12. |Altri diritti|

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Stereotipi

In molte comunità islamiche sono ignorate ciò che davvero spetta alla donna all'interno del nucleo familiare, sia dal punto di vista comportamentale sia dal modo in cui andrebbe trattata ed approcciata.
Ad esempio, nelle comunità asiatiche specialmente quelle indiane, bengalesi e pakistane, molto spesso si ritiene che la donna, una volta sposatasi, diventi proprietà del marito e che, quindi, non possa visitare i genitori nè parenti o che non ne abbia diritto, e che debba prendersi cura dei genitori del marito.

Prendendo in considerazione l'idea della figura femminile designata dalla Sharī'ah, si nota chiaramente che essa non le impone, nè afferma e nè incoraggia l'idea che la moglie sia proprietà del marito e che quindi non potrebbe visitare la propria famiglia; anzi, ha diritto di visitare i propri familiari almeno una volta alla settimana se abitano nelle vicinanze in cui ella è situata. Il marito non ha diritto alcuno di fermarla. Il vincolo matrimoniale è un'alleanza tra due individui di sesso opposto e ciò non rompe il legame che la lega alla propria famiglia. Se, invece, abitassero distanti, lei avrebbe comunque il diritto di andarli a visitare oppure loro di visitarla ed il coniuge sarebbe tenuto a permetterglielo.

I genitori sono un bene e un favore divino insostituibili, così come lo è la famiglia. Il Corano ordina al musulmano di comportarsi con i propri genitori secondo canoni e criteri di rispetto ed onore; l'Islām compara metaforicamente il Verdetto del Paradiso per i figli ai piedi materni; i piedi sono la parte inferiore del corpo, la metafora è per esprimere il rispetto che la figura materna merita da parte dei propri figli.
Un altro degli stereotipi asiatici è che la moglie sia tenuta a prendersi cura dei genitori del coniuge; questo concetto sotto i criteri di doverosità non trova espressione nella Sharī'ah.
Essa, anzi, afferma che non è spettante alla moglie la cura dei suoi (del coniuge) genitori, è, invece, dovere di quest'ultimo la cura dei propri genitori alla luce del Corano e della moglie la cura dei propri, ed ecco perché è diritto di quest'ultima  potere visitare i propri familiari. Se, però, ciononostante, lei volesse prendersi cura dei suoceri in quanto anziani, è libera di farlo come una scelta personale e come un favore; sarà ricompensata da Allāh il Compassionevole perché ciò è far del bene al Creato.
Così, si ritiene anche che la donna sia tenuta a cucinare e a far trovare al proprio marito i pasti pronti a tavola, la Sharī'ah, però, sostiene l'esatto opposto: non è un dovere della moglie cucinare a casa.
Ecco perché il Messaggero di Allāh (pace su di lui) aiutava le proprie mogli nelle faccende domestiche.
Tuttavia, può far trovare i pasti pronti a tavola, la donna, come una scelta ed un favore verso il marito che torna a casa stanco dal lavoro.

N.B.: Molti, a volte, obiettano a tavola le abilità culinarie della propria donna, criticandone i piatti, critiche che sfociano in litigi. Il marito, affermano i teologi islamici, dovrebbe tenere in mente che non era suo (della moglie) dovere cucinare in primo luogo; e poi, passare ore in cucina innanzi ai fornelli in piedi non è una missione facile, specialmente se si tratta di piatti indiani, pertanto, egli non avrebbe diritto di criticarla, qualora volesse darle consigli utili, ciò andrebbe fatto con garbo.

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