Una giornata perfetta, la migliore dopo tanto tempo, fu rovinata da due idioti.
Camminare mano nella mano, spingendo il passeggino e portando in braccio Giorgio.
Sono alquanto orgogliosa dal fatto che qualcuno, qualcuno che fosse realmente innamorato, ci guardava meravigliato e con un pizzico di invidia.
Fino a quando, non arrivarono quei due mostrociattoli, mamma e papà.
Li vidi da lontano.
Provai a cambiare strada, fu vano.
Nicolas mi remava contro, era stranito dal mio comportamento e dopo aver fissato e riconosciuto quelle persone, attirò la loro attenzione ed in pochi secondi erano di fronte a me e ai miei figli.
"Aw, che sono belli"
La donna era piegata in avanti ad osservare i gemelli.Odiosa, non la voglio vicino a loro.
"Andiamoncene"
Sussurrai a mio marito.Più si affidavano nel creare un legame con i bambini.
"Alla fine avete fatto dei bei capolavori"
Disse la vipera.Sorrisi sfidandola.
"Quando la materia prima è buona, vengono solo dei capolavori"Risposi.
"Devi ancora crescere"
Fu la sua risposta."Sono i miei bambini, non voglio che stiano con loro"
Continuai a parlare con Nicolas a bassa voce, senza farmi notare."Devi stare calma, sono anche i miei figli.
Non gli permetterei di avvicinarsi se fossero cattivi"
Ribadì e la cosa peggiore era di non potergli dire niente.Nessuna scusa, nessuna frase errata.
Sebbene avesse ragione, non riuscì a trattenermi.
"Dobbiamo andare.
I piccolini devono fare la poppata e Giorgio ha fame"
Continuai ad utilizzare quel sorriso finto e ricco di sfida, nei loro confronti.Non erano ancora così stupidi da non riconoscere i miei atteggiamenti.
Sembrerebbe che qualcosina se la ricordino.
La loro risposta non mi interessava.
Agitai la mano e girai il passeggino verso la parte opposta.
Nicolas fu molto più educato di me, il sangue freddo della Norvegia ha i suoi vantaggi.
"Sei una testa calda"
Correndo tornò accanto a me."Lo sapevamo già"
Dissi per difendermi, ma per qualche arcano motivo, ridemmo."Andiamo a pranzo fuori"
Lo guardai, organizzare all'ultimo minuto un pranzo.Giorgio, io e i gemellini, i quali dormivano serenamente, da li a poco avremo sentito i nostri pancini brontolare.
Forse io avrei potuto aspettare una manciata di minuti, ma non i miei angioletti.
"Amore, i ristoranti saranno pieni"
È vero, sono una testa calda.
Altrettanto, se non di più, lo era anche lui.
Devo averlo contagiato, chissà.Vinse lui il nostro testa a testa.
I primi due ristoranti erano occupati e buttai nella spazzatura di attendere."Ultima occasione"
Bramavo la sconfitta di mio marito, decisi di aspettarlo nella piazza di fronte il terzo ristorante.
Sicura di me, tenevo alta la testa e lo sguardo.
Canticchiavo delle canzoncine, il mio umore e la voglia di sfotterlo era a mille.Vedere il suo pollice in su significava, tu perdi, io vinco.
Nah, ero la perdente.
Una botta di culo, già, solo fortuna.
"Ho vinto, ho vinto"
Canticchiava e ripeteva con modi infantili.Alzai gli occhi al cielo.
"Gne gne"
Riuscì a proteggermi solo così."Ti amo anche io"
Disse, per poi imitarmi.Siamo, stupidi, teste calde, orgogliosi, eccetera eccetera.
Ma ci apparteniamo e ci amiamo.
E non potrei chiedere di meglio.
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Un amore impossibile 5
Teen FictionAncora una volta, proprio le persone che dovrebbero essere i punti di riferimento di questi ragazzi, questi guerrieri che le hanno superate tutte e stanchi di questi ostacoli dovranno ricredersi. Alla cattiveria non c'è fine. La loro famiglia sarà...