Capitolo Diciannovesimo

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Luke pov.

Quel sogno si ripete. E se non fosse un semplice sogno ma....un ricordo? No, impossibile, io non ho alcun ricordo.

La valigia quasi finita per girare il mondo con una ragazza stupenda è sul mio letto aperta che aspetta soltanto di essere chiusa e portata via. Mancano solo nove ore e dovrò andare in giro per il mondo fingendo di essere il ragazzo di una star internazionale. Poco fortunato io. Non ho idea di che altro mettere nella valigia, non posso mica svuotare l'armadio! Anzi posso, ma non voglio. Forse dovrei mettere più boxer....nah, l'ho riempita già di boxer. I jeans ci sono, magliette ce ne sono parecchie -anche se quella bianca con le stelle rosse sulle braccia mi piace un sacco- e ho messo anche tre paia di scarpe. Articoli da bagno ci sono. Soni pronto, non mi resta che andare a casa di Nico e da lì al jet privato delle ragazze. Hanno anche il bus-tour.

Chiudo la valigia sedendomici sopra e la prendo dal trolley. Devo andarci a piedi. Che due cojoni.

"Ciao mamma" urlo.

Nessuna risposta. Non c'è.

"Fa niente" sospiro.

Esco di casa e comincio a camminare verso l'enorme villa sulla costa. Fanculo, casa di mia madre proprio dall'altra parte della città doveva essere? Ed io coglione non posso chiamare un taxi? Ah no, giusto, voglio camminare a piedi così ci impiego di più. Mortacci mia.

***

Suono, con l'affanno ed un infarto incorso il campanello. Viene immediatamente aperto ed io non esito ad entrare borbottando quanto sia cogliona a non aver chiesto chi sia prima di aprire. E se era un assassino? Erano puramente e solamente cazzi sua.

"Ma perché apri senza chiedere chi cazzo è?" le chiedo.

"Calmati mestruato, ho la telecamera, ti ho visto suonare!"

La guardo male.

"Che c'è? Sembra veramente che hai le mestruazioni!" si difende.

"Taci o ti stupro sul divano!" la minaccio scherzosamente.

"Fa pure" fa spallucce sedendosi sul divano.

La guardo sconvolto facendola ridere.

"Che c'è?" chiede ancora fra le risate.

"Sei preoccupante, quanta extasi hai assunto prima che arrivassi?"

"Giusto cinque pastiglie" risponde indifferente.

"Oh. Mio. Dio."

Ride e mi afferra la mano tirandola facendomi cadere letteralmente su di lei. I suo naso sfiora il mio per quanto siamo fottutamente vicini e non posso fare a meno di fissare le sue labbra desiderandole sulle mie.

"Vorresti baciarmi?" sussurra sfiorando di proposito le mie labbra.

Annuisco incapace di fare altro.

"Allora fallo" sussurra ancora.

Non me lo faccio ripetere ancora e la bacio. Non me ne frega un cazzo di niente, amo la sensazione che provo quando la bacio. È indescrivibile. Non faccio in tempo neanche a chiedere l'accesso che lei apre la bocca permettendomi di andare oltre nel bacio. Non voglio sapere come ci sono finito a cavalcioni sul suo bacino distesi su un divano a pomiciare ma...non cambierei una mazza. Sfioro il suo fianco con le dita risalendo piano mentre porta entrambe le mani fra i miei capelli tirandomi più vicino e devo riportare velocemente la mano al lato della sua testa per non caderle addosso. Che bella, bellissima sensazione. Ci allontaniamo e cominciamo a ridere continuando a darci piccoli baci. La guardo negli occhi sorridendo e penso quanto sia fottutamente bella.

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