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Yelena

Mi sveglio sentendo un cuscino duro e liscio sotto la mia testa, per non parlare di quello appoggiato sul mio fianco che mi sta letteralmente asfissiando e un altro ancora duro, appoggiato sul mio sedere.... Aspetta un attimo...

I cuscini non sono duri! Mi alzo rapidamente e sotto di me vedo l'immagine che non avrei mai voluto vedere... Lo scimpanzé mi fissa con uno sguardo malizioso e assonnato, ha i capelli arruffati e i muscoli in tensione, dato che mi sta abbracciando. Mi dimeno sopra di lui per cercare di sgusciare via dalle sue braccia, ma in risposta sento solo che stringe la presa ed emette dei mugolii poco casti.

"Rossa, stai ferma. Così peggiori solamente la situazione, e non sarà di certo il tuo amichetto a fermarmi", come una stupida guardo tra le mie gambe e vedo la sua asta in erezione. Divento rossa come un pomodoro e lui si mette a ridere. Imbarazzatissima, scendo da lui e dal letto, noto che sono vestita solo con una maglia. Senza girarmi gli chiedo: "Dov'è il bagno?" "La porta di fronte a te. Se vuoi facciamo una doccia insieme..." "Nei tuoi sogni più belli, caro. Non provare ad aprire la porta, in caso contrario, come pena, sarai castrato da me personalmente" "Non farlo, perderemo sicuramente entrambi" mi dice, alzando e abbassando le sopracciglia.

"Fidati, perderesti solo tu" detto questo mi dirigo verso il bagno. Sto per chiudere la porta, quando sento qualcosa che la blocca. Così comincio a sbatterla e sento dei mugolii di dolore, "Smettila, mi stai ammazzando il piede". Ingenuamente lascio andare la porta e il signor scimpanzé entra con un ghigno stampato in faccia. "Anche se dicono che stanno morendo, non crederci piccola, perché io non ti faccio del male, ma gli altri sì".

Lo guardo negli occhi e leggo sincerità. Veramente lui non mi torcerebbe un capello? No, lui è cattivo, mi ha rapita, mi ha rinchiusa e fatto anche delle cose molto crudeli, quindi non posso fidarmi di lui.
"Allora bambola, non dovevi farti la doccia?" lo scimpanzé mi sta schioccando le dita di fronte agli occhi.

"Certo, ma non con te qui" "E invece la farai con me dentro il bagno... Ah scusa, dentro la doccia" "Non voglio farla con te" "Non mi interessa cosa vuoi o non vuoi fare, fa come dico io" "No! Stai fuori!" "Non mi urlare contro, hai capito? Io faccio il cazzo che mi pare, e se ho detto che vengo dentro con te, lo faccio, che tu lo voglia o no! Adesso togliti questi stracci e vai dentro!" "No" "OK, l'hai voluto tu, rossa".

Con una mano prende il lembo della mia maglietta e lo strappa, stessa fine le mutandine. Mi carica sulle sue spalle e apre l'acqua fredda. Mi tiene sotto, mentre urlo e mi dimeno. "Hai capito chi comanda adesso? Hai capito che ogni cosa che ti dico devi farla? Hai capito?" "Ti prego, lasciami! Ho capito! Non farmi del male! Ho paura". Appena sente quelle parole, mi lascia andare. Piango a dirotto, piango per la mia vita di merda, piango per tutto quello che ho dovuto subire e subisco tutt'ora, piango perché non ho nessuno, piango perché non avrei mai voluto incontrare questo uomo.

Che sia dannata quella notte! "Yelena, non piangere, stai bene. Un, due, tre, chiudo gli occhi e sei con me, quattro, cinque, sei, son felice solo se ci sei, sette, otto, nove, ti aspetto qui anche quando piove, ti aspetto qui dove tutto tace, ti aspetto qui e ti aspetto in pace.", canto disperata la canzone che avevo scritto all'età di cinque anni per mia mamma.

Piango disperata, vedo che lui mi guarda intristito e colpevole, cerca di abbracciarmi, ma lo spingo via, lo mando via da me, dal mio mondo, si rialza e dà un pugno fortissimo al muro. Apre la porta e, uscendo, la sbatte. Mi abbraccio, cerco di tenere insieme i pezzi della mia anima, la stessa che è stata maltrattata troppe volte, la stessa che chiede pietà, amore, pace, la stessa che vuole che qualcuno la aiuti a guarire da tutte le sofferenze.

Cado a terra, guardo il vuoto e penso a come sarebbe stata la mia vita se avessi avuto dei genitori, il mio primo fidanzato, la mia prima amica. Dopo un tempo interminabile, mi alzo da terra e vado a farmi la doccia. Ho paura che torni e mi faccia quello che ha fatto poco tempo fa. Ho paura, ma la combatto, come ho sempre fatto, ed entro in doccia.

Darkness loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora