28 Febbraio.

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Caro Luke,                                                                         28 Febbraio 2014

Son passate sei settimane, Luke, è stato un inferno senza di te. Mi manca perdermi nei tuoi occhi, fingendo di saper nuotare nel blu profondo e scappare dagli sguardi giudiziosi. Parole compassionevoli. Voglio vederti, vederti muovere, battere gli occhi, ridere. Quando sono con te mi sembra di guardare un cadavere e lo odio.

Sto indossando la tua felpa. Quella in cui sei morto prima che ti rianimassero. Non c’erano prove visto che non si trattava di un omicidio o di un qualcosa di simile. Un incidente che è costato un mese della tua vita e Dio solo sa quanto ancora costerà.

La tua felpa è calda e stranamente confortante. Anche se non dovrebbe esserlo, visto che l’amore della mia vita è morto con quella indosso, ma sei stato anche salvato mentre avevi quella.  Ed è grigia, così posso intonarla al lieve grigio delle pareti di camera mia. Camera tua. Camera nostra. La tua parte del letto non ha più il tuo odore. Odora di me. O di niente. O forse il mio naso si è abituato a non averti intorno quindi non riconosce più il tuo profumo.

Hai notato che ti scrivo di venerdì? Tranne una o due volte, ma generalmente è di venerdì. Mi piace il venerdì, più di ogni altro giorno, perché è l’inizio del fine settimana. Spero che ti sveglierai un venerdì. Renderebbe i fine settimana di gran lunga migliori.

Luke, mi manchi così tanto che sento anche un dolore fisico. Per favore, svegliati. Per favore, torna da me. Sei alla porta della morte, come me. Come ho già detto, se non ci sei tu non ci sono neanche io.

Anche se magari non mi crederai, ti amo. Tanto.

-Ashton.

// Fatemi sapere cosa ne pensate.

A presto.~

(The story is not mine, I only translate it.

All rights reserverd to @WriteDrunk)

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