Yelena Ivanova è una ragazza di diciotto anni, cresciuta troppo in fretta dopo essere stata abbandonata dai suoi genitori. La sua vita cambierà dopo aver assistito all'assassinio del suo vicino di casa.
Lo zar russo, Igor Sokolov, bello e dannato, n...
Riprendo conoscenza e mi accorgo di essere stesa su un letto, sembra quasi che svenire e rinsavire stia diventando il mio hobby preferito. Mi guardo intorno e noto di essere in una stanza abbastanza grande e con le pareti blu scuro su cui sono appese varie foto e medaglie.
Sono presenti anche delle mensole su cui sono poggiati trofei, altre foto e libri di tutti i generi. Incuriosita mi alzo e comincio a vagare per la stanza, cercando persone che mi possano dire dove mi trovo, ma soprattutto una via di fuga.
Appena mi avvicino alle mensole la porta si spalanca con un tonfo e vedo entrare un ragazzo alto e muscoloso, con occhi cielo, capelli neri e un sorriso dolce stampato in faccia.
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Appena si accorge che sono sveglia, mi corre incontro e mi abbraccia forte. Inizialmente, presa alla sprovvista, mi irrigidisco e non ricambio, ma in seguito mi addolcisco e lo abbraccio anche io. Mi guarda e mi dice: "Oddio, ma cosa ti è successo? Ti ho trovata in condizione pietose. Chi è stato a farti questo? Stai bene? La ferita?" mentre mi dice queste cose, mi accorgo di avere la testa dolorante, mi tocco la nuca e avverto la presenza di una benda.
Lo osservo e gli chiedo: "Chi sei? Dove sono?". Mi sorride e si batte una mano sulla fronte: "Mi sono dimenticato di presentarmi, sono Raphael Plotnikov e sei a casa mia. Ti ho trovata in una stradina buia ieri notte, eri ferita e non riprendevi conoscenza, quindi ho deciso di portarti qui." Sono molto diffidente, visto che l'ultima cosa che mi ricordo è di essere svenuta nello studio di quella stronza di Ulya, ma decido di passarci sopra, dopotutto Ulya avrebbe potuto ordinare ai suoi uomini di abbandonarmi per strada.
Decido di credergli, in fondo è l'unico che mi possa aiutare, non conosco nessuno qui e non posso permettermi di fare né la schizzinosa né la diffidente. Dopo minuti interminabili, gli porgo la mano e dico: "Piacere, sono Yelena, dove ci troviamo?", cerco di evitare le domande come 'da dove vieni?' o 'perché eri in un vicolo buio, di notte e per di più svenuta?'.
Si accorge che voglio aggirare il discorso, ma mi risponde e con un sorriso dice: "Siamo a Mosca".
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Igor
Quella ragazzina.... Mi manda fuori di testa! Se fosse rimasta con me ancora per un secondo l'avrei uccisa, ma se la uccidessi l'accordo salterebbe.
Menomale che ero nel bordello di quella puttana di Ulyana, l'ho mollata a lei, passerò a controllare la situazione domani.
Adesso, dopo tutte quelle incazzature, sono tornato a casa e ho trovato Marika ad aspettarmi nuda sul divano. Solitamente la caccio via, perché pensa che sia la mia fidanzata visto che la scopo, ma in verità è solo uno dei miei tanti passatempi.
Appena mi nota, si alza e, con movimenti sensuali, si dirige verso di me.
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Mi tocca il petto con le unghie rosse, e mi dice: "Ciao amore, come sei teso...vieni, andiamo a rilassarci un po'", io, senza cerimonie, la abbasso verso la mia patta e lei ride sguaiatamente; mi ha già fatto venire il mal di testa e sono solo due minuti che sono qui.
“Come siamo aggressivi" mi dice. La strattono per un polso e le dico: "Non sei qui per parlare, devi solo soddisfarmi. Fai il tuo lavoro e fallo bene".
Dopo queste parole mi tira giù i pantaloni e mi fa un pompino, non riesco ad eccitarmi, provo a chiudere gli occhi e improvvisamente mi viene in mente quella dannata ragazzina.
