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Yelena

Se ne va; ho le lacrime agli occhi, per un attimo, come una stupida, ho creduto in lui, per un attimo ho sognato in un 'noi'. Ma è colpa mia, lui non mi ha mai fatto credere che ci potesse essere qualcosa di più, sono io che, avendo dato a lui il mio primo bacio, pensavo potesse trasformarsi nel 'principe azzurro'.

Che sciocca! Come ho potuto illudermi anche solo per un secondo? So che a molta gente non importa nulla del primo bacio e della prima volta, ma per me contano, contano molto, sono le uniche cose di cui ho avuto il controllo in questi anni, nonostante tutto quello che ho passato.

Sento le lacrime spingere per uscire dai miei occhi, ma non lo permetto, così le ricaccio indietro, le faccio cadere come massi sul mio cuore, sento la gola chiudersi, non ho tempo di chiamare nessuno che vomito l'anima di fianco al letto. Schiaccio il pulsante per chiamare un'infermiere. Dopo poco entra un'infermiera, mi guarda e mi dice: "Povera stella, cosa ti è successo? Adesso ti pulisco e poi pulisco per terra" "Grazie mille, signora. Non mi è successo nulla, sono solo stata male per un momento" "Ah tesoro, l'amore fa male, anche con mio marito, nonostante fossero altri tempi, ho sofferto molto perché era un grandissimo cafone. Quindi puoi dirmelo se ti sta succedendo qualcosa", arrossisco, ma le dico: "No, non c'entrano i ragazzi. Penso di aver avuto un malore improvviso. Mi spiace di dover farle pulire tutto questo" "Non ti preoccupare, tesoro, è il mio lavoro. Comunque non ti preoccupare, quel ragazzo si pentirà di aver perso una perla come te".

Arrossisco fino alla punta dei capelli, ma faccio finta di niente. La signora finisce di lavarmi e cambiarmi, poi mi riporta a letto. Mi sdraio, accendo il televisore e guardo un film d'amore. Di solito non vedo questo genere di film, ma oggi ho proprio voglia di vederne uno. È bellissimo, alla fine del film sono in lacrime, anche io desidero un amore così. Sarebbe bellissimo.
Cerco di mettermi sulla sedia rotelle perché ho necessità di andare in bagno. Cerco di sedermi, ma mi dimentico di mettere i freni e cado a terra. "Che male" sussurro, "Per chi vede invece è un bello spettacolo", risponde quella voce odiosa che non avrei voluto più sentire.

"Vattene e non azzardarti a guardarmi" "Ma che paura! Se non me ne vado cosa mi fai? Mi investi con la sedia a rotelle? Ah, illusa, devi sapere, però, che non mi piace chi mi risponde irrispettosamente. Potrei ucciderti per questo, sai?" "E allora fallo, perché non ti sopporto più" "Se la metti così, penso che potrei escogitare un modo per fare vivere entrambi in eterno, così mi dovrai sopportare per sempre" "Preferisco morire sotto un tram che stare con te per sempre", nei suoi occhi passa una luce strana, quasi dispiaciuta, ma non riesco a coglierla dato che ritorna subito freddo come prima.

Mi si avvicina, mi solleva e mi mette sulla sedia a rotelle. Sono molto a disagio e imbarazzata, mi ha sollevata come fossi una piuma e se n'è andato, non prima di avermi guardato come se fossi la persona più brutta del mondo. Io, che sono molto insicura, ho abbassato la testa e sono rimasta in silenzio. So che non gli piaccio, però io mi piaccio molto e ho una dignità, che non permetterò più che calpesti, fosse l'ultima cosa che faccio.

Mi dirigo in bagno e mi sciacquo la faccia. Esco e trovo l'infermiera ad aspettarmi, mi rivolge un sorriso e mi aiuta a sdraiarmi sul letto. "Tesoro, che faccia che hai! È per colpa di quel bel ragazzo che è uscito dalla porta poco fa?" "No, signora. Quello è solo uno che non vale nemmeno una mia lacrima" "Hai ragione, tesoro. Nessuno vale una tua lacrima, però vale molto chi di sorrisi te ne regala molti". La guardo e annuisco. Mi preparo per andare ad una nuova seduta di fisioterapia, oddio spero solo non ci sia la gallina dell'altra volta.

Mi reco nella sala dove si svolge la lezione e, grazie all'aiuto dell'infermiera, mi stendo sul lettino. Mi aspetto che arrivi sempre la solita gallina, ma al suo posto arriva un ragazzo giovane, che avrà più o meno la mia stessa età. "Buongiorno, signorina. Sono Aleksey, oggi ci sono io perché la solita fisioterapista è in malattia, quindi per i prossimi due mesi sarò io il tuo fisioterapista. Vorrei vedere quanto riesci a fare da sola con gambe e braccia" "Certo", mi aiuta a scendere dal lettino e ci dirigiamo verso delle sbarre parallele. Mi dice di posizionarmi in mezzo e provare a camminare. Subito dopo essermi alzata, cado a terra.

