Yelena
Sento i pugni battere sulla porta, ho paura di aprire, ma so che devo affrontarlo. Devo smetterla di essere attanagliata da questo stupido sentimento.
Apro la porta e mi trovo di fronte ad un Alek leggermente arrabbiato.
"Adesso mi spieghi perché cazzo hai buttato via il mio piatto!" mi grida addosso, " ma voglio, ecco, perdonarti, quindi ti chiedo per favore di seguirmi".Intimidita, lo seguo con un po' di titubanza. Si dirige verso una porta di ferro che rivela essere la porta della cantina. Impallidisco e scappo quando capisco cosa vuole farmi, corro via nella stanza e mi chiudo a chiave.
Per un pelo riesco a non farmi prendere, devo ringraziare il mio corpo di aver conservato la velocità che avevo da bambina.
Una volta dentro scappo in bagno e mi chiudo la porta. Devo resistere per me e per il bambino.
Sento che la porta del bagno viene buttata giù e dei passi che so avvicinano verso il bagno.
"Apri la porta o giuro su Dio che ti faccio rimpiangere di essere nata!", mi nascondo sempre di più e prendo un porta sapone di ceramica, pronta ad usarlo su quel mascalzone.
Sento silenzio e credo se ne sia andato, quando improvvisamente la porta viene giù rivelando l'omone.
Mi raggiunge con grandi falcate e si posiziona davanti a me. In un impeto di coraggio provo a rompergli il porta sapone in testa, fallendo miseramente.
Mi prende per il braccio e provo un dolore indicibile, poi me lo gira in modo strano e sento un crack accompagnato da un dolore indescrivibile. Mi ha rotto l'avambraccio.
Mi rifiuto di piangere, sono troppo stufa di essere trattata come un oggetto. Punto i miei occhi nei suoi e gli sputo in faccia.
È sorpreso, ma ben presto ritorna in sé e mi da uno schiaffo così forte da farmi girare la faccia.
Con tutto il coraggio che possiedo alzo il ginocchio e lo colpisco proprio lì. Si piega su sé stesso dal dolore e esulto interiormente, ma presto mi accorgo della situazione e corro via.
Questa casa è un labirinto. Arrivo ad una porta nera la apro e mi infilo dentro nascondendomi nell'armadio.
Regolarizzo il battito e mi accarezzo la pancia come a tranquillizzare il mio bambino, ma in realtà fa da calmante a me.
Rimango lì dentro per un po' di tempo e poi esco. Davanti a me trovo Alek seduto sul letto che guardava fisso l'armadio. Sobbalzo spaventata e comincio a tremare.
"Sai, ti trovavo una donna senza coraggio, brava solo a frignare, ma, beh, dopo quello che è successo oggi capisco che non sei proprio come ti avevo immaginato. Chiamo il dottore così ti mette a posto quel braccio", Alek mi stupisce con queste parole. Capisco che in un certo modo mi ha concesso una tregua, non so quanto possa durare, ma spero tanto.
Quando mi ha detto quelle parole ho visto un vuoto nei suoi occhi, chissà cosa avrà passato per diventare così...
Mi ridesto da questi pensieri e vado verso la cucina, affamata per la lunga corsa. Spero non sia successo nulla al bambino, ma non so se chiedere al dottore di visitarmi perché ho paura che possa dirlo al mio carceriere.
Mi vengono i brividi solo a pensare a ciò che potrebbe succedere a mio figlio. Mi sorreggo il braccio rotto e mi servo da mangiare.
Appoggio il braccio in grembo e mangio, cioè in realtà mi abbuffo.
Finisco di mangiare e suonano il campanello, vado ad aprire e mi trovo davanti un signore di circa 55 anni che mi sorride.

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Darkness love
RomanceYelena Ivanova è una ragazza di diciotto anni, cresciuta troppo in fretta dopo essere stata abbandonata dai suoi genitori. La sua vita cambierà dopo aver assistito all'assassinio del suo vicino di casa. Lo zar russo, Igor Sokolov, bello e dannato, n...