Capitolo 6

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È assurdo che per la prima settimana ti lascino migliaia di compito, mah.

Per non parlare della mia sfiga, mi sono ammalata e sto malissimo.

Buona lettura😘
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Sbuffo ogni volta che penso a quei due pazzi, i quali hanno la merda al posto della testa.

Che trovi una, una sola buona giustificazione a ciò, altrimenti potrei anche impazzire.

Oggi non me ne va una giusta.

I gemelli piangono tutto il giorno, Giorgio è irrequieto; non vuole mangiare, non riesco a farlo stare calmo neanche col suo cartone preferito e in tutto ciò dovrei rendermi presentabile per le sette.

"Cosa c'è che non va oggi?"
Borbottai fra me e me, che sia io il problema.
Ho così tanti pensieri, così tanto nervosa.

Manca così poco prima che mi metta a piangere anche io.

"No, un bel respiro"
Se avessi permesso alle emozioni di prendere il sopravvento, sarebbe andato tutto a puttane.

Che i piccoli sentano il mio nervosismo?

Non si sono mai comportati così.
Quelle rare volte, si sfogavano per pochi minuti e poi sordidevamo o dormivano.

Ma non si andava mai oltre.

Questa sera dovrò portare i bimbi dalla loro zia Ingrid, insieme al cuginetto e quello che sta per arrivare.

Non ne ero molto convinta, ma lei e Finn hanno insistito e poi Nicholas si è lasciato convincere.

Una volta Alexis mi disse che, alcune volte, i bambini si devono lasciare stare.

Per una volta, decisi di seguire quel consiglio che avevo sempre accantonato.

Decisi di fare tutt'altro.

Misi i gemelli nella culla e Giorgio nella sua area giochi.

Piansero e piansero. Ancora e ancora.

Continuarono tutti e tre per quasi due ore.

Sembrava che le loro pile non fossero ancora scariche.

Si erano messi d'accordo o cosa?

E poi, il miracolo, di colpo, silenzio assoluto.

Trovai sollievo, sospirai e mi fermai.

Presi Giorgio con una delicatezza estrema e lo misi nel lettone insieme a me.

Prima di chiudere gli occhi diedi un'occhiata al cellulare e trovai dei messaggi di quei due scemi.

Li ignorai e così mi addormentai.

Al mio risveglio, delle ore dopo, trovai ancora quel silenzio, con una differenza. Nicolas era tornato.

Stava preparando del caffè per me.

Mi alzai dal letto e andai in cucina pronta a coccolarmi mio marito.

Volevo restare da sola, con lui.

Parlammo della nostra giornata ed io gli raccontai il mio incubo.

"Allora ci penso io.
Te l'ho detto, non ho fatto nulla oggi. Ci penso io. Riposati, fatti un bel bagno, con calma ti vesti"
Erano già le diciassette ed accettai la sua proposta.

Fortunatamente i bambini si comportarono bene.
Nicolas li vestì ed in poco tempo erano pronti per andare dalla zia.

Mentre giocavano o vedevano i cartoni, noi continuavano a prepararci.

Fino a quando, verso le diciotto e mezza, andammo in macchina.

Per favore, perdonate la mia assenza.

Sabato, un nuovo angelo è in cielo...

Un amore impossibile 5Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora