5 - Riscoprendo gli amici (2)

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Cercare di contattare Chat Noir tramite lo yo-yo fu inutile e provare a rintracciarlo per tutta Parigi correndo alla cieca lo sarebbe stato altrettanto, ma Ladybug rimase comunque ad osservare la sua città aggrappata alla guglia più alta della cattedrale di Notre Dame.

Senza il ragazzo e senza Akuma non era la stessa cosa, avrebbe voluto poter parlare con Tikki, ma lei era intrappolata all'interno dei suoi orecchini e lo sarebbe stata fino alla fine della sua trasformazione. Era sola e la sensazione non le piacque neanche un po', se avesse saputo dove era finita la scatola del Maestro Fu, probabilmente avrebbe riportato il Miraculous della volpe ad Alya ed avrebbe approfittato delle sue doti da giornalista per le sue ricerche, ma così su due piedi non le era possibile. Sperava solo che l'amica si concentrasse su Adrien, in modo da lasciarle la possibilità di cercare Chat Noir senza distrazioni, ma la sua mente non poteva fare a meno di correre in continuazione a pensare al ragazzo che amava. Eppure un'idea si risvegliò dentro di lei; quando era stata a Villa Agreste per cercare Nadja e Manon, appena il giorno prima, Chat Noir si era presentato puntuale come se non aspettasse altro, forse se ci fosse tornata l'avrebbe fatto ancora. Avrebbe potuto approfittarne per controllare che Adrien non fosse lì; non aveva nessuna idea di dove altro potesse essere. Una parte di lei sperò di non trovarlo, ma il pensiero di dove altro potesse essere e cosa l'avesse trattenuto dal rivolgersi agli agenti o a chiunque potesse aiutarlo non le avrebbe dato pace.

Se anche la polizia lo cercava senza riuscire a trovare tracce, probabilmente lei era la sua ultima speranza, l'idea di dare la priorità a Chat Noir venne accantonata in fretta, lui avrebbe saputo cavarsela e Queen Bee lo avrebbe aiutato.

Si voltò verso Villa Agreste, ma esitò, stringendo le mani sul bordo del tetto e strizzando gli occhi per metterla a fuoco da quella distanza. I rumori della città svanirono, soffocati dai suoi pensieri e dal freddo della pietra contro le sue mani. Si lasciò scivolare verso il cornicione e si rimise in piedi, una ciocca di capelli le scivolò sotto il naso solleticandolo, il fastidio la spinse a voltarsi perché il vento le arrivasse di fronte, fu allora che vide il ragazzo con la tutta verde che la osservava timidamente. Era fermo ad alcuni metri da lei, si lasciò squadrare, restando in attesa mentre lei si piegava sull'attenti alla ricerca di un qualunque accenno che la volesse attaccare.

Lui non lo fece, anzi sorrise. «Ciao.» le disse.

Ladybug storse il naso, ripensò ai vari paladini che aveva visto nel libro che aveva portato a Maestro Fu e riconobbe il Kwami che avrebbe potuto dar vita a quell'eroe, lo stesso che era stato del maestro stesso, l'uomo che non aveva idea di dove fosse finito.

«Chi sei? Cosa vuoi?» domandò.

Il ragazzo sollevò le mani ed arretrò, le parve intimorito, tutto il contrario di come pensava che sarebbe dovuto apparire un ladro di Miraculous.

«Non attaccarmi, signorina Ladybug!» esclamò lui. «Giuro che sono qui per aiutare, solo per questo.»

Avrebbe tanto voluto credergli, ma non aveva alcuna ragione per farlo. «Chi ti ha dato il Miraculous? Hai parlato con Maestro Fu?»

«Maestro chi?» Domandò lui. «No, Queen Bee mi ha chiesto di sostituire Chat Noir finché non starà meglio.» spiegò.

Ladybug allentò la presa sullo yo-yo e sospirò, la frustrazione si mescolò al sollievo, ma fu presto sostituita dall'ansia di sapere di più. «L'hai incontrato? Sta bene?» chiese.

Il nuovo eroe scrollò le spalle. «Non ho visto lui, solo lei. Ma ha detto che è stata un'idea di Chat Noir.» spiegò.

Ladybug annuì, era quasi certa che nessuno a Parigi sapesse di Queen Bee, a meno che non fosse stata lei a volerlo. «Mi dispiace se ho reagito in modo impulsivo.»

L'ombra del gatto - INCOMPIUTADove le storie prendono vita. Scoprilo ora