Capitolo 10

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Non sono cattiva, lo giuro. Sto lottando contro due professoresse che mi danno della bambina e di dovermene andare dalla loro sezione. Sto lottando con tutta me stessa, eppure pare non bastare e certe volte vorrei mollare.

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"Adesso conoscerai i nonni.
C'è tanto freddo lì, ma tranquillo, una volta a casa andrà meglio"
Giorgio era pronto.
La sua valigetta pure.

Sebbene qui stia a maniche corte, lì sarà tutt'altra storia.

Spero solo che ci si abitui al più presto.

Male che va, non lo farò uscire di casa.

I gemellini sono troppo piccoli a mio avviso.
All'inizio Nicolas non era d'accordo.

"Io ci sono nato, eppure sono ancora vivo e vegeto"
Ripeteva come un mantra.
È vero, quello che dice non fa una piega.

Lui stesso, però, dice d'esserci nato e cresciuto.

I piccoli no.
Onestamente non voglio ritornare in ospedale così presto.

Spesso quando dormono e li osservo, ripenso al giorno in cui sono nati.
Piccoli, indifesi.

La piccola era pronta a dimostrarci di essere forte e temeraria, urlando a squarciagola. Anche per dire "ehi! Sono qui finalmente".

Nicolas non riusciva a credere che tanta forza e tanta voce potesse uscire dalla bocca di una neonata.

Il principino, aveva bisogno di una spintarella in più.
Durante la gravidanza aveva poco spazio a sua disposizione e richiedeva calore e piccolissimi accorgimenti.
Per fortuna, nulla di grave.

Lo vidi come un segno.
Non ero stata abbastanza brava, lui aveva ricevuto qualcosa in meno.

Successivamente capì che sono probabilità ricorrenti nelle gravidanze gemellari.

Ora che posso prendere una decisione, preferisco non vederli tremare o star male.

Se proprio ci tengono, possono scomodarsi e venire un week-end in Sicilia.

"Nelle loro vene scorre sangue norvegese!
Il gelo è casa loro"
Si stava dimenticando della mia parte siciliana, calda e mite.

Ovviamente li porterò quante più volte possibile in Norvegia, concordo sul fatto che sia anche quella, la loro casa.

Ma non ora.

"Ricordati che sono anche figli miei.
Calore e mare.
Devo aggiungere altro?"
Rappresentiamo nord e sud.

Dovevamo essere un disastro insieme, invece è uscito un qualcosa di prezioso.

"Li porteremo, prima o poi"
Chiusi il discorso.

Discutere ancora non era possibile, avevo già deciso e sa bene che un minimo di ragione, almeno un minimo.

Siamo equamente testardi, non mi aspetto di sentirmi dire quelle paroline magiche, una vittoria, ma almeno che capisca e resti in silenzio.

"Papà"
Lo chiamò Giorgio.

Il padre si avvicinò  e lo prese in braccio, per sentire la sua domanda.

"A casa tua c'è la neve?
Posso fare pupazzo?"
Giorgio, anche se piccolo, fa già notare di preferire i posti più freschi.

Se andiamo al mare, si diverte poco, più di due ore non riesce a stare.

Esattamente l'opposto di quando andiamo in montagna.

Ho la certezza che si divertirà molto.

Mio marito si mise a ridacchiare e rispose dicendo: "Ma certo, tutta la neveche vuoi".

Sistemai le ultime valigie, preparai i gemellini per passare tre giorni con gli zii.

"Mi mancherete da morire"
Staccarmi fu la cosa più orribile fra tutte.
Un pezzo di te si spezza, il tuo cuore sembra restare con loro.

"Mia sorella e Finn saranno bravi, lo sappiamo"

Anche Nicolas sentiva le mie stesse emozioni.
Mi asciugai le lacrime e lo baciai.

Uffa, maledizione a lui e il suo stupidissimo desiderio di rivedere i suoi proprio ora.

Un amore impossibile 5Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora