10 - L'oscuro

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Per la prima volta da quando l'aveva conosciuta, Adrien si ritrovò a fissare Marinette ed a realizzare quanto fosse realmente bella. Si concentrò sui riflessi dei suoi capelli sotto la luce del primo mattino, si rammaricò di essere troppo lontano per distinguere le lentiggini che le ricoprivano il naso e le guance e si domandò se la smorfia imbronciata in cui erano contratte le sue labbra fosse colpa sua.

Aveva ancora stampati in mente gli occhi strabuzzati di lei quando l'aveva aggredita, il modo in cui era fuggita spaventata mentre come Chat Noir aveva cercato di ucciderla. Se si concentrava poteva sentire ancora il calore della sua pelle sotto le dita così come era stato quando le aveva stretto le mani attorno al collo, il rimbombo del suo cuore impazzito dalla paura. Strinse i pugni, desideroso di dimenticare quel momento e di mettere da parte il pensiero di aver fatto del male ad una delle persone più importanti della sua vita, ma gli era impossibile, specialmente grazie a quella sensazione che si muoveva serpeggiando nel suo stomaco, quella sensazione che gli sussurrava di raggiungere Marinette e torcerle il collo prima che potesse rendersene conto.

Adrien scosse il capo e deglutì, ma nulla pareva riuscire a sopprimere quel pensiero che si faceva ogni minuto più spazio nella sua testa.

Vide Alya uscire da scuola e sollevò una mano per tirare il cappuccio della felpa giù sulla fronte, così che non potesse riconoscerlo. Marinette aveva il capo chino ed era distratta, ma Alya si guardò immediatamente attorno in cerca di volti conosciuti; salutò alcuni compagni di scuola che le passarono accanto e poi raggiunse l'amica e la strinse in un abbraccio.

Per un momento Adrien ebbe il dubbio che Marinette le avesse raccontato cosa era successo, si sporse verso la gradinata, tendendosi per ascoltare cosa si stessero dicendo, sentì una fitta al petto al pensiero che potesse aver scelto lei come confidente, che le avesse detto tutto quando si era rifiutata di farlo con Chat Noir, ma lei scosse il capo e sorrise, affermando:

«Ho solo dormito poco, tutto qui.»

Il chiacchiericcio degli altri studenti che lasciavano l'edificio coprì il resto della spiegazione, ma ora Adrien non poteva fare a meno di immaginarsi Marinette che si girava nel letto preoccupata dall'idea che lui potesse tornare ad aggredirla mentre dormiva.

Quando anche Nino uscì dalla scuola, Alya lo raggiunse e Marinette ne approfittò per scivolare via indisturbata. Adrien sentì Plagg muoversi nella sua tasca e sospirò.

«Ok,» disse il kwami. «Ora che l'hai vista possiamo andare, l'hai promesso.»

Ma qualcosa impedì ad Adrien di farlo, sentiva il bisogno fisico di andare più vicino che poteva a Marinette, i suoi piedi si mossero da soli su per le scale ed oltre l'ingresso, esitò mentre Marinette saliva per raggiungere la loro classe, dandole il tempo di distanziarlo abbastanza da non essere notato, poi le corse dietro passando in mezzo a decine di ragazzi distratti che parvero non degnarlo di un solo sguardo.

Quando raggiunse Marinette lei era già nell'aula e gli dava le spalle. Era china sulla scrivania, cercava qualcosa sotto di essa. Adrien entrò a sua volta, richiuse la porta dietro di sé e lasciò cadere il cappuccio sulle spalle, all'improvviso furono solo loro due ed i loro kwami e, inaspettatamente, quando Marinette sollevò lo sguardo su di lui, parve illuminarsi.

Adrien deglutì, la vista delle gote di lei che arrossivano gli provocò un fremito che corse dal petto alle braccia e poi raggiunse la punta delle dita, si morse il labbro e pensò a cosa dire, ma fu lei a parlare per prima.

«Adrien!» esclamò. «Dov'eri finito? Ti ho cercato... Ti abbiamo cercato dovunque!»

Gli corse incontro, ma mise un piede in fallo ed incespicò quasi rischiando di ruzzolargli addosso. Qualcosa nel vederla così preoccupata per lui fece scaldare il cuore ad Adrien, il pensiero di qualcuno che lo stesse aspettando e che volesse sapere di lui era come un bicchiere di acqua fresca bevuto dopo giorni di sete e deserto, ma non bastava a offuscare quella necessità perversa che vibrava dentro di lui.

L'ombra del gatto - INCOMPIUTADove le storie prendono vita. Scoprilo ora