Minecraft Story 1: Herobrine, Parte 3

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Per un attimo rimase immobile davanti alla strega. Baba Yaga? Era davvero lei? La strega più potente del mondo intero? Efffettivamente, sembrava parecchio esperta, e quegli occhi... A Herobrine sembrava di vederci dentro tutta la sua vita...
Le guance della strega si piegarono leggermente, come se la bocca che non aveva stesse sorridendo.

Baba Yaga: "è davvero così... Io so tutto di te, mio caro Herobrine. E posso darti quello che vuoi."

Lui rimase per un attimo confuso, la strega incuteva timore, e non aveva mai incontrato qualcuno di altrettanto potente. Si rese conto solo in quel momento che lui fino ad ora aveva solo sfogato la sua ira su creature mortali, deboli, inferiori a lui, ma nel mondo c'erano... Esseri... Creature, molto superiori a lui, che non avrebbero esitato a frantumarlo come lui faceva con animaletti selvatici e villici.
La strega rise. Sembrava vedere tutto quello che Herobrine pensava.

Baba Yaga: è proprio per questo che ti ho permesso di entrare nella mia dimora *allarga le braccia come per presentare l'ambiente* io ti posso aiutare. Non vuoi forse essere potente? Controllare questo mondo inutile? Vendicare tua madre?

Certo che voleva. Viaggiava da settimane alla ricerca di un qualcosa, e finalmente lo aveva trovato. Si sentì invadere da una nuova energia, carica di desiderio e di una grande collera. Pensò che potesse essere stata la strega a infondergli quella forza. Non sapeva ancora se poteva fidarsi.

Baba Yaga: oh...così mi ferisci. Certo che puoi fidarti. Ascolta il tuo cuore. Ti dice di accettare.

Si avvicinò e premette un dito sul petto del ragazzo, che sentì una lieve scossa. Aveva trovato quello di cui aveva bisogno. Non poteva rinunciare. Doveva cogliere la palla al balzo, come si dice.

Herobrine: v-va bene... Cosa devo fare? *risponde titubante*
Baba Yaga: *ridacchia* beh... Non ti aspetterai che ti dia qualcosa in cambio di niente, vero?
Herobrine: n-no signora...
Baba Yaga: prima vieni, ti mostro cosa avrai...

Si girò e si diresse verso un angolo della stanza, facendo cenno al ragazzo di seguirla. Poi tirò fuori dal mantello un piccolo sacchetto di velluto rosso e lo buttò a terra, sprigionando una polverina luminosa. Herobrine cominciò a tossire e iniziarono a lacrimargli gli occhi, ma quando si riprese e cominciò a vederci meglio, si trovò in un altro posto. Era una stanza piuttosto piccola, solo qualche metro quadrato, ma le pareti erano fatte di una pietra nera come la pece, e il pavimento di uno strano materiale scuro che sembrava sabbia... Ma sembrava contenere come delle figure imprigionate al suo interno. Le pareti erano coperte di librerie traboccanti di libri scintillanti e di mensole colme di boccette luminose dall'aspetto per niente invitante. E per accompagnare e rendere l'atmosfera più accogliente, la stanza era riempita dai lamenti di di qualcuno, sussurri, bisbigli, versi soffocati.
Baba Yaga si avvicinò ad uno scaffale e tirò delicatamente fuori un libro, che ammirò come fosse l'oggetto più prezioso e temibile esistente sulla terra. Probabilmente era così.

Baba Yaga: sta tutto qui dentro... Ammira, giovane, ammira la magnificenza che sarà in grado di renderri invincibile.

Si girò verso di Herobrine e gli mostrò il libro. Aveva un aspetto antico, potente, magico... Come se si portasse dietro una lunga e tragica storia. La copertina era in cuoio, lucida e nera, con delle piccole incisioni e un laccio con un fermaglio a forma di spada per tenerlo chiuso. Avvicinò lentamente la mano per toccarlo, ma la strega lo ritrasse indietro con violenza.

Baba Yaga: non lo fare se non sei sicuro di quello che vuoi. Questo libro racchiude l'energia e la forza del drago leggendario e dello Spirito Appassito dell'inferno, oltre che essere scritto con lacrime delle ombre della Fine. Può dare un pitere immenso a chi si sottopone al rituale, ma ti può polverizzare se non ci credi davvero. Diventerai il signore delle tenebre, le creature della notte si piegheranno al tuo volere, e potrai fare tutto ciò che vuoi... Sei sicuro di volerlo?
Herobrine: *con aria seria e convinta* si. Lo voglio.
Baba Yaga: *sorride* eccellente, mio caro avventuriero. Ma nulla è gratuito. Io voglio qualcosa in cambio. Il libro andrà sacrificato, e non ne esiste un altro, devi darmi qualcosa di speciale. Io voglio... I tuoi occhi e la tua voce, forte e potente...

A Herobrine si gelò il sangue nelle vene. Come poteva quella strega prendere la sua voce? E soprattutto i suoi occhi? Baba Yaga si avvicinò a lui come impietosita, e lo accarezzò con delicatezza sulla guancia, lasciandogli una sensazione di freddo, un brivido.

Baba Yaga: hai degli occhi così belli... Proprio come quelli di mia madre, sai? Così carichi di colore e energia vitale... Guarda invece i miei, così vuoti... Bianchi... E la mia voce... Così debole... Prenderò solo una parte della tua voce squillante. Non sarai cieco ne muto. Sarà uno scambio... Più o meno. Dimmi, Herobrine, accetti la mia proposta?

Nonostante le strane richieste, Herobrine si sentiva attratto da tutto quel potere. Annuì senza esitare.
La strega sorrise, poi fece un gesto con la mano davanti a se, e un cerchio di rune fatto di pietra rossa apparì sul pavimento di sabbia. Prese una boccetta da uno degli scaffali e la passò al ragazzo, facendo cenno di berla.

Baba Yaga: eviterà che tu muoia.

La pozione era densa, di un colore rossiccio. La bevve tutta d'un sorso. Il sapore era orribile, ma si sentì subito invincibile e in grado si resistere a qualsiasi cosa. Nel frattempo la strega aveva finito i preparativi. Ai lati del cerchio aveva posizionato degli oggetti: in alto una spada in diamante magica, in basso una torcia di pietra rossa, e ai lati delle piume nere.

Baba Yaga: mettiti al centro del cerchio con il libro in mano, e NON muoverti da lì per nessun motivo, chiaro?

Fece come gli aveva ordinato, anche se cominciava ad essere preoccupato e a sentire uno strano formicolio alle dita.
La strega si posizionò davanti a lui, fuori dal cerchio, e cominciò a recitare qualcosa con la sua voce flebile e gracchiante. Il libro cominciò a fumare, senza però prendere fuoco o emanare calore. Il fumo finì tutto addosso al ragazzo, incollandosi pian piano addosso alla sua pelle. Poi cominciò la parte peggiore: le urla strazianti, le vertigini, le visioni... Vide sua madre, stesa a terra. Vide Steve, suo padre mentre era lì a guardarla. Poi vide prati, montagne, mari, deserti, ghiacciai, caverne rosse come di scheletri appassiti e lande desolate coperte da un cielo nero, tutto in una successione molto rapida, come fossero dei fotogrammi. Le urla diventarono sempre più forti, quasi assordanti. Sentiva come delle mani toccargli i piedi, le braccia, la testa.... Voleva scappare, ma si trattenne.
Poi, all'improvviso tutto scomparve. Vide tutto nero, il silenzio più assoluto. Non c'era niente. Sentiva solo una grande pressione che lo opprimeva, gli tappava le orecchie, il suo cuore cominciò a rallentare. E lì svenne.






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