Aspettavo con ansia quel giorno.
Avrei passato un'intera giornata con Elisa, e dati i vari impegni di ognuna ciò accadeva raramente.Sentii suonare il campanello e subito mi precipitai ad aprire.
"Heyyy!" la salutai con tutta la gioia presente in me.
"Hey! Pronta per la giornata più disagiata di sempre?" sorrise.
"Ovvio" ridacchiai.
Ci abbracciammo.
"Dai non perdiamo tempo andiamo" sorrise."Facciamo colazione?" chiesi vedendo, e più che altro sentendo, il profumo dei croissant appena sfornati di un bar a pochi metri da noi.
"Si, va bene"Entrammo in quel locale apparentemente vecchio ma che all'interno era più accogliente e moderno di quanto mi potessi aspettare, e ci sedemmo nell'unico tavolino libero.
Ordinammo e mangiammo scambiando qualche chiacchiera sul più e il meno."Senti Eli vado a pagare" dissi alzandomi.
"No vado io"
"Stai seduta, vado io" la fermai.
"Paghi sempre tu, mi fai sentire in colpa, lo sai" mi rimproverò.
Mi voltai e le sorrisi.Mi diressi verso il bancone.
Non c'era neanche l'ombra del barista quindi mi limitai ad aspettare che qualcuno arrivasse.
A un certo punto sentii una mano poggiarsi sulla mia spalla.
Mi voltai di scatto trovandomi Thomas davanti.
"H-Hey" mi salutò accennando un sorriso.
"Ciao Thom" gli sorrisi.
"Come mai qua?"
"Sono qua con Elisa... Tu? Come mai qua?"
"Mi andava di uscire... p-per schiarirmi le idee" fece spallucce.
Annuii.In quel momento arrivò il barista quindi dovetti interrompere la conversazione per pagare.
"Allora... ci vediamo domani Thom" lo salutai una volta pagato.
"Si, a domani" abbozzò un sorriso.Entrambi forse eravamo ancora un po' scombussolati dall'accaduto di qualche giorno prima e nessuno dei due osava accennare una parola su quell'argomento.
Tornai da Elisa che usava il telefono ancora seduta al tavolo.
"Andiamo?" le chiesi facendole sollevare lo sguardo verso di me.
Prese la borsa e si alzò per poi controllare un'ultima volta di non aver scordato nulla."Ho visto che parlavi con Thomas" sussurrò.
"Mh-mh"
"Gli hai parlato del bacio?..."
"No" mi affrettai a rispondere.
"Perché no?"
"Non mi sembrava il momento e comunque oggi non voglio pensarci più di tanto..."
"Prima o poi dovrai parlargliene, lo sai vero?"
"Con calma Elisa, con calma" risposi facendola ridere.Entrammo in vari negozi, guardammo le vetrine e andammo nei nostri "posti felici" in cui andavamo obbligatoriamente quando ci trovavamo insieme.
Dopo un salutare pranzetto al McDonald's ci sedemmo in una panchina proprio all'uscita del locale.
Decidemmo poi di passare il tempo rimasto facendo un po' di sano shopping."Ascolta facciamo così m, io vado da quella parte, tu da quella e ci scegliamo a vicendo due vestiti e un paio di scarpe" mi disse non appena entrammo in un negozio consigliato da lei.
"Perfetto"
Quando eravamo insieme facevamo sempre di questi giochi, sapendo anche che i nostri gusti erano totalmente diversi...Elisa vestiva sempre di nero così decisi di prendergli qualcosa di colorato...
Ero quasi sicura che lei avrebbe preso per me qualcosa di nero.Ci ritrovammo davanti ai camerini per farci vedere ciò che avevamo scelto...
"Allora Fab, ti ho preso un vestito nero, un paio di jeans militari e questi" disse mettendo in bella mostra un paio di tacchi 10'.
"Io per te ho preso una maglia rosa, un paio di jeans e ti ho preso anche io dei tacchi"Entrammo entrambe nei camerini e provammo i vestiti.
Io misi il vestito nero e i tacchi."Sei bellissima! Scommetto che con questi farai un sacco di conquiste" sorrise.
"Ma zitta va" risi, "Anche tu lo sei comunque!"Terminammo la serata con un gelato lungo la strada verso casa accompagnato da qualche chiacchiera e qualche risata.
***
Ciao a tutti!
Scusatemi se questo capitolo non è il massimo ma in questi giorni non sono davvero ispirata e non ho molto tempo!
Ma in ogni caso, vi prometto che il prossimo non lo sarà!
-F⚡️
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The night is still young | Thomas Raggi |
FanfictionPrese la mia mano e la portò al suo petto, più precisamente al suo cuore. Batteva veloce. "Dice il tuo nome" sussurrò. Presi la sua mano e ripetei il suo stesso gesto. Anche il mio cuore batteva forte, forse come mai aveva battuto. "Dice il tuo nom...