Penso a lei e sento quasi immediatamente l'eccitazione salire. Dopo pochi minuti vengo in bocca a quella troia, che ride soddisfatta pensando sia merito suo se sono venuto in così poco tempo.
La vedo alzarsi vittoriosa, cerca di darmi un bacio, ma mi scosto e le dico: "Quando avrò bisogno ti chiamerò, per il momento non azzardarti a farti vedere, ci siamo capiti?".
Pronunciate queste parole i suoi occhi si riempono di lacrime, cerca di insultarmi ma le lancio uno sguardo assassino; quindi dopo vari minuti decide finalmente di andarsene.
Decido di andare a fare una doccia, così mi dirigo nella mia stanza, enorme, con le pareti rosso scuro e letto di ebano con varie decorazioni dorate. Anche i mobili sono neri con decorazioni in oro.
Tutti i pomelli delle porte sono in oro e il bagno è tutto bianco realizzato in marmo. Solo il meglio per il migliore. Finito di lavarmi mi metto a letto.
Dormo rigorosamente nudo, i vestiti mi danno fastidio quando dormo. Domani mattina la prima cosa che farò sarà andare a controllare quella ragazzina che mi assilla la mente da tutto il giorno.
La mattina seguente...
Sono pronto, non ho chiuso occhio, perché ogni volta che ci provavo, la ragazzina mi tornava in mente. Ho già capito che per farmi passare la fissa devo solo scoparla, dopo ciò sono sicuro che non la penserò mai più e la lascerò a fare la puttana in quel bordello.
Arrivato al locale, vado dritto all'ufficio di Ulyana. Senza bussare spalanco la porta, e ciò che vedo non mi lascia stupito, è inginocchiata e sta succhiando il cazzo ad un vecchio.
Appena si accorge della mia presenza, con un gesto della mano, manda via il vecchio che inizia a protestare, così lei gli si avvicina e gli sussurra qualcosa all'orecchio. In un batter d'occhio quel coglione è fuori dallo studio.
Mi siedo sulla poltrona, la guardo e le dico: "Non ti stanchi mai di succhiare cazzi? Comunque non sono qui per te, sono qui per sapere dove si trova la ragazza che ti ho portato ieri". Dopo aver pronunciato queste parole, lei mi guarda con sguardo impaurito, ma lo nasconde subito.
Peccato che io quello sguardo l'avevo già visto. "Dove cazzo è la ragazzina?", "Non lo so, avevo chiesto ad una ragazza di sistemarla per la notte..." mi dice in modo non molto convincente.
"Sei sicura Ulyana? Sai che fine fanno i bugiardi e i traditori", "Si, lo so, per questo non ti mentirei mai". "Va bene, allora fai portare qui la ragazza", "Subito", detto ciò si avvia verso la porta.
Appena la apre, trova i miei uomini che le puntano addosso le armi. "Pensavi davvero che non sapessi che l'avevi picchiata e avevi ordinato che fosse abbandonata per strada? Volevo scoprire di che pasta eri fatta. Adesso lo so, sei fatta della pasta dei traditori. Uccidetela", prima ancora che potesse aprire bocca, i miei uomini l'avevano riempita di piombo.
Dopodiché mi si avvicinano e dico: "Portate fuori questa puttana e datela in pasto ai miei coccodrilli. Posizionate delle bombe, appena usciremo farete saltare in aria questa merda. Avete capito?" "Si, signore". Detto ciò li supero e mi dirigo a passo spedito verso l'esterno del locale.
Dopo circa due minuti vedo la struttura diventare un cumulo di macerie; soddisfatto mi dirigo verso l'auto. Salgo e chiamo il mio informatico. "Nikola, dove si trova la ragazza?" "Signore, siamo riusciti a rintracciarla. Per fortuna il dispositivo non si è rotto. Si trova a Mosca" "Prenota il primo volo per quella dannata città", con tutte le città al mondo proprio lì doveva essere. Metto in moto e parto verso l'aeroporto.
Mentre sto guidando penso: 'Ragazzina preparati, sto arrivando'.
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