Aleksey accorre verso di me e mi aiuta a rialzarmi. Proprio nel momento in cui mi sta aiutando a rimettermi in piedi, entra Igor. Mi vede insieme al fisioterapista e a passo svelto si dirige verso di noi. È nero dalla rabbia, ma non me ne importa nulla, dato che a lui non devo niente e soprattutto non stavamo facendo nulla di male. Mi tira via dalle braccia di Aleksey, mi rimette sulla sedia a rotelle e si posiziona di fronte al ragazzo, vedo che Aleksey non ha paura e questo fa infuriare Igor. Per far sì che la situazione non degeneri, vado verso il mafioso e lo tiro per un braccio.

Mi guarda e, dopo aver dato un pugno e detto delle parole molto brutte ad Aleksey, mi riporta in camera. "Me ne vado per poco e già ti trovo a fare la puttana con altri?", arrabbiata gli mollo uno schiaffo fortissimo sulla guancia e gli dico: "Non ti permettere mai più, Igor. Non confondere me con le ragazze che di solito frequenti tu". In tutta risposta mi molla a sua volta uno schiaffo violentissimo che per poco non mi fa cadere dalla sedia e mi dice: "Stai molto attenta, ragazzina, perché tutti quelli che hanno osato parlarmi così non sono qui per raccontarlo. E non pensare assolutamente che, perché io ti ho trattata bene in questo periodo, non possa ucciderti come tutti gli altri, perché per me non vali nulla. Sei solo una puttana che si è immischiata negli affari altrui e che si è trovata al posto sbagliato nel momento sbagliato. Comunque, domani torniamo alla villa e, non appena ti sarai rimessa, comincerai a lavorare per me, farai parte della servitù e dovrai chiamarmi Signore come lo fanno tutti gli altri. Ah, non metterci troppo a rimetterti in sesto, perché non spenderò un patrimonio per te. A domani", detto questo chiude la porta e se ne va.

Ho paura, cosa succederà quando ritorneremo alla villa? Non voglio nemmeno pensarci. So solo che inizierò a lavorare nella servitù, non posso permetterlo. Non che snobbi il lavoro di cameriera, solo che non posso lavorare per lui, non posso abbassarmi a questo livello. Mi rimetto a letto ed entra Yana, l'infermiera buona, e mi rivolge un sorriso. Ho letto il nome sulla targhetta, finalmente so almeno come si chiama. Mi porta la cena e se ne va subito dopo. Non mangio nulla e mi metto a dormire. Domani sarà un giorno durissimo, ne sono sicura. Mi giro di lato e, dalla stanchezza, crollo tra le braccia di Morfeo.

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Igor

Non la sopporto! Fa tutta la santa e poi in realtà è solo una puttana che non vede l'ora che qualcuno la tocchi! Che rabbia! E poi, quel fisioterapista del cazzo, come si permette ad affrontarmi così!
Esco dalla clinica e mi dirigo verso la mia Mercedes. Salgo sulla vettura e mi dirigo a tutta velocità verso un pub. Entro in uno che si chiama "Lux", subito mi avvolge un odore di alcool. Mi dirigo velocemente al bancone e ordino due bicchieri di vodka liscia.

Ho bisogno di bere, per evitare di incazzarmi come una bestia e fare una strage. Non so quanto ho bevuto, so solo che non mi reggo più in piedi mentre mi dirigo, a fatica, verso l'auto. Entro, attraverso a tutta velocità la città e arrivo al cimitero.

Cammino per dieci minuti e giungo ad un piccolo spazio nascosto con due lapidi. Mi siedo e fisso per minuti interminabili entrambe le lapidi. Mi attacco alla bottiglia di bourbon, presa dal pub, e bevo fin quasi a svenire. Decido che è il momento di fermarmi e rimango a fissarle in silenzio seduto sull'erba.

'Avrei fatto di tutto per salvarvi, ma non ho potuto. Mi spiace, mi odio tutti i gorni per essere stato un debole e ne ho pagato il prezzo. Peccato che il prezzo siete state voi. Non mi perdonerò mai per quello che è successo. Vi vendicheró, è una promessa. Troverò quel figlio di puttana che vi ha fatto questo, fosse l'ultima cosa che faccio al mondo'.

Dopo questa promessa silenziosa, mi sdraio sull'erba e, troppo stanco e ubriaco, mi addormento, sognando volti che mi tormentano da troppo tempo.

Darkness loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora