centro commerciale poco lontano dal centro. Ci impiegherà circa cinque minuti a raggiungerla", senza rispondere chiudo la chiamata.

Scendo, salgo in macchina e a tutta velocità mi dirigo verso quel dannato centro commerciale per riprendere quella dannata ragazzina. Lascio la macchina al posteggiatore ed entro in fretta. Corro verso il luogo indicato da Nikola, il bagno delle donne, ma appena entro mi accorgo che c'è qualcosa che non va. Apro le porte dei bagni ma in nessuno di questi c'è Yelena.

Apro l'ultima porta e trovo un biglietto con il rilevatore di posizione attaccati al muro. Furioso, prendo lo prendo e leggo le parole che non avrei mai voluto leggere: "Hai perso lei e hai perso anche l'accordo. Preparati, perché da adesso inizia la guerra'.

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Yelena

Vengo svegliata da una secchiata di acqua gelida in faccia."Buon risveglio principessa", davanti a me c'è un uomo, ha due occhi neri come il petrolio e un ghigno sadico stampato in faccia. Ha i capelli castani corti ai lati e più lunghi nel mezzo, indossa una maglietta a maniche corte e un jeans entrambi neri.

Ai piedi porta degli anfibi dello stesso colore. Sono legata come un salame al soffitto, sono tutta dolorante e per di più bagnata. "Chi sei? Dove sono? Cosa ci faccio qui brutto stronzo?", so di essermi giocata la carta della vita, ma sono veramente stanca di essere rapita da psicopatici. Mi manca tanto Raphael e, in questo momento, anche lo scimpanzé pazzo.

Voglio piangere, ma devo essere forte. Lo sconosciuto si dirige verso di me e mi molla uno schiaffo fortissimo sulla guancia, dicendomi: "Attenta a quello che mi dici. Non ci metto niente a farti fuori. Hai capito?" grida furioso; la mia guancia chiede pietà ma riesco comunque a dire: "Ho capito".

Dopo avermi lanciato uno sguardo soddisfatto, se ne va dalla stanza lasciandomi al freddo e con i vestiti bagnati. Stringo i denti e non mi permetto di piangere. Sono stanca, troppo stanca. L'ultima cosa che penso prima di svenire per l'ennesima volta è: 'Perché devo soffrire così tanto? Mamma e papà dove siete?'.

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Raphael

Dopo un quarto d'ora di attesa decido di andare a cercare Yelena. Appena entro in bagno la chiamo a gran voce, ma non ottengo nessuna risposta. Chiedo agli addetti del centro commerciale di chiamarla attraverso gli autoparlanti.

Al luogo di ritrovo non si presenta nessuno. Corro fuori a cercarla e setaccio tutta Mosca. Non riesco a trovarla. Decido di andare a denunciare la sua scomparsa alla polizia; quelli incompetenti hanno detto che non avrebbero potuto fare niente se non fossero passate almeno ventiquattro ore dalla scomparsa, così ho usato i miei metodi di persuasione.

Inutile dire che sono già iniziate le ricerche. Mi hanno detto di tornare a casa e che, se avessero avuto risvolti o addirittura l'avessero trovata, mi avrebbero chiamato subito. Ritorno a casa triste e sconsolato.

Non sono riuscito a proteggere l'unica amica che avevo. Sono un fallito. Mi metto a piangere disperato, fino a quando non mi addormento con le guance secche a causa delle lacrime. Mi risveglio qualche ora dopo e decido di farmi una doccia.

Il cellulare comincia a squillare, corro a vedere se sia il numero della polizia ma vedo che è solamente mia madre. Non ho voglia di parlare con lei. Sono anni che cerca di farsi perdonare, quando ha saputo che ero gay mi ha ripudiato insieme a mio padre.

Morto quest'ultimo, si è accorta dell'errore commesso e non fa altro che cercare di farsi perdonare. Avevo deciso di dire anche a Yelena quale fosse la mia storia e il mio orientamento sessuale. Sicuramente lei avrebbe cercato di farmi riappacificare con mia madre.

Dopo questo pensiero tristi, entro in doccia e mi lavo velocemente, mi vesto e vado subito in caserma a chiedere se ci sono delle novità. Dopo aver ricevuto una risposta negativa, decido di tornare a casa. Ormai è sera tardi. Arrivo a casa, mi cambio e penso: 'Ti troverò Yelena. Ovunque tu sia'.

Darkness loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora