<Pov. Jungkook>
Non ce la facevo più, non resistevo. Ero incazzato, frustrato, esausto, triste e la causa era Taehyung.
Per quanto amassi quel ragazzo, in quel momento non riuscivo a non sentirmi ferito da lui.
Dal giorno in cui avevamo fatto sesso, Tae mi aveva ignorato completamente; era strano con me, quando ero presente io sembrava diverso dal solito, come se avesse paura di qualcosa in me e io non sapevo che cazzo pensare. Ogni volta che tentavo di parlare dell'accaduto lui o cambiava discorso, o si inventava una scusa per andarsene 'adesso chi è che fugge dai problemi e dal suo migliore amico?'.
All'inizio gli avevo dato un po' di spazio per riflettere e capire cosa e se provava qualcosa per me, ma ormai erano passate ben due settimane e avevo bisogno di una risposta, speravo positiva, ma mi andava bene anche negativa purchè fosse felice; perchè sì, ero arrivato a pensare che avrei fatto di tutto pur di vedere quel suo sorriso squadrato 'forse non dovrei concedergli libero accesso al mio cuore, ma ormai è come se avesse rapito questo organo in modo tale che tutti i miei pensieri fossero rivolti verso di lui e non posso più tornare indietro'.
Mi ritrovavo a camminare da solo nei corridoi durante l'orario scolastico. Sospiravo e continuavo a fare dei passi qua e là per non morire di noia durante la lezione.
Mi arrestai quando sentii il mio cellulare vibrare nella tasca dei jeans.
Tae
Dobbiamo parlare, alle 20 di stasera fatti trovare fuori casa. Ti passo a prendere.
Me
Okay
Rimisi il telefono e camminai più veloce per raggiungere in fretta la mia classe con l'ansia che man mano cresceva in tutto il mio corpo.
***
Il panico mi stava corrodendo dall'interno, le mani mi sudavano e a malapena riuscivo a infilare i bottoni di quella fottutissima camicia bianca nelle asole.
'Jungkook ma perchè ti stai mettendo così tanta ansia? Alla fine è quello che vuoi anche tu: parlare, e sapevi che prima o poi doveva succedere'
Scesi le scale e salutai mia madre, poi uscii da casa mia e attesi che arrivasse Taehyung a prendermi. Inspirai ed espirai profondamente e guardai da una prospettiva positiva tutta quella situazione, un accenno di sorriso mi spuntò sulle labbra 'no Jungkook non farti strane idee, sicuramente lui non intende questa uscita come un primo appuntamento'.
Dopo qualche minuto arrivò con tutta la sua maestosità e la sua BMW. Salii e mi sedetti di fianco a lui.
"E-Ehi" mi morsi il labbro nervoso. "Ciao Kookie" mi sorrise come se nulla fosse, come sempre. Rimise in moto la macchina e sfrecciò tra le strade di Seoul.
"Tae, dove stiamo andando?" chiesi un po' in ansia. "Lo vedrai appena arriveremo, tranquillo non ti voglio rapire" ridacchiò e appoggiò una mano sulla mia gamba.
Con quel tocco leggero e delicato mi riuscii a rilassare, non dissi nulla, voltai semplicemente il viso per guardare fuori dal finestrino e osservare la bellezza di quella città.
Il tragitto durò circa 20 minuti e, quando la macchina si arrestò fuori da un da un palazzo abbastanza illuminato, la mia confusione e insicurezza raggiunse livelli esorbitanti.
"Dove siamo?" chiesi a Tae scendendo dalla macchina, lui non rispose, solo si avvicinò e mi prese la mano cominciando a camminare verso l'edificio.
Salimmo in silenzio fino all'ultimo piano di quella alta struttura. Le porte dell'ascensore si stavano per aprire, ma lui le bloccò voltandosi verso di me.
Solo in quel momento ebbi la possibilità di ammirare il suo semplice, ma meraviglioso outfit composto di pantaloni neri, una camicia argentata e una giacca classica.
Al suo gesto le mie mani, una delle quali ancora intrecciata alla sua, cominciarono a sudare e lui se ne accorse.
"Kookie, voglio parlare con te, ma prima, ho preparato una sorpresa" mi rivolse un timido sorriso prima di sbloccare le porte e tirarmi fuori dall'ascensore.
I miei occhi si spalancarono alla vista di un enorme terrazzo che ospitava un elicottero. Alcuni addetti si avvicinarono a noi "Signorino Kim, tutto è stato sistemato come da lei richiesto" disse sorridente una donna. "Grazie" ricambiò Taehyung, io ancora sotto shock.
Salimmo sull'elicottero e questo decollò dall'ampio terrazzo, alla guida un uomo sulla quarantina.
Non ero mai stato su questo mezzo e questo spiegava l'euforia che avevo in quel momento. Riuscivo a vedere tutta seoul dall'alto, tutta la sua immensità e le meraviglie all'interno di essa. Guardavo fuori dal finestrino e tutto, le luci dei palazzi, le persone che da lì apparivano minuscole, le strade, i grattacieli, ogni cosa sembrava un granellino su una spiaggia enorme.
Sicuramente in quel momento agli occhi di tutti sarei sembrato un bambino quando imparava qualcosa di nuovo, quando apprendeva la paricolarità e la varietà del mondo.
"Guarda Tae, quella è casa mia!" esclamai indicandogliela dal vetro, "Sembra così piccolina" ridacchiai. "Lo vedo Jungkookie" rise anche lui in modo naturale, non forzato.
Passai tutto il viaggio a guardare fuori e a ridere felice, come non lo ero stato nell'ultimo periodo.
Atterrammo in una campagna nella periferia di Seoul, tra tutti i campi intravidi solamente una piccola casetta. L'elicottero, dopo averci fatto scendere, riprese il volo verso il centro della città.
Tae mi prese la mano e, insieme, iniziammo ad incamminarci, io un po' titubante, verso quella piccola casa, che non avevo mai visto. Entrammo e ci accolse il calore famigliare del fuoco nel camino e l'odore della cucina tradizionale coreana, davvero speziata.
"Questa è l'unica casa che era intestata a mia madre prima della sua morte, perciò ora è mia" iniziò togliendo ad entrambi la giacca, "Probabilmente mio padre si è scordato che io la possiedo se no me l'avrebbe già sequestrata" si morse il labbro e mi fece strada verso la cucina, "È il mio posto speciale, l'unico luogo che posso considerare mio veramente: questa è la mia casa" sorrise.
"È accogliente, mi piace" sorrisi anche io, per l'ennesima volta in quella serata.
Mi fece sedere al tavolo imbandito di ogni specialità coreana. "Allora ti è piaciuto il giro in elicottero?" mi chiese, "Sì!" quasi gridai "È stato pazzesco, riuscivo ad ammirare la bellezza di Seoul dall'alto" ridacchiai sembrando un bimbo. "Sono contento tu ti sia divertito" mi seguì a sua volta.
Alla fine della cena ci spostammo sul divano uno affianco all'altro, ma senza toccarci. "Lo so di non essermi comportato bene con te dopo quello che è successo tra noi, ti ho praticamente ignorato, però avevo bisogno di pensare" ero davvero nervoso e lo sembrava pure lui, "Dovevo ragionare su di noi, su quello che era successo, su tutto" continuò fissando le sue iridi nelle mie e mordendosi il labbro inferiore.
Fece un respiro profondo "Ci ho riflettuto a lungo e penso che le cose tra noi due non possano funzionare" proferì con sguardo basso mentre il mio cuore si fermò, "Come amici" riprese ghignando, mi afferrò le mani e le fece intrecciare tra loro, "Perciò Jungkookie, vorresti essere il mio ragazzo?".
I suoi occhi stavano brillando ed erano leggermente illuminati dal fuoco del camino, posizionato di fronte a noi. A quella domanda non ce la feci più e scoppiai a piangere, ma quelle erano lacrime di gioia. Avevo trattenuto per troppo tempo tutto quel miscuglio di emozioni all'interno del mio corpo.
"Kookie mi dispiace, non volevo farti piangere" si avvicinò lentamente a me provando a guardarmi negli occhi, ma io lo abbracciai e lo strinsi forte a me, come se potesse fuggire in qualsiasi momento. "Tranquillo, non me ne vado, non ti abbandono" ricambiò quel calore intenso.
Dopo un po' ci staccammo e ci sorridemmo, "Ti amo Tae" glielo dissi sinceramente, con il cuore in mano. "Ti amo anche io Jungkookie" mi accarezzò la schiena.
"P-Posso baciarti?" gli chiesi in un sussurro e in imbarazzo. Lui si avvicinò al mio viso e fece scontrare le nostre labbra in tocco inizialmente casto, che poi mutò in passionale.
Sapevo che in quel momento sarei riuscito a fare qualsiasi cosa insieme a lui, insieme al mio ragazzo.
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Kiss me again {TH+JK||JM+YQ}
Fanfiction[DA REVISIONARE] "Baciami, baciami di nuovo, baciami ancora, baciami fino a consumarmi e non smettere più di farlo..." * Jungkook, Yuqi e Taehyung, amici da sempre, decidono di svagarsi per qualche giorno nella villa al mare di quest'ultimo, ma anco...