Eyes ~failcraft 2 _parte prima_

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Lo faccio perché la storia della ragazza che piange nella nuova serie mi ha fatto sorgere ipotesi. Quindi ho deciso di scriverne una, la più intrigante.

~ANNA~

Il castello era troppo grande per i miei gusti. Così tante stanze vuote, tutto quello spazio così ben decorato e così inutilizzato. Dava un senso di solitudine e tristezza.

I boati delle esplosioni si facevano sempre più frequenti, i mostri più strani comparivano dal nulla, i versi flebili delle creature leggendarie nelle stanze nascoste del castello si facevano sentire ogni tanto.

Ma qualcosa mancava. Nonostante i pericoli improvvisi che ci sorprendevano spesso, c'era qualcosa di cui si sentiva la mancanza, anche se fino ad allora me ne ero accorta solo io.

In un certo senso, in fondo al mio cuore, la ragazza piangente mi teneva compagnia. Ero convinta che non fosse cattiva. Era una ragazza triste, e aveva bisogno di essere consolata.

Gli altri non si erano accorti che avesse smesso di piangere, ma io si. E ne sentivo la mancanza.

Quei singhiozzi, quelle lacrime che quasi mi sembrava di vedere scivolare su un viso nascosto quando chiudevo gli occhi, mi incutevano un desiderio strano, mi sentivo in dovere di cercare quella ragazza.

Senza il suo pianto, il castello era davvero vuoto.

Da un lato però mi sentivo male a pensare una cosa del genere. Quei pensieri malati non erano da me...

In quel momento avevo solo bisogno di dormire. Silenziosamente mi infilai nella mia stanza, cercando di non disturbare gli altri, e mi rintanai sotto le coperte.

Era davvero difficile addormentarsi. Per quanto le mie palpebre fossero pesanti e i miei occhi chiedessero pietà non riuscivo a prendere sonno.

Rimasi lì stesa sotto le coperte, il volto rivolto verso al soffitto, gli occhi chiusi. E fu allora che quel suono interruppe le mie preoccupazioni.

Singhiozzi e singulti di una voce femminile. Potevo vedere le sue lacrime, e quasi sentirle scivolare sul mio viso.

In qualche modo avevo un legame con lei, chiunque fosse. Non potevo più aspettare, ormai.

Rapidamente scostai le coperte e mi alzai, come se da quelle lacrime dipendesse la mia stessa vita.

Presi un torcia e cominciai a vagare per il castello, rendendomi conto solo in quel momento di non avere la minima idea di cosa fare.

Mi venne un'idea folle. Chiusi gli occhi, vedendo di nuovo quelle lacrime argentata scivolare sul suo viso oscurato.

-C-ciao... mi... mi puoi sentire? Mi puoi parlare?-

Mi sentivo stupida. Era ovvio che non avrebbe risposto. Ma sentii il suo respiro calmarsi un poco, anche se solo per un istante.

-Perché piangi? Noi non vogliamo farti male...-

Acquistai un po' di coraggio sentendo il suo pianto fermarsi. Una leggera brezza calda mi sfiorò il viso, e mi sentii tirare lievemente in avanti.

Continuando a tenere gli occhi chiusi, accolsi quell'invito, facendomi guidare a passo lento.

Camminavo alla cieca, sentendo il legno scricchiolare in modo inquietante sotto i miei piedi.

Non ero mai stata sveglia durante la notte, e il silenzio che regnava tra quelle pareti era opprimente. Non un verso di mostro, non un sospiro, non un rumore proveniente dall'esterno. Per un momento mi chiesi se il tempo non si fosse fermato.

Urtai lievemente uno scalino, sussultando e trattenendo una smorfia per il dolore, e allo stesso tempo la ragazza si lasciò scappare un gemito addolorato.

Salii le scale, tastando più volte ogni singolo scalino con il piede, mentre mi tenevo saldamente al corrimano.

Non sapevo in quale area del castello fossi effettivamente, ma sentivo che non avevo bisogno di vedere. Lei mi stava guidando.

-Ferma.-

La sua voce era meravigliosa, limpida e gentile, nonostante fosse provata dal pianto continuo. Anche se avessi voluto, non sarei riuscita a disobbedire al suo comando.

Sentii un cigolio, di una porta che veniva aperta. Ne percepivo la pesantezza, percepivo la sicurezza che infondeva, chi vi era chiuso dietro era in trappola, ma anche protetto. Una sorta di scudo. Non avevo mai visto una porta sotto quel punto di vista, era come se vedessi le cose dal punto di vista si qualcun'altro. Sentirla ruotare sui cardini mi fece venire un brivido lungo la schiena, l'ansia mi pervase per un attimo.

La ragazza mugolò rattristata.

Titubante feci un passo avanti, ma una mano delicata si posò sulla mia spalla.

-Non è necessario, Anna... Non c'è nulla da vedere.-

Quelle parole traspiravano dolore, e in qualche modo ero sicura che fossero vere.

-Piangi... tu piangi sempre. Perché?-

-Vorrei davvero mostrarti il motivo... Sei così buona... io lo sento.-

La sua voce era così delicata... eppure mi inquietava. Era triste, rassegnata. Sentivo un macigno all'altezza dello stomaco quando parlava.

Sentii un freddo pungente sfiorarmi la guancia, e poi qualcosa di sottile e morbido accarezzarmi. Erano le sue dita?

-Ti farò vedere tutto attraverso i miei occhi...-

Un brivido mi trapassò la spina dorsale, ma non successe nient'altro. Stavo cominciando a panicare. Cosa stava succedendo? Chi era lei? Avevo tropoe domande e troppo poche risposte. Cominciai a sudare, il mio respiro si fece affannato, rumori sconnessi e voci ovattate si fecero posto nella mia testa. Sentivo il mondo oscillare sempre di più.

Poi più nulla. Tutto era tranquillo. Avevo gli occhi chiusi, ma sentivo di non essere più nel castello.
Un piacevole venticello mi solleticava le braccia e le gambe, accompagnato dal fruscio dell'erba e dal mormorio dell'acqua.

-Dove siamo?-

La mia voce non uscì. Provai a muovermi, ma non potevo. Cercai di aprire gli occhi, ma solo per rendermi conto che erano già aperti. Non potevo vedere. Ero cieca.

Per un momento mi spaventai, ma una calma rassegnata mi travolse immediatamente, per qualche strano motivo.

-Oh Dio! Sono... morta? Cosa è successo?-

Quella... quella era la mia voce...

Mi voltai seguendo la direzione della voce. Una sagoma verdognola si guardava intorno sperduta, in mezzo al nero. Mi notò.

-Tu! Tu sei l'angelo che ci ha salvati all'inizio!-

Non dissi niente. Fissai la sagoma verde che si avvicinava a me ciondolando nel nulla.

-Noi... non ti abbiamo ringraziata... ci hai fatti resuscitare...-

Ricordavo quel momento, anche se in modo vago, come fosse e allo stesso tempo non fosse un mio ricordo.

Con la mia seconda morte mi ero ritrovata al tempio dove rinascemmo all'inizio della nostra nuova avventura. E avevo visto di nuovo quella donna angelo dagli occhi bianchi. E le avevo detto quelle stesse cose.

"Ti farò vedere tutto attraverso i miei occhi..."





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