Capitolo 14

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Le nostre strade si sono divise.

Incredibile, una storia assurda.

In tutto questo io sto tornando a casa, con largo anticipo.
Lui che sa di non dover restare qui, non vuole partire e con lui, anche mio figlio non vuole andarsene.

Per questa ragione, si é scatenata un ulteriore litigio.

Fino a quando riguardano le sue cazzate, posso anche diventar cieca e farmi scivolare le sue cretinate, ma non mio figlio.

Ha un pessimo padre, pensa che con tre figli ed una moglie, può fare ancora il latin lover.

E come scusa, afferma, fortemente convinto che anche io, avevo e continuo ad avere un amante.

Il sangue, ribolliva caldo, scorreva veloce all'interno delle mie vene.
Fu come se, neanche sentissi quelle parole, non ne ebbi il tempo.

Però i battiti aumentarono, sentivo solo quello.
Scossa da tutta quella rabbia e indignazione, dovevo fargli chiudere la bocca.

Pochi secondi, nonostante gli diedi uno schiaffo e la mano formicolava, volevo continuare.
Qualsiasi cosa, dovevo fargliela pagare.

Tutta la mia vita, ogni cosa, l'ho condivisa con lui, l'ho dedicata a lui.

"Che stupida"
Dissi fra me e me.

Tornavo a casa, per la seconda volta, con una brutta notizia, senza di lui, con un'altra cazzata e forse con delle corna grandi quanto quelle di un cervo.

Stavolta sarà diverso, aspetterò e dopo vedrò cosa fare.

Non sono sola, ho con me due due figli piccoli che hanno bisogno di un amore immenso.

Il mio volo è pronto per partire, avvisai gli zii dei bambini per dirgli che fra un paio di ore, sarei arrivata.

Presi le mie cuffiette e mi allontanai dal resto del mondo.

Eppure, potevo essere distaccata e distratta quanto voglio, ma non la mia mente, ripensa a quei messaggi strani con quella ragazza della zona.

I suoi tentativi di trovarmi un amante, le sue risposte vaghe, la sua ira.

Più pensavo e peggio era, non capivo, non... ah!

Forse dovrei dedicarmi ad una buona bugia.

"Ansia?
È la prima volta?"
No, ci manca solo un ipotetico essere umano che vuole parlare.

Potrei fare due cose: buttare questo lui o lei, o buttarmi io.

"No, è una pessima giornata.
Se non le dispiace"
Probabilmente ho risposto male.

Ah, ho i miei problemi, se dovessi pensare agli estranei, sarei fottuta.

"Prego.
Se vuole un qualsiasi supporto, non si faccia problemi a parlarmene"

Questo signore, sarà gentile quanto vuole.

Il vero problema sono io, ora come ora, sono tutt'altro che gentile.

Annuì, mi dispiacerebbe essere scortese.

Restò per almeno due ore in silenzio, per fortuna o per sfortuna.

"Ha terminato il suo viaggio o lo sta iniziando?"
Alzai gli occhi al cielo.

"Sto tornando a casa"
Risposi, prendendo nuovamente l'auricolare.

"Io no, ed è anche il mio primo viaggio in aereo"
Ah, ecco perché nom capisce un cazzo.

Perché non schiaccia un pisolino come quasi la maggior parte dei trentenni in aereo?

Un amore impossibile 5Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora