9.|Matrimonio e strato sociale|

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Matrimonio e strato sociale

Come si è discusso in un capitolo precedente, in India la problematica delle caste ha contribuito a non poche violenze verso la donna indiana senza considerare, poi, quella degli oroscopi e l'orribile fenomeno della sati in cui si vede la moglie costretta a morire col marito dopo la morte di questi; giacché, secondo la religione indù, l'esistenza della moglie non avrebbe senso alcuno senza il marito, pertanto, sia per prevenire "il fardello" economico di un secondo matrimonio per la figlia, sia per la loro drammatica ideologia che riguarderebbe l'ontologia femminile, la sposa dovrebbe morire col marito. Nell'Islām, dopo il divorzio o morte avvenuta del marito, la donna è libera di sposarsi senza attenersi a nessun regolamento che le costringa a sposarsi con un determinato individuo appartenente ad una specifica casta, dato che non vi è nessuna ideologia che divida il popolo musulmano in caste. L'unica cosa da tenere in considerazione, secondo la Sharī'ah, è il monoteismo del/la coniuge. Secondo la Legge Islamica il matrimonio non è uno status sociale immutabile, ma un contratto che termina o per diverzio oppure per decesso di uno dei due contrattanti.
Nell'induismo, fino a non tanto tempo fa, le donne non potevano prendere parte nemmeno ai riti religiosi, nè tantomeno leggere testi sacri, è come se i loro dèi le avessero emarginate essi stessi avendole prima create (?!). Così anche per le vedove che sono drasticamente emarginate dalla società e costrette a rasarsi la testa e non indossare gioielli. La Sharī'ah non afferma nulla di tutto ciò, anzi, essendo venuta come ultima Sharī'ah per tutta l'umanità, invita l'uomo a seguire tale Codice Divino; Allāh, quindi, avrebbe dato al suo Messaggero (Pace su di lui) la missione sacrosanta di metter fine definitivamente alle ingiustizie ed alle barbarie, contro sia la figura femminile sia chiunque altro essere vivente sulla faccia della Terra, alle barbarie in cui il mondo era immerso.
Come la stessa Arabia preislamica in cui le neonate venivano seppellite vive, le donne di altri date in eredità, senza tenere conto delle donne incinte sventrate per puro svago, sì, uno svago in cui si tentava di tirare ad indovinare il sesso del nascituro, due (2) persone dicevano ognuna la sua, ed infine si finiva con lo sventramento per la verifica. L'Islām ha messo fine a tutto questo.

N.B.: Il punto non è assolutamente criticare, perché rispettare è un valore anch'esso islamico, così come studiare a fondo nuove culture, nuove civiltà, nuovi colori, nuove lingue, nuove menti, nuovi modi di pensare quindi, e ciò è strabiliante ed arricchisce senz'altro il bagaglio culturale del soggetto. Il punto, però, è trasmettere un messaggio profondo ovvero i pregiudizi che nel corso del tempo l'Islām ha accumulato e sta accumulando tutt'ora, ma ne era valsa davvero la pena senza la piena conoscenza di ciò che la Sharī'ah ha da trasmettere come messaggio?

Il consenso dei genitori: obbligatorio?

Come si è visto nelle pagine precedenti, in India, ma bisogna dire anche in altri paesi come il Bangladesh e il Pakistan, ed altre minoranze, i matrimoni sono sempre combinati, specialmente per la ragazza. Molti dei popoli citati ritengono che il matrimonio debba essere sotto l'acconsentimento dei genitori, quando, invece, comprendendo la Sharī'ah e i suoi precetti, si giunge alla conclusione unanime che i genitori sono tenuti a lasciare ai propri figli una libera scelta, senza forzature. È e deve essere una scelta individuale, pertanto se il padre, ad esempio, forzasse la figlia a sposarsi con un individuo a suo piacimento, il vincolo non sarebbe mai e poi mai valido sin dall'inizio. Così i padri non farebbero che spingere le proprie figlie a vivere una vita adultera, giacché il vincolo matrimoniale non vi è mai stato tra i due. Bisogna ,quindi, stare molto attenti. Si è scelto l'esempio della figlia perché è questo ciò che accade nella maggior parte dei casi, vale lo stesso per il figlio costretto.

La Sharī'ah, inoltre, stabilisce che se due bambini, venissero legati  mediante il vincolo matrimoniale quando sono ancora non del tutto consapevoli per le loro ridotte capacità cognitive dovute alla tenera età, tale vincolo è giuridicamente valido però sospeso fino al raggiungimento della pubertà dei bambini in questione, allora i familiari dei rispettivi ragazzi glielo faranno sapere: se uno dei due dicesse di non essere d'accordo, il vincolo si annullerebbe all'istante.







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