13.|Coprirsi: Perché?|

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Coprirsi: Perché?

Si noti, "coprirsi" non è l'abbigliamento nero e lungo che la musulmana indossa, ma un verbo impersonale all'infinito con valore riflessivo che include entrambi i sessi: il maschio e la femmina.

L'Islām è una religione di moderazione e di modèstia. Allāh l'Altissimo ama gli umili. Pertanto è prescritto sia per il maschio di salvaguardare le sue parti private e sia per la femmina.
Il vestito che si porta dà un messaggio alle persone circostanti riguardo alla personalità del soggetto, all'umore, alle occasioni.
Salvaguardare le parti private può essere inteso sia in senso attivo, sia passivo. La passività è il caso più comune nelle donne, ovvero, si sente molto raramente che una donna abbia sessualmente molestato qualcuno. Nel più comune dei casi, sono proprio le donne le vittime.
Il Corano detta alle donne di coprirsi per non attirare attenzioni così da poter passare inosservate anche agli occhi più indiscreti. Questo è il motivo ignoto del "velo" che è assai frainteso un po' da tutti. C'è chi dice che si tratti di oppressione, non sono forse lo stupro e altre forme di violenza come lo stalking la vera oppressione? Questi i dati dell'Istat:

I 31,5% delle 16-70enni (6 milioni 788 mila) ha subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale: il 20,2% (4 milioni 353 mila) ha subìto violenza fisica, il 21% (4 milioni 520 mila) violenza sessuale, il 5,4% (1 milione 157 mila) le forme più gravi della violenza sessuale come lo stupro (652 mila) e il tentato stupro (746 mila).

Ha subìto violenze fisiche o sessuali da partner o ex partner il 13,6% delle donne (2 milioni 800 mila), in particolare il 5,2% (855 mila) da partner attuale e il 18,9% (2 milioni 44 mila) dall'ex partner. La maggior parte delle donne che avevano un partner violento in passato lo hanno lasciato proprio a causa delle violenza subita (68,6%). In particolare, per il 41,7% è stata la causa principale per interrompere la relazione, per il 26,8% è stato un elemento importante della decisione.

Il 24,7% delle donne ha subìto almeno una violenza fisica o sessuale da parte di uomini non partner: il 13,2% da estranei e il 13% da persone conosciute. In particolare, il 6,3% da conoscenti, il 3% da amici, il 2,6% da parenti e il 2,5% da colleghi di lavoro.

Le donne subiscono minacce (12,3%), sono spintonate o strattonate (11,5%), sono oggetto di schiaffi, calci, pugni e morsi (7,3%). Altre volte sono colpite con oggetti che possono fare male (6,1%). Meno frequenti le forme più gravi come il tentato strangolamento, l'ustione, il soffocamento e la minaccia o l'uso di armi. Tra le donne che hanno subìto violenze sessuali, le più diffuse sono le molestie fisiche, cioè l'essere toccate o abbracciate o baciate contro la propria volontà (15,6%), i rapporti indesiderati vissuti come violenze (4,7%), gli stupri (3%) e i tentati stupri (3,5%).

Le forme più gravi di violenza sono esercitate da partner, parenti od amici. Gli stupri sono stati commessi nel 62,7% dei casi da partner, nel 3,6% da parenti e nel 9,4% da amici. Anche le violenze fisiche (come gli schiaffi, i calci, i pugni e i morsi) sono per la maggior parte opera dei partner o ex. Gli sconosciuti sono autori soprattutto di molestie sessuali (76,8% fra tutte le violenze commesse da sconosciuti).

Le donne straniere hanno subìto violenza fisica o sessuale in misura simile alle italiane nel corso della vita (31,3% e 31,5%). La violenza fisica è più frequente fra le straniere (25,7% contro il 19,6%), mentre quella sessuale più tra le italiane (21,5% contro il 16,2%). Le straniere sono molto più soggette a stupri e a tentati stupri (7,7% contro il 5,1%). Le donne moldave (37,3%), rumene (33,9%) e ucraine (33,2%) subiscono più violenze.

Tralasciando la parte in cui gli autori sono i partner e gli ex, l'attenzione và posta sugli sconosciuti. È inutile ripetere, è tutto scritto. Questo è soltanto in Italia.
Si chieda il perché di tutto questo.
La risposta è ovvia: si vedono le forme, il corpo, la faccia, le espressioni, da tutto questo scaturisce un desiderio morboso in soltanto chi è solo un povero reietto della società, specie se sconosciuto, portando allo stalking o, in casi più disperati, alla violenza sessuale.
Però, se non si fosse stato a conoscenza di tutti questi dettagli sopra elencati e se fossero questi coperti da un lungo vestito, ci si sarebbe potuto arrivare a questo? Come avrebbe fatto uno sconosciuto ad essere attratto da una sconosciuta di cui nemmeno sà la faccia?
Si è mai sentito di una donna stuprata in Italia od altrove che portava la burqa'? Si è sentito anni fa di strappi alla niqab (parte coprente la faccia): opera senz'altro di teppistelli locali, ed è classificabile come una forma di violenza, sì, ma non è stupro. È naturale che chi si veste con orgoglio e con la tendenza a "mostrare" attira verso di sè; un modo di vestirsi modesto, invece, non attira sguardi indiscreti.

Ecco un'analisi più concisa dello stalking, sempre dati Istat:

Nel corso del solo anno relativo ai 12 mesi prima dell'intervista (nel 2014), le vittime di stalking da parte di ex partner sono 147mila, l'1,5% delle donne (l'11,4% nel caso in cui le donne si siano lasciate con gli ex negli ultimi 12 mesi). Sono 478mila (2,2%) quelle che dichiarano di averlo subìto da altre persone.

In secondo luogo, il motivo del "velo" è, come una conseguenza della prima ragione discussa poc'anzi, l'onorazione della bellezza femminile vista come un dono dato alla donna che ella dovrebbe gelosamente salvaguardare.

La bellezza...per chi è, allora?

Per l'uomo che le tratterà come delle regine per tutta la vita, sempre che sia un buon musulmano: il marito; Il che è anche romantico, non credete?











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