Capitolo Quindicesimo

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//Vi consiglio di ascoltare Photograph di Ed Sheeran mentre leggete la prima patte del capitolo.//

Ho finito i due chili di biscotti che mamma mi ha preparato....mi faccio schifo da sola.

Sono triste. Mi manca potermi confidare con qualcuno, in genere parlavo sempre con Stephanie ma adesso....Mi sento sola. Voglio tornare indietro nel tempo a quando io e lei ci chiudevamo in camera sua a mangiare nutella, a quando uscivamo per comprarci dei vestiti qualche giorno prima di una festa, a quando passeggiavamo tenendoci per mano, a quando ci abbracciavamo senza motivo, a quando la nostra amicizia è fiorita come un fiore di loto. Non avrei mai immaginato di potermi sentire così legata a quella ragazzina che sembrava così timida ma che ascoltava musica rock. Quella ragazzina con cui mi fermavo sotto casa sua, a pochi passi dalla mia, e ci mettevamo a parlare con un palo. Non abbiamo mai litigato. Andavamo d'accordo. Eravamo così stupidamente legate in una maniera che non so descrivere. Quanti litigi con le altre che dicevano che io non tenevo a loro ma solo a lei? Ho perso il conto. Poi ci siamo perse di vista. Lei ha preso il linguistico ed io il classico. Era nello stesso edificio ma ci incontravamo raramente in cortile. Finii per litigare con le altre, da allora Sasha mi prese di mira e mi ruppe le palle. Io invece le ruppi il polso. Quella puttanella doveva sciacquarsi la bocca prima di parlare della mia famiglia. Poi mi stava sulle ovaie perché poi dopo se la prese con Stephy, senza motivo e fu un miracolo che Michael passava di lì. Poi si misero insieme e noi riprendemmo i contatti di una volta. Ora più che mai sto sentendo la sua mancanza. Mi manca perché lei, come Teresa, si è insidiata sotto la pelle sempre più affondo fino a muoversi contorta nelle mie vene. Fa parte di me e non posso starle lontana. Mi manca quella ragazza che si fece lo shatush rosa con la lacca, che vestiva soprattutto nero, che con un sorriso ti scaldava dentro, che era capace di farmi sorridere solamente con la sua presenza.

La porta d'ingresso si apre e sento dei passi muoversi lenti.

"Valentine?" sento chiamare più volte.

I passi corrono sul pavimento di legno della casa, le miei lacrime scorrono veloci precedute dai miei forti e veloci singhiozzi, la porta si spalanca rivelando la ragazza dai capelli ricci gettarsi letteralmente su di me per abbracciarmi.

"Ci sono, Nico, sono qui!" la sento affannare.

"Non andartene ti prego, non lasciarmi sola" piango.

La mia voce arriva attutita visto che sono spiaccicata sulla sua spalla.

"Non lo farò."

Una frase. Tre parole. Nove sillabe. E una sola certezza, non mi lascerà mai sola, mai. Lei per me ci sarà sempre, lo so, lo sento.

Quanti patti sigillati tramite una stretta di mano, una firma o a semplici parole? Non noi. Niente parole, solo uno scambio di sguardi ed un abbraccio per far capire l'una alla tra che ci siamo e che rimarremo per sempre.

E la stringo più forte mentre nella mia memoria vagano fotografie di noi da bambine che facevamo le stupide in un parco giochi, di noi che andavamo a comprarci dei piercing finti, che semplicemente ci divertivamo senza pensare alle conseguenze.

"Ti voglio bene" sussurro calmandomi.

"Anch'io" sussurra a sua volta.

Susan pov.

Gli accarezzo i capelli mentre dorme letteralmente avvinghiato a me. Il suo petto si alza e si abbassa a ritmo alterno al mio. Mi tiene stretta come se avesse paura che io possa scomparire. Si è fatto dei ciuffi biondi ed io li trovo letteralmente adorabili! Borbotta qualcosa nel sonno lasciandomi palesemente confusa.

"Puzzi.....Bu Bu" borbotta stringendomi di più a se.

Comincio a ridacchiare tentando di non svegliarlo anche se non riesco nel mio intento.

"Mm, che ore sono?"

"Circa le sette" sussurro.

"Cazzo dormo da un sacco"  afferma.

Un sorriso stanco gli si dipinge sul volto mentre mi guarda. Fa una leggera pressione sugli avambracci per tirarsi su prima di poggiare le sue labbra sulle mie. Si ributta sul letto sdraiandosi vicino a me. La sua maglietta è decisamente gigantesca e mi copre fino alle cosce. Sono molto bassa, lo so. Guardo Calum mordicchiandomi il labbro inferiore, chiedere o non chiedere?

"Calum io...." coraggio "Voglio fare l'amore con te"

I suoi occhi si dilatano e mi fissa confuso.

"C-come? A-adesso?" balbetta.

Annuisco imbarazzata e distolgo lo sguardo.

"Ne sei sicura?" chiede ancora.

"Si" annuisco con fermezza.

Mi guarda per pochi istanti prima di baciarmi con molta più foga rispetto a prima. Le sue mani si poggiano sulle mie cosce e mi tira verso di lui facendomi sedere a cavalcioni sulle sue gambe. Intrufola gentilmente le mani sotto la maglietta trascinando le dita su per i fianchi portando su anche la maglia. Me la sfila tornando a baciarci subito dopo, in qualche modo sono contenta di aver tolto il reggiseno prima di addormentarmi. Mi fa stendere sotto di lui pur continuando a baciarci. Poggia il peso sugli avambracci per non schiacciarmi.

"Non voglio farti del male" sussurra con voce tremolante a pochi centimetri dalle mie labbra fissandomi incerto negli occhi.

"Sai che non me ne farai" sussurro a mia volta.

"Sai che non è vero"

"Sai che ti amo"

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