12.

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I miei occhi si aprirono lentamente.
Mi guardai intorno ricordando tutto della serata precedente.
Sorrisi dopo aver notato accanto a me Thomas, ancora addormentato, intento a stringere la mia mano.

Con la coda dell'occhio cercai di guardare fuori dalla finestra per capire il tempo.
Le nuvole coprivano il sole e le gocce di pioggia sbattevano leggere contro il vetro.
Questo tempo mi faceva venire voglia di dormire o comunque di stare a letto: lo trovavo così rilassante.

Riportai lo sguardo su Thomas che proprio in quel momento si voltò verso di me.
I suoi occhi si aprirono, guardando come prima cosa, me.
"Giorno tesò" sorrise.
"Giorno"
Si rigirò affondando la faccia nel cuscino.
"È meraviglioso" mormorò.
"Cosa?"
"Oggi"
"Come mai?" ridacchiai.
"È sabato, non c'è scuola, sta piovendo, posso rimanere a letto tutto il tempo che voglio e tu sei qua con me"
Ci era riuscito di nuovo.
Mi aveva colto alla sprovvista.
Accarezzai la sua guancia prima di passare una mano tra i suoi capelli scompigliati e sorridergli.
Si levò il ciuffo dalla fronte per poi accennarmi un timido sorriso.
Mi rigirai anche io affondando tra il suo profumo, ormai diventato la mia fragranza preferita.
Mi sentii poco dopo prendere la mano e abbassando lo sguardo notai le nostre mani tenersi nuovamente.

Mi risvegliai per la seconda volta in quella mattinata, grazie a Thomas che giocherellava con i boccoli dei miei capelli.
La prima cosa che vidi fu il suo grande sorriso.
"Alla buon'ora"
Gli abbozzai un sorriso e per qualche secondo mi persi nei suoi occhi fissi su di me. Solo poco dopo mi risollevai poggiando i gomiti sul cuscino.
"Che ora è?" chiesi con la bocca ancora impastata dal sonno.
"Le dieci"
Annuii.
"Se vuoi scendiamo giù, facciamo colazione e poi ti riaccompagno a casa"
"Va bene"

"Senti io vado a cambiarmi" lo avvisai non appena arrivammo in cucina.
"Okay" si limitò a rispondere.

Andai in bagno, infilai velocemente i miei jeans e feci un nodo alla maglietta, prestatami da Thomas la sera prima, in modo da renderla più corta. Non avevo di certo intenzione di restituirgliela!

"Non ti rimetti la tua maglia?" mi chiese non appena tornai da lui.
"No, sappi che ora questa è mia"
Sorrise.
"Sta ladra" rise.
Mi sedetti nel divano accanto a lui che sfogliava i canali della televisione velocemente, in cerca di qualche programma da guardare.

Una chiamata di mia madre interruppe il silenzio.
Lasciai squillare il telefono per qualche secondo, poi risposi.
Era preoccupata e chiedeva dove fossi.
La tranquillizzi non appena le dissi che ero rimasta da Thomas non avendo le chiavi e che sarei tornata tra non molto.
Lei si fidava ciecamente di Thomas, era un caro amico di famiglia e conoscendolo da quando era piccolo, era praticamente uno di famiglia.

Dopo circa mezz'ora tornai a casa, come avevo concordato con mia madre.

Suonai il campanello e dopo pochi secondi mia madre venne ad aprire.
"Ciao ragazzi" salutò sorridente.
"Ciao mamma"
"Grazie Thomas per averla ospitata, ho avuto un imprevisto e non sono proprio potuta tornare a casa"
"Figurati"
"La prossima volta avvisami" sorrise poi mia madre riferendosi a me.
Salutai Thomas con un abbraccio, dicendogli che ci saremmo sentiti al telefoni la sera, ed entrai in casa.

Parlai molto a mia madre delle novità sulla scuola, di "gossip" e del più e del meno e lei fece molte domande.
Tutte cose di cui la mattina, non avevo tanta voglia di ascoltare.
In quel momento avrei solo voluto sprofondare nel divano e forse dormire ancora un po'.
A cambiare la mia voglia di vivere fu la voce di mia madre "Ti ho già detto che domani siamo a cena fuori con Thomas e i suoi genitori?"
Mi alzai in piedi di scatto.
"Davvero?"
"Si certo"
"Oh bene" le dissi prima di salire in camera mia.
Mi lasciai cadere sul letto e ci sprofondai dentro.

Perché doveva essere così complicato?
Perché non sapevo riconoscere i miei stessi sentimenti?
Thomas mi piaceva.
Non lo negavo.
Mi piaceva la sua dolcezza, il suo modo di fare, il suo sorriso, sia il suo sorriso timido e tenero che quello a trentadue denti, la sua voce calma, il suo essere idiota, i suoi occhi verdi.
Ero la prima a preoccuparsi di lui se gli accadeva qualcosa e anche se a volte non lo facevo capire, tenevo veramente tanto a lui.



***

The night is still young | Thomas Raggi |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora