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Yelena

Correvo in un bosco da moltissimo tempo, era troppo buio per vedere dove stessi andando e avevo troppa paura di tornare indietro. Correvo, vedevo tutte le immagini della mia infanzia passarmi davanti. Non vedo un grosso ramo e cado sbattendo la testa...

"Yelena! Dove sei?" "Sono qui, madre" "Ti stiamo aspettando da mezz'ora, oggi abbiamo la cura, ricordi?" "La prego, non mi faccia questo! Ho ancora troppo male per iniziarla nuovamente!" "Non gridare con me, hai capito? Sei un essere impuro, sei lo sbaglio di due persone, lo sbaglio che non vuole nessuno, nemmeno chi non conosce la tua storia! Quindi adesso chiudi la bocca e seguimi", la madre superiora mi prende per il braccio e mi porta giù, nello scantinato del convento, dove si riuniscono tutte le suore e mi leggono la Bibbia, mi buttano dell'acqua santa addosso, mi frustano in qualunque parte del corpo e mi bruciano la pelle con marchi di croci.

Urlo. Urlo, ma nessuno sente. Urlo, ma nessuno vuole sentire. Cerco di rimanere sveglia. Mi duole tutto il corpo. Chiudo gli occhi e mi abbandono alle mani delle mie torturatrici.

"Yelena?" "Ivan? Ivan, sei tu?” "Ciao Yelena, finalmente ci rivediamo" "Oddio, non ci posso credere, Ivan, vieni qui, come mai riesco a vederti? Sono morta?" "No, per il momento no. Lo sarai solo se smetterai di combattere e prenderai la mia mano. Ma non farlo ti prego, vivi per me, vivi per quello che volevamo costruire, vivi per quello che volevamo essere. Io non ho avuto questa opportunità. Tu sì. Tu puoi usarla. Diventa ciò che hai sempre sognato, combatti per i tuoi sogni. Non abbassare mai la testa di fronte alle difficoltà, anzi alzala per bene e guardale dritte negli occhi. Volevi diventare una dottoressa, vero?" " Si, te lo ricordi ancora?" " Certo sciocchina, come potrei mai dimenticarlo? Mi hai fatto una testa così, mi raccontavi sempre che da grande volevi fare la pediatra, che volessi aiutare i bambini che non sono stati aiutati da nessuno, volevi essere la miglior dottoressa nel mondo.", ridacchia Ivan.

"Puoi farcela, Yelena, devi solo volerlo. Piuttosto che lasciare che tu prenda la mia mano me la mozzo, hai capito? Sii la migliore, la più forte, la più bella e la più determinata, Yelena. Igor ti vuole bene, è un mafioso, capiscilo. Solo non permettergli più che ti metta le mani addosso. Adesso vai, ti aspetta il tuo scimpanzé", mi prende in giro Ivan, ridacchio anch'io.

"Vai piccola Yelena, ricordati che ti voglio un bene dell'anima. Ricordi, io e te contro tutto e tutti? Bene, adesso devo andare, curati mi raccomando. E come diceva la nonna: 'Mangia che sei proprio un chiodo, gioia'. Ti voglio bene, Yelena."
Ivan gira le spalle e se ne va; grido il suo nome, si volta verso di me e mi fa l'occhiolino." Ti voglio bene, Ivan" gli grido dietro.Vedo che si gira e mi sorride: "Io invece ti amo".

Rimango allibita da quella confessione, non avrei mai pensato che lui mi potesse amare. Ammetto di aver avuto una cotta per lui, ma subito dopo mi è passata. Ivan ed io ci siamo conosciuti la sera dopo il suo arrivo all'orfanotrofio. Aveva sette anni, mentre io ne avevo solo cinque.

La differenza è che lui si ricordava della sua famiglia e non era stato abbandonato. Infatti era morta in un incidente stradale, nessuno dei suoi parenti voleva adottarlo, quindi è finito in orfanotrofio. Io, invece, i miei non li avevo mai conosciuti. Io ero stata abbandonata.

Il giorno in cui ci conoscemmo, le suore mi stavano riportando nella mia stanza dopo la 'cura'. Con la coda dell'occhio vidi un bambino osservarmi, dopo che se ne andarono le monache, corse nella mia stanza.

Era molto alto per la sua età, magro, con i capelli scuri e gli occhi cielo. La prima cosa che mi disse è: "Bimba, sei ridotta proprio male". Questa fu la frase che segnò le nostre vite per sempre, infatti divenimmo migliori amici. Mi difendeva da tutto e tutti. Crescemmo insieme, diventò il fratello che non avevo mai avuto.

Darkness loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora