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Yelena

"Cosa vuoi? Perché mi devi interrogare?", gli chiedo. "Credevo che qui le domande dovessi farle io, quindi adesso vieni qui, ti siedi sul letto e devi rispondere a tutto ciò che ti chiedo, chiaro?", in silenzio mi dirigo verso il letto, chissà cosa vorrà sapere lo scimpanzé. Non ho nulla da nascondere, beh quasi, quindi non so a cosa possa servire questo interrogatorio. Sarebbe stato molto più sincero se avesse detto 'Igor vuole farti del male quindi mi ha mandato a torturati'. "Allora, iniziamo. So già tutto di te quindi non mi perderò in chiacchiere... Voglio sapere cosa nascondi" "N-nulla, lo giuro", metto le mani dietro e incrocio le dita, so che potrebbe sembrare stupido ma io credo in queste cose. "Non mi è piaciuta come risposta... Quindi o mi dici la verità o le punizioni saranno esemplari per ogni bugia detta. Bada bene, ti ho lasciato questa opportunità, non sprecarla. Sarebbe un peccato rovinare questo bel faccino", con uno scatto felino si avvicina alla mia guancia e mi fa un taglio sul viso. Grido e mi sposto rapidamente verso la fine del letto. Mi raggiunge e, con una corda presa da un borsone che non avevo notato, mi lega le mani alla testiera del letto e i piedi alla sua fine. Non posso fare nulla, mi dimeno, ma l'unica cosa che ottengo è la lacerazione della pelle dei polsi e delle caviglie. Si avvicina e mi chiede: "Cos’hai rubato oggi?" "N-non ho rubato niente, non s-sono uscita da casa" "Bugiarda!", grida, mi strappa via la maglietta e prende una frusta dal borsone. "Adesso sono solo venti frustate, la prossima volta raddoppieranno. Adesso conta!". La prima frustata, mi esce un urlo straziato e comincio a contare. Dopo qualche minuto smette di frustarmi, ho ferite su tutto il petto, dalla mia pelle sgorga molto sangue. Ho un male tremendo anche al viso, credo che mi abbia preso anche lì.       "Allora, vuoi dirmi cosa hai comprato in quella maledetta farmacia?" "Ho già detto che non ho comprato niente, basta per favore" "Basta tu di raccontare balle! Mi sono veramente stufato, adesso cambiamo regole, ti frusto fino a che non dirai la verità, ok tesoro?", non riesco a vederlo bene in faccia, ho il volto tumefatto e sento l'occhio gonfiarsi come un pallone. Ad un certo punto si ferma, come se si fosse paralizzato. Credo che abbia sentito qualche rumore dal basso. Sento che apre la finestra, ma prima si avvicina a me e mi sussurra all'orecchio: "Ci vediamo presto, puttanella. Non vedo l'ora di tornare a giocare con te", detto questo mi lascia un bacio sulla bocca, odio questo contatto, mi viene da vomitare, ma non posso muovermi, sono tutta dolorante. Si stacca da me e si butta giù dalla finestra, allo stesso tempo sento qualcuno entrare nella stanza.
"Yelena! Cosa ti è successo? Parla! Dimmi chi è quel figlio di puttana che ti ha ridotta così!", non riesco a parlare, mi viene da vomitare e da piangere. Mi sento violata, indifesa. Avrei voluto che il mio aguzzino fosse qui per proteggermi, so che è stato lui il mandante, ma credo che sia solo una bugia, altrimenti il ragazzo non se ne sarebbe andato non appena ha sentito un rumore. "Yelena, puoi sentirmi? Ascolta, adesso ti slego, ti disinfetto le ferite e ti bendo. Vedrai che in qualche giorno starai meglio", dalle mie labbra esce solo un lamento, ho troppo male, non voglio nemmeno immaginare quando mi medicherà. Ho paura, sento delle lacrime uscire dai miei occhi. Sento che mi slega le mani e i piedi. Non mi muovo, respiro piano, ho paura di aprire di più i tagli e ho molto male anche solo compiendo l'azione. Rimango nella medesima posizione, solo più rilassata. Sento che mi fissa, scandaglia tutto il mio corpo, ma non con malizia, bensì con pietà credo, visto che non posso guardare. Sento i suoi passi allontanarsi e torna da me poco dopo con tutto il materiale che può servirgli. Sento che apre un flacone di disinfettante e mi dice: "Adesso farà molto male, stringimi il braccio, sappi però che non posso fermarmi o il dolore sarebbe più duraturo. Resisti Yelena, ci metterò poco, hai la mia parola". Annuisco piano e sento che si prepara a cominciare. Non usa il cotone sull'addome, versa direttamente il disinfettante. Grido come se non ci fosse un domani e artiglio il suo braccio. Sento che irrigidisce il muscolo, so che gli sto facendo male, ma in confronto a quello che sto passando io sarà la puntura di una zanzara. Sento che mi passa una garza sulle ferite per asciugarle in modo da poterci applicare la crema. Non ho più voce, tremo come una foglia dal dolore, lacrime incontrollate scorrono sul mio viso. Finisce di mettermi la crema e mi benda tutto l'addome. In seguito passa a disinfettarmi i polsi e le caviglie, li fascia e infine passa al volto. Vedo che disinfettare i tagli presenti e applica molta crema, credo sia per i lividi. Sento troppo dolore, dopo poco avverto le poche forze abbandonarmi e cado tra le braccia di Morfeo...

Darkness loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora