Mi risvegliai con un leggero mal di testa che seppur leggero era fastidiosissimo.
Mi passai una mano sulla fronte per poi farla scivolare lungo la mia guancia.Mi voltai verso il soffitto.
Il soffitto di camera mia era beige, questo era bianco.
Mi sollevai dal letto poggiando i gomiti sul cuscino.
Quella non era la mia stanza.
La mia non aveva mai avuto un armadio tappezzato di poster dei Metallica o degli Iron Maiden. Ero stata in quella stanza centinaia di volte e ormai la conoscevo come le mie tasche.
Era la stanza di Thomas.
Non avevo più indosso il vestito della sera precedente, ma indossavo una felpa con il logo dei Led Zeppelin.
Mille pensieri iniziarono a vagare per la mia mente mentre cercavo inutilmente di ricordare l'accaduto della sera precedente.
Iniziai a pensare alle cose più strane che mi passassero per la mente.
Arrossii e subito dopo sbiancai quando arrivai a pensare che...
Ma no, noi non avevamo fatto...
No noi non potevamo averlo fatto.
No, no, no.
Avevo un minimo di lucidità per ricordare ancora che noi non avevamo fatto nulla di ciò che stavo pensando.
Accanto a me il letto era disfatto, quindi supposi che lui si fosse già alzato.
Vidi, solo dopo, il mio vestito poggiato accuratamente su una sedia accanto alla scrivania e arrossii nuovamente pensando che probabilmente fosse stato lui a togliermelo.
Riportai lo sguardo sul letto disfatto notando sul suo cuscino un biglietto.
Lo presi.
«Hey! Ben svegliata! Io sono già in piedi, mi trovi in cucina... scusami se ieri notte mi sono permesso di toglierti il vestito per metterti una mia felpa, ma non ne volevi proprio sapere di svegliarti! Probabilmente non ricorderai molto di ieri notte... in ogni caso ti aspetto giù :)»Osservai a lungo il foglio.
Il suo corsivo disordinato occupava tutto la sua superficie.
Lo ripiegai e lo misi in tasca.I nostri baci e le nostre mani incrociate.
Erano gli unici ricordi sfocati della serata precedente.
Decisi di alzarmi, non avendo più motivo di restare a letto.Scesi le scale trovando Thomas accomodato sul divano con una coperta sulle gambe.
Si girò.
"Buongiorno" sorrise.
"Hey" mi sedetti accanto a lui.
"L'ho fatto per te" sorrise porgendomi un caffè ancora caldo con tanto di biscotti.
"Grazie" gli sorrisi.
"Ma ieri notte che è successo?" gli chiesi timidamente dopo qualche secondo passato ad osservarci.
"Dopo esserci soffermati in qualche locale, dove tu hai bevuto un po' di più di quanto avresti dovuto, ci siamo seduti su una panchina... ti sei addormentata, abbiamo deciso di tornare a casa, e mi hai chiesto se potevi stare da me, dato che eri sola... e io di sicuro non ti avrei lasciata sola per di più ubriaca... Ti ho portata in braccio fino a casa, ti ho detto, una cosa tipo venti volte, di alzarti per toglierti il vestito ma hai continuato a dirmi di no, quindi te l'ho tolto io e ti ho messo questa felpa... Non ricordi niente vero?"
"Da quando stavamo passeggiando in poi, no" scossi la testa, stropicciandomi gli occhi ancora assonnati.
"Io ti avevo detto di non bere"
Non ricordavo quasi neanche di aver bevuto, ma in effetti non reggevo affatto bene l'alcol.
"Scusa" mormorai.
"Per cosa? Sei molto più divertente quando non sei sobria" ridacchiò.
"Scemo" risi per poi dargli una cuscinata facendolo scoppiare a ridere.
"Aspetta... ho detto o fatto qualcosa di stupido?" gli chiesi preoccupata qualche secondo dopo.
"No. Mi hai solo detto che il mio ciuffo ti piace da morire e che i miei occhi ti fanno impazzire"
Ah.
Ero sicura di stare arrossendo. Non avrei mai avuto il coraggio di dirgli quelle parole da sobria.
"Ah e hai anche detto che avevi una pazza voglia di baciarmi" ridacchiò infine.
"Oh" riuscii a dire presa dall'imbarazzo."Comunque mi piace molto questa felpa" gli dissi dopo qualche secondo di silenzio per cambiare discorso.
Tutte le sue felpe erano bellissime. Anche se mi stavano infinitamente grandi.
"Vedi di non rubarmela, grazie" sorrise, "E poi... ti sta enorme, pari 'na barbona, vergogna!" continuò.
"Ma come ti permetti?" gli diedi un colpo sulla spalla facendolo ridere.
Quella risata contagiosa e strana che ai miei occhi sembrava così dolce.
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The night is still young | Thomas Raggi |
FanficPrese la mia mano e la portò al suo petto, più precisamente al suo cuore. Batteva veloce. "Dice il tuo nome" sussurrò. Presi la sua mano e ripetei il suo stesso gesto. Anche il mio cuore batteva forte, forse come mai aveva battuto. "Dice il tuo nom...