11.

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L'uscita alle 10:30 da scuola, per un'assemblea, era la cosa migliore che mi potesse capitare oggi.
Oltre al fatto che mia madre sarebbe tornata prima a casa, quindi l'avrei dovuta trovare dentro. Avrei potuto passare con lei un giorno intero, o quasi. Non la vedevo spesso, avendo orari di lavoro e di scuola non coincidenti. Mi faceva veramente tanto piacere parlare con lei, potevo dirle tutto e lei mi capiva sempre. Il nostro rapporto era pari al rapporto che avrei potuto avere con un'amica.

"Siamo arrivati" esclamò Thomas poco prima di fermarsi davanti all'entrata.

Cercai le chiavi di casa prima nelle tasche, poi nello zaino, ma nulla.
Non c'erano.
Come potevo essere stata così stupida da dimenticare le chiavi di casa?

"Tutto bene?" mi chiese.
"Mh... no" mormorai.
La disperazione prese il sopravvento, fino a quando tirai un sospiro di sollievo ricordando di non averle prese, sapendo che mia madre sarebbe stata a casa.
"Aspetta non mi servono le chiavi, mia madre è in casa" continuai.
Suonai il campanello più volte di seguito.
Nulla.

"Thom c'è un problema" alzai lo sguardo verso di lui.
"Dimmi"
"Non ho le chiavi"
"E tua madre?"
Presi il telefono, ignorando l'ultima domanda fatta da Thomas, notando svariate chiamate da parte di mia madre.
Decisi di leggere solo i messaggi.
«Ciao tesoro scusami ma ho avuto un imprevisto. Sarò a casa tra stanotte e domani mattina. Scusami ancora»

Il sorriso mi morì sulle labbra.
Ero delusa e triste allo stesso momento. Era raro per me poter passare tutta una giornata con mia madre e quando potevo io, non poteva lei.
"Ehi che succede?" mi chiese Thomas, forse notando il mio sguardo rabbuiato.
"Mia madre non rientrerà prima di domani mattina... e io non posso neanche entrare in casa"
"Oh" mormorò.
Sapeva quanto ci tenessi a passare un'intera giornata con lei.
E probabilmente era anche l'unico a conoscere tutte le cose a cui tenessi veramente.

"Ehi se vuoi puoi stare da me, passeremo la serata insieme e ci divertiremo" sorrise dopo qualche secondo di silenzio.
"Davvero?"
"Certo, basta che sorridi, non sopporto vederti triste, lo sai. Avrai altre occasioni di passare una giornata con lei, vedrai"
"Grazie" gli sorrisi.

"Prego, entri" mi disse elegantemente aprendo la porta di casa sua una volta attraversata la strada, facendomi ridere.

"Vieni" prese la mia mano, una volta dentro, e mi portò in una stanza di fianco alla sua.

"Puoi dormire qua"
"Okay, grazie mille"
Poggiai lo zaino sul letto ben fatto, che non rimase così a lungo dato che Thomas ci si buttò sopra disfandolo.
Scossi la testa accennando un sorriso.
"Beh, che vuoi fare? Non vorrai mica rimanere qua tutto il tempo" disse ancora sdraiato sul letto, "Se vuoi ci facciamo un giro" continuò.
"Per me va bene" sorrisi.

La mattinata passò velocemente.
Thomas era di grande compagnia e cercava qualunque metodo per farmi sorridere. E ci riusciva alla grande.
Ci riusciva sempre.


"Che vuoi fare?" mi chiese sedendosi sul divano, una volta rientrati a casa.
Era ancora presto e la serata era ancora lunga.
"Tu?" gli risposi di rimando sedendomi accanto a lui.
"Ci guardiamo un film?"
"Oh yeah" annuii.

"Aspettami qui, sto tornando" mi disse una volta scelto un film.

Rimasi seduta nel divano a gambe incrociate e qualche minuto dopo lo vidi tornare con una ciotola di popcorn in una mano e una coperta nell'altra.
Mi conosceva alla perfezione.
Amavo ognuna di quelle cose e messe insieme davano come risultato una bellissima serata. Con lui incluso ovviamente!

"Tesò" sentii bisbigliare al mio orecchio, "Ehi"
Aprii gli occhi notando di essere stretta tra le braccia di Thomas.
"Scusa se ti ho svegliata ma ti volevo chiedere se avevi fame... io sto morendo" ridacchiò.
"Ti va una pizza?" continuò.
Alla parola "pizza" sobbalzai.
"Non ci si tira mai indietro davanti a una pizza" marcai la parola mai, facendolo ridere.
"Allora bada per la pizza"
Ordinò due pizze che nel giro di mezz'ora arrivarono.

