Ballo in maschera

1.9K 52 6
                                    

«Indosserai il vestito di raso?» mi chiede Eva,  la mia più cara amica nonché collega di lavoro.
«Sì, è adatto per l'occasione secondo te?»
«Certo. Ti lascio preparare.» esce dalla camera, rivolgendomi uno sguardo accondiscendente.
L'abito di raso, senza spalline e lungo fino al pavimento, è semplicemente favoloso. Mi sta alla perfezione ed esalta le poche curve che ho. I miei capelli ondulati ricadono in morbide onde intorno al viso, riversandosi sulle spalle e sul seno. Sposto una ciocca dietro l'orecchio, rivelando gli orecchini lucenti. Mi sono truccata pochissimo, un look naturale. Eyeliner, mascara, un po' di fondotinta rosa e un rossetto rosa pallido.
Tra poche ore si svolgerà l'evento organizzato dalla mia datrice di lavoro, un ballo in maschera per sfoggiare i nuovi capi della sua collezione, ebbene sì, lavoro nel mondo della moda. Non fasciatevi la testa, sono solo una semplice assistente.
Per una volta nella mia vita potrò nascondermi dietro una maschera e non mostrarmi per quello che sono realmente, potrò fingere di essere una donna forte e sicura di sé, una di quelle che gli uomini li rapisce con lo sguardo, sensuale ma mai volgare, una donna fiera di essere com'è.
Vorrei poter dire di essere così anche nella vita reale, ma non è cosi. La mia anima è colma di insicurezze e di ansie, paura di non essere mai abbastanza. Io sono una donna che evita gli sguardi della gente, una che quando sente un gruppo di persone ridere, pensa che stiano ridendo di lei... il fatto è che ogni volta che qualcuno mi fa un qualsiasi genere d'apprezzamento, non riesco a prenderlo sul serio, mai. È più forte di me. Non riesco a credere che qualcuno possa realmente pensare tutte quelle belle cose nei miei riguardi, non ci riesco. Prendo sempre tutto con un "sicuramente l'ha detto tanto per dire".
Temo che non riuscirò mai a sentirmi apprezzata, amata, da qualcuno. E ciò mi fa davvero male. Sono troppo sensibile, talmente sensibile che basta qualcuno che mi sfiori per ferirmi.
Ma stasera no, questa volta potrò sognare di essere chiunque io voglia essere, potrò sognare mondi sconosciuti perché mostrerò ai presenti solo una parte della mia storia, e quello che loro ignoreranno di me, sarò ciò che io vivrò più intensamente. 
Mentre i miei pensieri navigano in un universo parallelo, vengo improvvisamente riscossa da Eva che senza neppure accorgermene, è rientrata nella mia stanza.
«Diana, sei strepitosa» esclama impressionata, sopraffatta dall'eccitazione.
Arrossisco a quel complimento.
«Ecco, avrai bisogno di questo.» mi passa un grosso sacchetto di velluto. «Aprilo» dice facendomi un occhiolino.
Incuriosita, lo apro e ne estraggo una complicata maschera argentata con piume color cobalto sulla cima.
La maschera è bellissima. Un nastro d'argento è intrecciato lungo i bordi e una raffinata filigrana circonda i buchi per gli occhi.
« Grazie Eva, è meravigliosa! » affermo mentre le rivolgo un dolce sorriso.
«Farà risaltare i tuoi bellissimi occhi »
« Cosa ti prende stasera? Sei particolarmente affettuosa. » le domando ironicamente mentre scoppio in una rumorosa risata.
« Mi piace essere gentile, ormai dovresti saperlo. » ammette Eva sfoggiando un amabile sorriso.
« Ne indosserai una anche tu vero? » le chiedo curiosa.
«Certo. Sono liberatorie, in un certo senso »
« Pienamente d'accordo. »  le sorrido comprensiva. « Credo sia meglio andare, non vorrei arrivassimo tardi al mio primo evento chic » proseguo con tono ironico, mentre osservo il mio orologio da polso, la mia curiosità si è risvegliata.
Dopo alcuni minuti, usciamo da casa e ci dirigiamo verso l'auto. Le strade sono sgombre nonostante l'orario. Per fortuna Eva mi ha concesso di guidare la sua macchina sportiva, una Mercedes.
Non mi sono fidata del mio vecchio Maggiolino, non sono certa mi avrebbe portato a destinazione in tempo. Con la Mercedes si fila che è una meraviglia e schiacciando a fondo l'acceleratore si bruciano i chilometri.
«Quindi cosa dobbiamo aspettarci da questo evento?» le domando mentre guardo con attenzione la strada infinita davanti a me.
«Oh, le solite cose» risponde con disinvoltura.
«Non solite per me, lo sai, sono nuova in questo ambiente» le ricordo.
Mi guarda affettuosamente.
«Un sacco di gente che fa sfoggio del proprio denaro. Vestiti su vestiti, cena, ballo...»
Per la prima volta in tutto il giorno, sento un po' di oppressione per l'evento. Temo di dare una brutta impressione, di sentirmi fuori luogo.
Dopo qualche ora di viaggio giungiamo al luogo della sfilata, c'è una fila di auto lussuose lungo il vialetto d'accesso che porta all'ingresso della lussuosa villa.
Grandi lanterne di carta rosa pallido sono appese lungo il percorso e, mentre avanziamo in macchina a passo d'uomo, noto che ce ne sono dappertutto. Nelle prime luci della sera sembrano magiche, come se stessimo entrando in un regno incantato. Lancio uno sguardo a Eva. È perfetta: sembra davvero una principessa!
«Mettiti la maschera» mi dice sorridendo, mentre lei indossa la sua.
Ad un tratto il mio entusiasmo infantile esplode, eclissando ogni altro sentimento.
Ci fermiamo davanti all'ingresso, e un addetto al posteggio ci apre la portiera.
«Pronta?» mi chiede Eva.
«Credo di sì. » mormoro sopraffatta dall'emozione.
Un tappeto rosso scuro corre lungo il prato, conducendo agli impressionanti terreni sul retro. Eva si avvicina a me, per farmi supporto, mentre avanziamo insieme all'élite di Londra in abiti sfarzosi e con maschere di tutte le fogge. Le lanterne illuminano la via. Un fotografo fa mettere gli ospiti in posa per le foto sullo sfondo di un pergolato d'edera e fiori profumati.
«Un fotografo?» chiedo a Eva. « Dobbiamo scattare la foto per forza? » borbotto.
« Sì » dichiara brevemente.
ll pensiero di farmi fare una foto davanti a tutte quelle persone mi mette a disagio, anche se mi conforta il fatto di indossare una maschera che mi rende irriconoscibile.
Alla fine del percorso, camerieri in livrea bianca reggono vassoi con calici pieni fino all'orlo di champagne, e io sono
grata quando Eva me ne offre uno, distraendomi dai miei pensieri cupi.
Ci avviciniamo verso la sala adibita per l'evento. L'interno è strabiliante. Degli enormi lampadari gettano bagliori colorati sulla seta avorio del soffitto e delle pareti. Ci sono moltissimi tavoli con bicchieri di cristallo, fruscianti tovaglie di lino e coperture per sedie e, al centro, una magnifica composizione di peonie rosa pallido, raccolte intorno a un candeliere d'argento, accanto al quale c'è un cestino di leccornie avvolto nella seta. Il mio sguardo nota persino un palco dove un quartetto d'archi sta suonando un brano moderno, che a dire il vero non riconosco.
Eva mi conduce sulla pista da ballo, dove gli altri ospiti si stanno radunando, conversando tra i bicchieri di champagne.
«Quante persone verranno?» chiedo, sconcertata dall'ampiezza della sala.
«Circa trecento, credo. Devi chiederlo al nostro boss.» Mi sorride.
«Ragazze!»
Una giovane donna si materializza tra la folla e ci getta le braccia al collo. Capisco subito che si tratta di Mia. La stilista, nonché nostro capo.
Indossa un abito lungo nero di chiffon, elegantissimo, con una maschera veneziana favolosa, delicatamente intagliata. Ha un aspetto incantevole.
«Oh care, siete meravigliose!» afferma rivolgendoci un fievole sorriso «Dovete venire a conoscere i miei ospiti, i più importanti naturalmente»
Lancio una rapida occhiata a Eva, nel panico, ma lei si stringe nelle spalle in un rassegnato non-possiamo-rifiutare-o-addio-stipendio e lascia che Mia ci conduca verso un gruppo di quattro uomini, tutte in abiti costosi e accompagnati da fidanzate impeccabili.
Mia ci presenta rapidamente. Tre di loro sono dolci e gentili, ma Géorgie, credo che si chiami così, mi guarda acida da dietro la sua maschera rossa.
«Mia, non pensavo invitassi anche i tuoi dipendenti a eventi di questo rango» dice maligna, nascondendo la sua repulsione dietro un sorriso ampio e finto.
Mia la guarda di traverso. « È anche merito loro se questa sera ho l'onore di mostrarvi i nuovi capi della stagione, tesoro » prosegue.
Passo la successiva mezz'ora in una girandola di presentazioni. Incontro  attori hollywoodiani, stilisti e troppe modelle.
"È impossibile che mi ricordi i nomi di tutti."
Eva mi tiene vicino a sé, e io gliene sono grata. Francamente, il lusso, il prestigio e la sontuosità dell'evento mi frastornano. Non ho mai partecipato a una festa del genere in vita mia.
I camerieri in livrea bianca si muovono disinvoltamente attraverso la folla crescente degli ospiti, con bottiglie di champagne, e mi riempiono il bicchiere con allarmante regolarità. "Non devo bere troppo. Non devo bere troppo" mi ripeto, ma inizio a sentirmi la testa leggera, e non so se sia un effetto dello champagne, dell'atmosfera carica di mistero o l'eccitazione creata dalle maschere.
Dopo poco Eva è chiamata da Mia per sistemare gli ultimi ritocchi e io rimango sola, circondata da innumerevoli maschere.

IMMAGINA TOM HIDDLESTON (Loki, Adam, T. Sharpe...)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora