Mi svegliai con un terribile mal di testa.
Mi alzai dal letto, non sapevo dove fossi, ma qualcosa mi diceva che non dovevo preoccuparmi.
Aprii la porta, e vidi Harry, sorridere, e venirmi incontro per abbracciarmi. Lo stesso feci io.
«Harry!», esultai.
«Mi sei mancata, Hermione».
«Non sai quante cose mi sono accadute!», sorrisi.
«Davvero?».
«Si! Proprio ieri sono stata in infermeria, dopo essere caduta a terra», sussurrai. «Silente pensava che fossimo fidanzati».
Ridemmo a gran voce, era da tanto che non ridevo con lui, specialmente in quel modo.
«C'è altro?», domandò quasi preoccupato.
«No, nient'altro», ammisi. «Tranne le voci che sentivo fino a ieri in testa».
«Quelle voci sono di Voldemort».
«Cosa?».
Tirò fuori la bacchetta.
«Dobbiamo essere pronti per qualsiasi attacco».
«Dove siamo?».
«Purtroppo dobbiamo stare qui, in questo bosco», sussurrò. «Ho creato la barriera».
«Vado a fare due passi».
Uscii dalla tenda, camminando, non molto lontano.
Voldemort ci cercava, ci avrebbe uccisi. Avevo paura, ma non solo quello mi dava angoscia.
Mi sentivo diversa, come se qualcosa, dentro di me, mancasse.
Da lontano, due Mangiamorte, stavano passando davanti a me. Rimasi ferma dov'ero, cercando di mantenere la calma.
Portavano in braccio un ragazzo in fin di vita. Ma non riuscivo a riconoscere chi fosse.
Affianco a me, stava passando Draco Malfoy, a testa bassa, con la bacchetta in mano, era come frustrato.
Appena passò davanti a me, si fermò, non poteva vedermi, ma avrebbe potuto sentirmi. Si girò con il viso, verso di me.
Continuava a guardarmi, il che mi rende nervosa al punto da deglutire rumorosamente.
Si allontanò, continuando a camminare, questa volta, tenne la bacchetta ben impugnata nella mano.
«Tutto okay, Malfoy?», alzò un sopracciglio.
«Si».
Harry mi toccò la spalla.
«M-mi ha sentita», sussurrai. «Harry», mi fermai.
«Dimmi».
«Malfoy».
Si girò, verso di me.
«Si è fermato», sussurrai. «Come ha fatto a capire che c'era qualcuno?».
«Hermione», posò entrambe le mani sulle mie spalle. «Io non so come abbia fatto, per il tuo bene, anzi, per il nostro è meglio andare avanti».
Ci smaterializzammo al Grimmauld Place.
«Stiamo qui, penso sia meglio per tutti e due».
Annuii. Ed entrambi andammo in cucina.
Non era cambiato nulla. E i ricordi di Sirius e Malocchio, fecero rattristire Harry.
Mi avvicinai e lo abbracciai da dietro, mentre lui, mi accarezzò le braccia.
«Sirius..», sussurrò. «Non doveva morire».
«Nessuno merita di morire», risposi. «Adesso, ti starà vicino, ma in modo diverso».
Mi staccai, e le sue mani si serrarono in due pugni.
«Non dire frottole, Hermione!», urlò. «Non c'è! Non può starmi vicino!».
Rimasi zitta.
«Ho troppe cose a cui pensare!», si portò la mano alla fronte. «Troppe».
Lo lasciai da solo, andando in camera mia. Era un brutto periodo per lui, sapevo come si sentiva.
Dovevo dargli i suoi spazi, e fare in modo che si riprendesse.
Chiusi la porta a chiave. Volevo che nessuno mi disturbasse.
Anche io, volevo stare da sola, a riprendere in mano, la mia privacy.
Presi un libro, ed iniziai a leggerlo.
Ma, a poco a poco, iniziai a cadere nelle braccia di Morfeo.
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Scusate scusate scusate!
Il capitolo non è il massimo -.- ma ho l'influenza e quindi, (comprendetemi in caso di errori) non ho la mente fresca e pimpante come quella di una persona sana (sia fisicamente che mentalmente)
Grazie a tutti per l'attenzione di queste due righette, ciaooo
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Trust me, Granger.
FanfictionHarry é partito per una spedizione da parte del Professor Silente, Ron pensa solo all'amore reciproco che prova nei confronti di Lavanda, mentre Ginny, é presente solo in alcuni momenti. Hermione si ritrova sola, ad accettare, in silenzio, questo ca...