Yelena
Oggi è il giorno in cui Igor dovrebbe venire a prendermi per ritornare alla villa. Ho paura di quello che possa accadere in quella casa, ma devo mostrarmi forte e strafottente nei suoi confronti. Non posso più farmi trattare male da lui. Schiaccio il pulsante per chiamare un'infermiera cosicché mi aiuti a cambiarmi. Dopo circa cinque minuti arriva una ragazza giovane che mi porta in bagno e mi aiuta a cambiarmi. Mi riporta a letto e aspetto che arrivi il mio rapitore.
Sono totalmente sola, penso a come sarebbe potuta essere la mia vita se non fossi stata rapita dallo scimpanzé. Certo, non avevo una bella vita nemmeno prima, ma ora come ora pagherei oro per ritornare ad avere quella che avevo in passato. Perché non sono nata in una famiglia normale? Perché non sono potuta andare alle feste, divertirmi e commettere errori come fanno tutti i ragazzi della mia età? Non ho mai creduto in un Dio, tutt'ora non credo che esista, però vorrei capire, concedendo che ci sia un essere superiore a noi, perché non ho potuto avere una vita normale.
Da bambina pregavo sempre e chiedevo che una famiglia mi notasse e mi adottasse. Ho pregato per questo fino al compimento dei miei undici anni, poi non ho più pregato nessuno. Ho pensato che se volevo farcela, dovevo arrangiarmi. E così ho fatto. Sono andata via dall'orfanotrofio quando ho compiuto diciassette anni e da allora mi sono rimboccata le maniche e ho fatto tutto il possibile per vivere in maniera dignitosa. C'erano settimane in cui non avevo neanche i soldi per comprarmi da mangiare, perché tutto ciò che guadagnavo lo usavo per pagare l'affitto. Mi sarebbe piaciuto avere un fidanzato, ma non ne ho mai avuto uno, sia perché non avevo molto tempo per conoscere persone nuove, sia perché sono una persona molto timida e riservata.
Sento la porta aprirsi, mi risveglio dai miei pensieri e vedo entrare un infermiere con del cibo. Come al solito non lo tocco, non ho fame a causa di questa situazione. Prendo dal comodino il telecomando della televisione e la accendo. Guardo il notiziario e vedo sempre le solite cose, morti, scomparse e tragedie varie. Mi metto a ridere alla parola "scomparsa" perché anch'io lo sono, ma non ho nessuno che possa denunciare questo. Odio sentirmi così sola e abbandonata. Odio essere così impotente verso questa vita che mi ha sempre preso a schiaffi e sempre continuerà a farlo. Sono stanca e stufa di dover sopravvivere da tutto e da tutti. Voglio una vita normale, voglio svegliarmi al mattino con la voce della mia mamma e del mio papà, avere un fidanzato amorevole, studiare e diventare un medico e, magari, mettere su famiglia.
E invece sono stata rapita da uno psicopatico, non ho nessuno che mi stia cercando e lo psicopatico vuole farmi passare le pene dell'Inferno. Spengo la tv, non voglio deprimermi. Chiamo l'infermiera e, non appena arriva, le chiedo un libro da leggere. Mi risponde con un sorriso e dopo cinque minuti rientra con un libro in mano. Me lo consegna e mi dice che è vecchio e che avrei potuto tenerlo. La ringrazio con un sorriso e comincio a leggerlo. È un romanzo molto bello, parla della storia d'amore tra due pirati appartenenti a bande diverse. Mi piace molto e lo divoro in un attimo.
Subito dopo averlo finito, arriva un infermiere che mi porta a fare fisioterapia. "Ehi, aspetti! Non posso venire con lei! Deve venire a prendermi....a prendermi...u-un mio...conoscente", non so perché non dico che è il mio rapitore, ma provo un senso di protezione per lui, nonostante tutto quello che mi ha fatto. Soffrirò della sindrome di Stoccolma. L'infermiere mi guarda scettico e, non ascoltando le mie parole, mi porta nella sala dove dovrebbe esserci la seduta. Mi accoglie lo stesso fisioterapista di ieri, ma, a differenza della volta scorsa, oggi non mi riserva sorrisi, solo occhiatacce. Nel bel mezzo della seduta, mentre sto provando a camminare in mezzo a quelle maledette parallele, entra Igor, con una faccia non proprio allegra.
Mi guarda malissimo, così mi giro subito dall'altra parte, ma sento comunque le sue occhiate di fuoco sulla schiena per tutta la lezione. Mi rimetto seduta sulla sedia a rotelle, sono sfinita e sudatissima, non appena metterò piede in stanza correrò subito a farmi una doccia. Non faccio in tempo ad aprire la porta che sento due mani sollevarmi e portarmi dentro la camera. Cerco di dimenarmi, nonostante la mia fatica nel muovermi, e di gridare, ma prontamente Igor mi serra la bocca e mi trascina in bagno con lui. Apre il getto dell'acqua fredda e mi ci butta letteralmente sotto. Mi tiene con una mano sotto il getto, grido e scalcio, ma impongo di non piangere.

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Darkness love
RomanceYelena Ivanova è una ragazza di diciotto anni, cresciuta troppo in fretta dopo essere stata abbandonata dai suoi genitori. La sua vita cambierà dopo aver assistito all'assassinio del suo vicino di casa. Lo zar russo, Igor Sokolov, bello e dannato, n...