Capitolo 13

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Nicolas stava preparando una cioccolata calda, volevo raggiungerlo prima che combinasse un guaio.

Queste piccole cose, non sono il suo forte.
Sebbene vi siano pochi e semplici passaggi, non riesce proprio a farcela.

Ci ha provato tre volte; una volta si dimentica un ingrediente, al secondi e al terzo tentativo ha bruciato la cioccolata.

Ma, lasciare da solo il piccolo, con i suoi nonni, non mi sembrava il caso.

Cazzo gli stavano facendo il lavaggio del cervello.

La Norvegia è il paese migliore.
La Norvegia è il paese più  bello.
La Norvegia non ha problemi.
La Norvegia è un paese molto equilibrato.

Sparagliela qualche altra cazzata.
Per carità, sarà un paese bellissimo ed economicamente forte, ma come ogni cosa, ha dei lati negativi.

Ad esempio ha un tasso molto elevato di suicidi.
Fa un freddo boia.
Vi sono sei mesi di luce e sei mesi di buio.

Giorgio è piccolo, questo posto gli piace un mucchio  e ne son felice, ma proprio perché non ha ancora sviluppato un suo spirito critico, una sua mente, un suo pensiero, è facile influenzarlo e creare delle idee al posto suo.

Inotre non sopportavo quando lo rimproveravano, pignoli.

"No!
Dici di essere norvegese, allora dimostralo, pronuncialo bene"
Antipatici.

"Amo, mi dai una mano"
Mi chiamò mio marito dalla cucina.

Ero combatutta, restare o andare?
Rsstare o andare?

Restare o andare?

"Amo"
Alla seconda volta decisi di andare.

Mi avvicinai il prima possibile, non distoglievo lo sguardo dai miei suoceri e mio figlio.

"Ti stanno simpatici eh"
Ah ah ah, spiritoso.

"Smettila di fare il cretino"
Lo rimproverai, alquanto irritata.

Nicolas stava prendendo le tazze, io mescolavo il preparato in bustina con il latte caldo.

"Uhu, nervosette"
Il mio nervoso saliva sempre più,  sempre più.

Sentivo pure le mie doppie punte innervosirsi, pronte per spaccare qualcosa.

Mio marito si avvicinò, mi abbracciò  e provò a calmarmi attraverso dei baci sulla spalla.

"Cosa ti aspettavi?
Sai che sono, un tantino particolari"

Il tantino particolari glielo faccio salire su per il culo.

"Non mi interessa, mi rompe il fatto che stanno facendo la stessa cosa.
Gli piace così tanto inculcare le cose nelle teste degli altri?
Te, Ingrid e onestamente, mio figlio, non si tocca.
Lo dobbiamo crescere noi e lui dovrà decidere, non i nonni"
Dissi infuriata, tentando di tenere bassa la voce.

Agitavo le mani come se fossi pronta a sgozzare chiunque.

Lui le prese delicatamente e le baciò.

"Ora cambierò il discorso.
Non glielo permetterò, tranquilla"
Mi diede un bacio a fior di labbra, delicato.

Tirai un sospiro di sollievo.

Lo spinsi verso l'uscita della cucina, così che avrebbe fermato quell'incubo.

Versai la crema all'interno delle tazze, in quelle mie, di Giorgio e di mio marito, misi dello zucchero a velo.

Ci piace così, un nostro emblema.

Ovviamente i miei suoceri non apprezzarono il gesto.

E vabbè, cercherò di superare questo immenso dolore.

Perdono, perdono.

Vi assicuro che mi sto abbattendo sempre di più, non ho la grinta per lottare contro questa situazione che ho a scuola.

Proverò ad aggiornare di più❤

Un amore impossibile 5Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora