Anche quell'anno stava per passare.
Ero pronta a trascorrere le ultime ore dell'anno con i ragazzi dato che i miei genitori mi avevano lasciato passare il capodanno con i miei amici e non con loro per la prima volta in quasi diciassette anni.
Loro sarebbero stati fuori casa in quei giorni e si erano raccomandati di stare attenta e di stare sempre con i ragazzi.
Questa volta sarebbe venuta con noi anche Elisa.
Elisa e Victoria si conoscevano grazie al lavoro dei loro genitori e avevamo deciso di invitarla per questo capodanno, anche perché così il gruppo si sarebbe potuto allargare.Il mio telefono si accese mostrando un messaggio da Thomas.
"Sono qua fuori ♡"
Aveva tanto insistito per venire a prendermi con la nuova macchina per poi raggiungere gli altri. Ne era davvero entusiasta e non faceva altro che parlarne.
Ricontrollai per un'ultima volta che tutto fosse a posto: il trucco, le calze a rete, che avevo deciso di mettere per l'occasione, e il vestito bordeaux a mezza manica che mi arrivava a metà coscia regalatomi per Natale dai miei genitori.Uscii di casa trovandomi davanti la piccola macchina e Thomas poggiato su essa.
"Hey" sorrisi.
"Hey tesò"
Mi guardò da testa a piedi velocemente facendo poi rincontrare i nostri occhi.
"Sei veramente... stupenda" portò le mani sui miei fianchi rivolgendomi un grande sorriso.
Aveva questa capacità di farmi sentire speciale anche solo con due semplicissime parole. Non mi sarei mai abituata ai suoi complimenti o ai suoi baci che mi spiazzavano ogni volta.
Gli sorrisi timidamente sperando che le mie guance non fossero diventate rosse, cosa evidentemente impossibile.Poggiò due dita sotto il mio mento sollevando il mio viso verso il suo.
"Lo sei ancora di più quando arrossisci" ridacchiò prima di avvicinare il mio viso al suo e annullare le distanze tra noi."Andiamo?" mi chiese non appena ci staccammo.
"Mh-mh" annuii.
Si voltò aprendo la portiera dell'auto con un'elegante piroetta facendomi ridere.
"Prego" disse stendendo il braccio verso la macchina indicandomi cordialmente di entrare.
"Grazie" ridacchiai.
Entrai nella piccola macchina che all'interno era più grande di quanto potessi pensare.
Richiuse la portiera ed entrò anche lui."Si accende?" ridacchiai al suo terzo tentativo di accendere la macchina.
"Si, si accende ma adesso non..."
Proprio in quel momento il suo "bolide" si mise in moto.
"Che genio!" esultò facendomi ridere."Devo fidarmi? Vorrei arrivare sana e salva in pizzeria" ridacchiai non appena partimmo.
"Tranquilla, tranquilla, me la cavo abbastanza bene" mi rassicurò senza distogliere lo sguardo dalla strada.
"Lo spero" risi.Sentii dopo poco la sua mano posarsi sulla mia coscia.
Mi voltai verso di lui e cercai il suo sguardo che però era fisso sulla strada, al contrario della sua mano che lasciava delle leggere carezze tra i buchi delle mie calze a rete.
Posai la mano sulla sua.
Questa volta fu lui a girarsi verso di me.
Mi guardò serio per qualche secondo poi fece uno dei suoi più bei sorrisi.
"Siamo quasi arrivati?" chiesi senza mai lasciare la sua mano.
"Quasi""Okay ci siamo" mormorò dopo poco.
"Devo solo parcheggiare..." continuò."Eccovi!" esclamò Victoria venendoci incontro insieme ad Elisa che salutai con un veloce abbraccio.
"Ce ne avete messo di tempo" ridacchiò Damiano poggiato all'entrata del locale.
"Infatti" rise Elisa.
"Qualcuno ha impiegato più di dieci minuti a parcheggiare" risi.
"Diciamo che non è il mio forte, ecco" si giustificò Thomas facendo ridere il gruppo.
"Daje entriamo" concluse Damiano.Entrammo e ci sedemmo al tavolo, prenotato con una settimana d'anticipo per l'occasione.
Sembrava una pizzeria davvero vecchia ma il profumo che proveniva dalla cucina mi assicurava un'ottima pizza.
Damiano ed Elisa si sedettero a capotavola mentre io e Thomas, ed Ethan e Victoria ci sedemmo ai lati.
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The night is still young | Thomas Raggi |
FanfictionPrese la mia mano e la portò al suo petto, più precisamente al suo cuore. Batteva veloce. "Dice il tuo nome" sussurrò. Presi la sua mano e ripetei il suo stesso gesto. Anche il mio cuore batteva forte, forse come mai aveva battuto. "Dice il tuo nom...