Dopo aver cenato passammo ancora un po' di tempo davanti alla televisione, per poi decidere di andare in camera.

"Aspettami qua" mi disse una volta entrati nella mia stanza.

Tornò dopo poco con una maglietta azzurra e bianca, con delle fantasie molto particolari.
"La puoi usare per dormire. Ti starà grande quindi ti farà da vestito." spiegò.
"Grazie... torno subito" sorrisi.

Andai in bagno e mi cambiai velocemente.
La sua maglietta mi arrivava a metà coscia e mi rendeva ancora più piccola di quanto già non lo fossi.

Non appena tornai in stanza, Thomas dopo avermi osservata per qualche secondo, si lasciò sfuggire una risata.
"Ti sta enorme" commentò ridendo.
La sua risata alquanto bizzarra ma che a me piaceva tanto trascinò anche me.

Si alzò dal letto parandosi di fronte a me.
"Dai, adesso ti lascio dormire, buonanotte" si avvicinò per lasciarmi un bacio sulla fronte per poi dirigersi verso la porta.
"Notte Thom" gli sorrisi.
Uscì dalla stanza richiudendo la porta alle sue spalle.

Mi girai, e mi rigirai nel letto cercando di prendere sonno ma quest'ultimo sembrava proprio essere svanito.
Di solito non impiegavo molto tempo ad addormentarmi ma quella sera i miei occhi sembravano non volersi chiudere.
Rivolsi lo sguardo verso il soffitto.
Lo fissai per qualche secondo, in cerca di qualcosa da fare, poi decisi di alzarmi.

Mi ritrovai davanti alla porta della stanza di Thomas, indecisa tra due opzioni: bussare o rassegnarmi e tornare in stanza, decidendo poi la prima opzione.

"Thomas? Posso entrare?" bisbigliai, sperando che fosse ancora sveglio.
Nessuna risposta.
Decisi solo di aprire la porta.

Mi avvicinai al letto.
Quasi mi dispiaceva svegliarlo, era così tenero avvolto dal sonno. Era un vero cucciolo.
"Thomas" mormorai passando delicatamente una mano tra i suoi capelli, "Thom"
Aprì gli occhi lentamente.
"Che c'è tesò?" chiese con voce assonnata.
"Non riesco a dormire"
Si spostò più al lato e mi fece cenno di entrare sotto le coperte accanto a lui.
"Vieni qua, su" stese il braccio.
"Grazie" gli sorrisi.
Mi sdraiai accanto a lui, che avvolse le mie spalle con il braccio prima di lasciare un bacio tra i miei capelli.
"Posso?" sussurrò riferendosi al fatto che il suo braccio si era spostato a cingermi vita.
"Certo"  gli sorrisi.
Era stato davvero carino a chiedermi il permesso. Anche perché sapeva che non gli avrei detto nulla.
"Buonanotte" mi disse per ultima cosa lasciandomi un bacio sulla guancia.
"Notte" ripetei.
Posai la testa sul suo petto, sperando di riuscire a dormire, almeno tra le sue braccia, che mi proteggevano.
Osservai per un po' di tempo il suo viso accanto al mio. I suoi occhi erano chiusi e il ciuffo gli ricadeva sul volto il quale era illuminato dalla chiara luce della Luna. Era davvero bello.
In quel momento aprì gli occhi forse sentendo il mio sguardo su di lui.
"Che c'è?" mi sussurrò.
"Nulla" mormorai lasciando che il silenzio ci avvolgesse.
"Thommy" lo richiamai dopo poco.
"Dimmi"
"Posso fare una cosa?"
"Non so. Credo di si" mormorò confuso forse non aspettandosi una simile domanda.
Alla sua risposta mi avvicinai e posai delicatamente le labbra sulle sue spostando una mano sulla sua guacia. Lui rimase immobile, solo continuò il bacio.
Lentamente mi staccai, e posai nuovamente la testa sul suo petto alzando poi lo sguardo verso di lui.
Mi guardò con aria sorpresa e solo dopo stese le labbra in un timido sorriso che ricambiai subito.
Mi accoccolai per bene tra le sue braccia e richiusi gli occhi, mentre il biondo mi lasciò un bacio tra i capelli prima di rimettersi a dormire.


***

The night is still young | Thomas Raggi |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora