Chains

16.4K 780 1.5K
                                    

Aprii gli occhi, notando che ero distesa su un grande letto.

Scesi, e mi guardai intorno, sui muri erano appesi qualsiasi tipo di cose: fruste e catene in cuoio.

Rimasi sbalordita, questa non era camera mia. E di certo, non sono sonnambula.

Aprii l'armadio, e mi guardai dallo specchio.

Incominciai ad allarmarmi, indossavo una leggera canotta nera in seta, con dei ricami sulla zona superiore, e un leggero modello Brasiliano in pizzo.

Non mi ero vestita per addormentarmi, non di certo così.

L'armadio era completamente vuoto, mi vergognavo per quello che stavo indossando.

Controllai in cerca dei miei vestiti in mezzo alla camera, ma niente.

«Vedo che ti sei svegliata», una voce, cupa echeggiò nella stanza.

Mi guardai attorno, fino a vedere un'ombra vicino alla porta.

«Ti sta bene quel tipo di intimo, dovresti portarlo più spesso».

«Sei stato tu?», domandai con voce tremolante.

«A fare cosa?».

Si avvicinò, ancora non riuscivo a guardarlo, eppure, senza quel mantello, e senza i vestiti stracciati, sembrava un'altra persona.

«A mettermi questo», indicai il completo.

«Sì, sei stata molto disponibile mentre ti cambiavo d'abito», continuò lui.

Sbarrai gli occhi, mentre il suo sorriso sul volto, si faceva sempre più malizioso.

«Devi sapere una cosa, Hermione», mi sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio. «Oltre all'odio profondo, che provo per Harry, ho altri... Chiamiamoli hobby».

Non riuscivo a guardare i suoi occhi rossi, così tenebrosi e cupi come la sua pelle, bianca come un teschio e ricoperta da grandi lividi.

«Penso tu abbia capito a cosa mi riferisco», sfiorò la mia pelle, mentre le sue dita fredde a contatto con la mia pelle, mi provocarono brividi in tutto il corpo.

Deglutii, mentre non faceva altro che fissare il punto in cui stava sfiorando.

Le sue dita si posarono sulla mia guancia, e con l'altra mano, fece la stessa identica cosa.

Chiuse gli occhi, e con un gesto improvviso, premette le sue labbra contro le mie.

Cercai di liberarmi dalla stretta, ma la situazione peggiorò sempre di più, la sua mano finì sul mio fondoschiena, mentre con l'altra, mi teneva ferme le braccia.

Mi avvicinò a lui con il busto, mentre ero disgustata dalla situazione che stava avvenendo.

Sorrideva di gusto, nel vedermi in quelle condizioni.

«Ti prego», lo implorai, riprendendo a respirare a causa del bacio.

La mia voce era lieve, quasi un sussurro, mentre tremavo, fra le sue braccia e la sua stretta.

«Ti piacerebbe», ringhiò.

Mi spinse sul letto, mentre si buttò a capofitto su di me.

Lo spinsi in tutti i modi, ma la sua forza non era paragonabile alla mia.

«Non vuoi che usa le maniere forti eh?», gridò.

Non mi interessava, gridavo a squarciagola, nella speranza che qualcuno entrasse in tempo.

Non potevo illudermi, non c'era nessuno, solo io e Voldemort.

Soli nella stanza, mentre lui aveva gli ormoni a mille.

Per la prima volta nella mia vita avevo paura.

Piangevo, mentre lui continuava a stringermi forte, e lasciandomi baci umidi lungo tutto il collo.

Respiravo affannosamente, era seduto sopra di me, con tutto il suo peso.

Poi, un morso, che diventò a poco a poco un succhiotto, bruciava e faceva male, non smetteva di torturarmi il collo.

Chiusi gli occhi, speravo che questo inferno sarebbe finito da un momento all'altro.

Eppure, mi sbagliavo.

Trust me, Granger.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora